«Nel triste elenco delle vittime della Shoah – sottolinea in occasione della Giornata della Memoria di oggi, 27 gennaio, Silvia Cutrera, vicepresidente della FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e responsabile del Gruppo Donne della Federazione – non vanno dimenticate le persone con disabilità che, colpite dal programma Aktion T4, furono le prime vittime dello sterminio, sterilizzate forzatamente a partire dal 1933 e dal 1940 uccise nelle prime camere a gas, appositamente installate negli istituti psichiatrici del Terzo Reich. È una storia dell’orrore tra gli orrori che non può più essere derubricata in una narrazione indistinta e che, invece, merita una propria collocazione anche storiografica, per colmare il vuoto di studi accademici che in passato l’hanno caratterizzata e di cui ancora oggi subiamo gli esiti».
Ma oltre al il piano di sterminio sistematico legato al programma Aktion T4, che portò all’eliminazione di almeno 70.000 persone con disabilità, «oggi – secondo il Presidente della FISH Vincenzo Falabella – dobbiamo ricordare anche tutta quella serie di pratiche messe in atto negli ospedali e negli istituti, le quali prevedevano la soppressione di bambini con disabilità».
Falabella invita inoltre «a non rivolgere più lo sguardo soltanto al passato, perché la Shoah, per il suo carattere unico e terribile, possa trascendere la dimensione storica del suo tempo e diventare un monito perenne e una lezione universale, dal momento che il virus della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in un’isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell’uomo». (S.B.)
Alla Giornata della Memoria di oggi, 27 gennaio, il nostro giornale ha dedicato in questi giorni i testi L’Olocausto della disabilità: memoria del passato, memoria per il futuro, “Aktion T4”: tracce di memoria attraverso l’arte di Ida Maly (di Giulia Cutrera) e Una voce che si levò contro lo sterminio delle persone con disabilità (di Ilaria Sesana). Suggeriamo inoltre ai Lettori anche i nostri testi: Stefania Delendati, Quel primo Olocausto (a questo link, con l’elenco a fianco dei numerosi contributi da noi pubblicati sul medesimo tema); Domenico Massano, Olocausto e disabilità: ciò che non dovrà più essere (a questo link).