«È la discriminazione multipla quella che colpisce le persone che si trovano in una doppia condizione: essere una donna con disabilità, infatti, vuol dire subire una doppia discriminazione, perché si tratta di confrontarsi con tutte le barriere che già limitano o impediscono alle persone con disabilità la piena partecipazione alla vita sociale e il godimento dei propri diritti e delle libertà fondamentali. Una condizione di esclusione, questa, che si è aggravata ulteriormente durante la pandemia, in un periodo in cui sono aumentate le richieste di aiuto ai Numeri Antiviolenza, così come è peggiorata la condizione lavorativa e sociale delle donne con disabilità e delle caregiver»: lo dichiara in occasione della Giornata Internazionale della Donna di oggi, 8 marzo, Silvia Cutrera, vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e responsabile del gruppo donne della Federazione stessa, riprendendo temi già delineati in altra parte del nostro giornale, e ricordando anche l’evento in diretta streaming Siamo Donne – Digital Talk sulla vita indipendente, promosso per il pomeriggio di oggi, 8 marzo, dall’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), di cui Cutrera è pure presidente.
Tali affermazioni, se ci si sposta principalmente sul fronte delle violenze subite dalle donne con disabilità, sono state pienamente confermate dagli esiti delle due edizioni di VERA (“Violence Emergence, Recognition and Awareness”, ovvero “Emergenza, riconoscimento e consapevolezza della violenza”: se ne legga ampiamente sulle nostre pagine), ricerca condotta della FISH, nell’àmbito e in parallelo al progetto Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica, secondo cui il 65 % delle donne con disabilità sono state vittime di violenza, di tipo psicologico nella metà dei casi, fino alla violenza sessuale, che ha coinvolto circa una persona disabile su tre, tra quelle appartenenti al campione . E ancora, in tantissimi altri casi sono stati riscontrati atti di violenza fisica ed economica.
«La mancanza di dati specifici e statistiche elaborati dagli enti pubblici sulle discriminazioni che colpiscono le donne e le ragazze con disabilità – sottolinea per altro Cutrera -, rende anche impossibile l’analisi sulla loro partecipazione alla vita sociale e così il riconoscimento di pari opportunità in tutti i settori della vita, ostacolandone, di fatto, l’adozione di misure e azioni politiche dedicate».
«Quotidianamente – dichiara dal canto suo Vincenzo Falabella, presidente della FISH – e non solo l’8 marzo, la nostra Federazione continuerà ad assumere il compito di stimolare e informare, raccogliendo e diffondendo quei dati che promuovano la consapevolezza rispetto alle discriminazioni multiple, per far sì che vengano adottate politiche e strategie adeguate, in linea con gli atti internazionali come la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ma non solo: le politiche da adottare, in questo stesso senso, dovranno tenere conto della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), e delle norme previste dalla nostra Carta Costituzionale».
«Senza dubbio una speranza – conclude Falabella – viene dal fatto che gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 prevedano di raggiungere in questo lasso di tempo l’uguaglianza di genere, ma in ogni caso, da parte nostra, come ogni 8 marzo alziamo la voce per condannare le discriminazioni multiple e intersezionali che le donne continuano a subire e per chiedere che la società e i poteri pubblici adottino un’agenda inclusiva che abbracci la diversità delle donne senza eccezioni, come ribadiscono proprio oggi, nella loro “dichiarazione femminista” le donne del Forum Europeo sulla Disabilità». Un contributo, quest’ultimo, che costituisce tra l’altro l’editoriale di oggi di «Superando.it». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).
Per approfondire il tema Donne e disabilità, oltreché fare riferimento al materiale prodotto nell’àmbito del progetto FISH Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica, nonché al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, suggeriamo anche la consultazione delle Sezioni Donne con disabilità e La violenza nei confronti delle donne con disabilità nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa).
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