Si è molto parlato, su queste pagine, di vaccinazioni anti-Covid alle persone con disabilità, e delle molte azioni e sollecitazioni messe in campo dalla nostra Federazione FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Nonostante ciò, si è letto con non poco stupore, sempre su queste pagine, di «lentezza nel mondo associativo di rappresentanza nell’acquisire questa battaglia e farla propria». Doveroso a questo punto è procedere con alcune precisazioni, con lo spirito di andare oltre una semplice difesa della quale non si avverte alcuna necessità.
La nostra attenzione al tema dei vaccini per le persone con disabilità, per i familiari e per i caregiver, e le iniziative da noi messe in campo su tale tema, sono partite ancor prima dell’arrivo dei vaccini in Italia e quindi del primo Piano Vaccinale. Infatti, all’inizio di dicembre dello scorso anno, durante l’incontro avuto in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità con l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, abbiamo consegnato un corposo e dettagliato documento al cui interno – nel capitolo dedicato all’accesso alle cure e alla salute – si chiedeva tra l’altro, «con urgenza e certezza, la garanzia e il pieno accesso alle cure e alla salute in condizione di sicurezza ed agibilità anche rispetto alle differenti disabilità, a partire dai futuri vaccini che dovranno essere garantiti per tutte le persone con disabilità e alle persone con quadri clinici di particolare rischio, e non solo per coloro che si trovano in stato di ricovero».
Quel passaggio è stato immediatamente seguito, il 7 dicembre, da un messaggio da noi inviato allo stesso Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute Roberto Speranza, congiuntamente alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), ove venivano ribadite tali istanze. Un messaggio, questo, fatto ulteriormente pervenire il 9 dicembre successivo.
L’interlocuzione da parte nostra con le principali Istituzioni del nostro Paese è proseguita poi ininterrottamente in tutti i mesi successivi, a partire dal 19 gennaio, quando abbiamo scritto al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e all’allora Commissario Straordinario per l’Emergenza Covid Domenico Arcuri, chiedendo in particolare a quest’ultimo un chiarimento sulle sue generiche dichiarazioni di inizio mese, relative alla volontà di vaccinare prioritariamente le persone con disabilità e i loro accompagnatori.
Quindi, l’8 febbraio, dopo la rimodulazione di qualche giorno prima del Piano Vaccinale Nazionale, da parte del Ministero della Salute, a margine della Conferenza Stato-Regioni, abbiamo espresso, in un comunicato stampa, tutti i rischi di possibile esclusione delle persone con disabilità dalle vaccinazioni, fino ad inviare, il 10 febbraio, una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimendo tutte le nostre istanze.
Con l’arrivo, poi, del Governo Draghi, abbiamo incontrato il 19 febbraio la ministra delle Disabilità Erika Stefani, già sollecitandola, durante un primo incontro di conoscenza, sulla questione dei vaccini alle persone con disabilità. Su tale questione è seguita una lettera della stessa Stefani al ministro Speranza.
Sempre il tema dei vaccini è stato tra i principali temi trattati nel corso del primo incontro operativo con la Ministra delle Disabilità, avvenuto il 23 febbraio.
Si è arrivati quindi all’attuale mese di marzo, che ci ha visto riscrivere il 5 al presidente Mattarella, e tre giorni dopo ricevere finalmente una comunicazione dal Ministero della Salute, ove si dichiarava che le nostre istanze sarebbero state accolte.
Infine, dopo un’ulteriore nostra richiesta di chiarimenti allo stesso Dicastero della Salute, il 10 marzo vi è stato l’annuncio delle nuove Raccomandazioni “ad interim” sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, nelle quali ha trovato riscontro quanto chiedevamo, ovvero la garanzia della priorità nell’accesso ai vaccini a tutte le persone con disabilità riconosciute con gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92, quali soggetti estremamente vulnerabili. Un documento che riteniamo dovrà garantire equità e tutela della salute delle persone con disabilità, dei loro caregiver e assistenti, senza più fare distinzioni.
Si è anche letto, nei giorni scorsi, di «comunicati che parlavano dell’esclusione della vaccinazione del 70% delle persone con disabilità, cosa evidentemente mai stata vera». Come già accennato in precedenza, la nostra Federazione aveva introdotto quell’argomento agli inizi di febbraio, dopo avere esaminato la prima rimodulazione del Piano Vaccinale, nel quale avevamo innanzitutto puntato il dito sulla necessità di non “categorizzare” o dividere per patologie le disabilità, valutando che senza indicazioni riguardanti tutte le persone con disabilità, come è avvenuto invece nel documento prodotto il 10 marzo, circa il 70% delle persone con disabilità avrebbero appunto rischiato di essere tagliate fuori dalla vaccinazione in mancanza di uno specifico riferimento.
Tutto ciò dobbiamo per la precisione dei fatti realmente accaduti, chiarendo anche che ogni nostra linea di azione è stata costantemente condivisa con la nostra base associativa, ovvero con le varie organizzazioni aderenti alla nostra Federazione.
Soddisfatti, quindi, per il risultato ottenuto, continueremo tuttavia la nostra battaglia, come abbiamo già avuto modo di rendere noto, puntando questa volta su un severo monitoraggio dei comportamenti adottati dalle Regioni, dopo le ultime indicazioni ministeriali.
Siamo consapevoli del grande momento di difficoltà del nostro Paese, cosi come siamo altresì consapevoli che i rischi delle persone con disabilità e delle loro famiglie, conseguenti al dilagare del Covid-19, sono stati e lo saranno nell’imminente futuro assai maggiori che per tanti altri nostri concittadini, con cui pure condividiamo gli stessi stati d’animo e l’appartenenza alla stessa comunità.
Non possiamo infatti nascondere che l’impatto della pandemia stia obbligando tutti a ripensare molte cose nella propria vita e a rimodulare alcune priorità in una direzione che preveda innanzitutto la garanzia di una maggiore tutela della salute e della sicurezza dei cittadini tutti, ma ancor di più di coloro che sono maggiormente vulnerabili ed esposti ai rischi connessi alla condizione di salute: tra questi, è quasi superfluo aggiungerlo, vi sono milioni di persone con disabilità e delle loro famiglie.
Per questo riteniamo che ora più che mai tutti coloro i quali rappresentano la disabilità o intendano rappresentarla debbano mettere da parte gli egoismi personali, per costruire unità e coesione nazionale sui tanti temi riguardanti, in questo delicatissimo momento, le persone con disabilità e le loro famiglie del nostro Paese.