Neolaureata all’Accademia di Belle Arti di Brera con una tesi sull’Arte Irregolare (Dalla collezione Prinzhorn ai festival dell’Outsider Art in Italia), Giulia Cutrera ha recentemente firmato sulle nostre pagine un apprezzato contributo dedicato a Ida Maly, artista austriaca internata nel manicomio di Am Feldhof a Graz per tredici anni, dal 1928 al 1941, con la diagnosi di schizofrenia, e successivamente uccisa dai nazisti durante il programma di sterminio “Aktion T4” (“Aktion T4”: tracce di memoria attraverso l’arte di Ida Maly”).
È dunque con particolare piacere che ne segnaliamo ora la vittoria nella terza edizione di Sensuability: ti ha detto niente la mamma?, concorso promosso dall’Associazione di Promozione Sociale Nessunotocchimario, e dedicato appunto, in questa occasione, al tema Sessualità, disabilità e pittura, iniziativa già da noi ampiamente presentata, e dei cui esiti si legga nel box in calce.
Cutrera si è infatti aggiudicata il primo premio, consistente in una borsa di studio per il corso di satira tenuto dall’illustratore Fabio Magnasciutti alla scuola Officina B5 di Roma, grazie a una rivisitazione dedicata all’acondroplasia e qui a fianco riprodotta del quadro Andromeda di Tamara De Lempicka. Di tale vittoriosa partecipazione ci parla lei stessa.
Com’è nata l’idea di partecipare al concorso promosso nell’àmbito del progetto Sensuability?
«Sono venuta a conoscenza del concorso di Sensuability nel periodo in cui stavo concludendo la tesi e mi stavo per laureare; lì mi sono resa conto che alcune delle donne “irregolari” di cui parlo nella tesi sono state internate nei manicomi per delle scelte di vita non conformi a degli stereotipi o perché, non per scelta, non rispecchiavano un modello imposto dalla società e quindi la loro possibilità di esprimersi e di raccontarsi era praticamente inesistente. Realizzare che a distanza di anni è possibile proporre un nuovo approccio culturale parlando di arte, di donne, di sessualità e di disabilità, mi fa sperare in una società più aperta al prossimo, chiunque esso sia, con la consapevolezza che la strada da fare è ancora lunga.
A tal proposito voglio dire che il progetto Sensuability di Armanda Salvucci è interessante sotto molti punti di vista, innanzitutto perché tratta un tema piuttosto delicato in maniera ironica e con modalità che possono essere comprese da chiunque. Il concorso, inoltre, ha dato la possibilità di fare avvicinare più persone al tema della sessualità e della disabilità, che per molti/e è ancora un tubù o addirittura un aspetto identitario da rimuovere. E da ultimo, ma non ultimo, ha dato l’opportunità a tanti giovani illustratori/e e fumettisti/e di avere visibilità, grazie alla mostra virtuale presente sul sito di Sensuability in collaborazione con la Casa del Cinema di Roma».
A questo punto è quasi d’obbligo chiederle come mai la scelta di partecipare con la rivisitazione di un’opera quale Andromeda di Tamara De Lempicka.
«Ho scelto Tamara De Lempicka come artista perché sentivo la necessità di reinterpretare l’opera di un’artista donna e sempre ricollegandomi al capitolo della mia tesi La doppia marginalità delle donne artiste, ho considerato che Tamara ha vissuto nello stesso periodo di Ida Maly, e che lei stessa ha trascorso una vita “irregolare”, ma con un finale nettamente diverso da quello di Ida.
De Lempicka ha fatto molti ritratti di donne, tra cui quello di Andromeda di cui sono note le vicende e interessante il mito; ho voluto dunque reinterpretarlo rappresentando una donna con acondroplasia che esprime sensualità nella posa e che, senza nulla togliere a Perseo, non ha avuto bisogno di un uomo per essere liberata!». (S.B.)
Il terzo concorso Sensuability: ti ha detto niente la mamma?
«Un’opera originale e inedita, in forma di illustrazione o di fumetto, nella quale rappresentare una scena romantica, erotica o sensuale tratta da un quadro famoso o significativo per il/la partecipante, mettendo al centro della scena protagonisti con corpi imperfetti ma estremamente sensuali, che esprimano la bellezza e la potenza della loro diversità»: è stato questo il tema scelto per la terza edizione di Sensuability: ti ha detto niente la mamma?, concorso promosso dall’Associazione di Promozione Sociale Nessunotocchimario, e dedicato appunto, in questa occasione, al tema Sessualità, disabilità e pittura.
Tra le ottantotto opere selezionate, la giuria, guidata dalla pittrice e disegnatrice Frida Castelli, e composta anche dagli artisti Fabio Magnasciutti, Cristina Portolano e Stefano Tartarotti, ha conferito il primo premio a Giulia Cutrera, autrice di una rivisitazione del quadro Andromeda di Tamara De Lempicka e dedicata all’acondroplasia. Seconda si è classificata Francesca La Carrubba, che si è ispirata al Nudo femminile di Egon Schiele e terzo è risultato Gianfranco Fragassi, con la sua interpretazione del Bacio a letto di Henri de Toulouse-Lautrec. Due menzioni speciali, infine, sono andate a Clara Imperiale che ha rivisto Le muse di Vasilij Kandinskij e a Salvatore Siliberto, autore della trasposizione della Notte stellata di Vincent Van Gogh.
Il primo premio consiste in una borsa di studio per il corso di satira tenuto dall’illustratore Fabio Magnasciutti alla scuola Officina B5 di Roma, il secondo, invece, si sostanzierà nella pubblicazione di un proprio fumetto o illustrazione all’interno del volume Sensuability, insieme a Frad e ad altri fumettisti. Il terzo premio, infine, è un buono di 200 euro offerto dal COMICON, che ha patrocinato l’iniziativa e da spendere nel sito di COMICON stesso.
Questa iniziativa, lo ricordiamo, rientra nell’àmbito del progetto Sensuability, ideato e promosso da Armanda Salvucci, che con la sua Associazione Nessunotocchimario, punta ad abbattere gli stereotipi relativi alla sessualità e alla disabilità, partendo dal proporre nuovi linguaggi e un nuovo modo di fare cultura attraverso tutte le forme d’arte, dalla cinematografia alla fotografia, alla pittura, alla musica e al fumetto, per rappresentare appunto la disabilità in un altro modo, ironico e leggero. Di tutto ciò avevamo parlato con la stessa Salvucci anche in un’ampia intervista rilasciata a suo tempo al nostro giornale.
«Anche in questo caso – commenta la Presidente di Nessunotocchimario, a proposito della terza edizione del concorso – la nostra sfida è stata quella di contribuire a diffondere una cultura che rappresenti una fisicità differente dai soliti canoni estetici imposti dai media. A tal proposito il fumetto e l’illustrazione possono rappresentare in modo efficace tutte le forme di disabilità, anche quelle meno visibili, contribuendo a creare un nuovo immaginario erotico che descriva corpi non perfetti, ma con una forte carica sensuale». «E in effetti – aggiunge, riferendosi alle 88 opere in quest’anno concorso – va detto che le disabilità illustrate si sono diversificate negli anni, dalle prime tavole che rappresentavano soprattutto amputazioni, persone su sedia a rotelle e pochissime altre disabilità sensoriali, a quelle della presente edizione, che raffigurano invece molte disabilità “invisibili” e sindromi sconosciute ai più».
Novità di quest’anno, ricordiamo in conclusione, è stato il “viaggio virtuale” tra le opere in concorso e quelle di vari altri illustratori (Fabio Magnasciutti, Frida Castelli, Luca Enoch, Stefano Tartarotti, Frad, Virginia Cabras, Nicoletta Santagostino, Luc Garonz, Eugenio Saint Pierre, Daniel Cuello, Marco Gavagnin e altri ancora), promossa presso la Casa del Cinema di Roma, grazie alla collaborazione con ItalyArt, organizzazione impegnata da anni nella valorizzazione del patrimonio artistico-culturale del nostro Paese attraverso le nuove tecnologie.