I vaccini, le persone con disabilità e il concetto di “fragilità”

di Salvatore Nocera
«La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap - scrive Salvatore Nocera -, le Associazioni ad essa aderenti e altri sono intervenuti ripetutamente sulla necessità di una vaccinazione prioritaria di tutte le persone con disabilità in situazione di gravità e finalmente nei giorni scorsi il Governo ha risposto positivamente alle loro pressanti richieste. Sono lieto per questa vittoria, ma io rimango della mia isolata e assolutamente minoritaria opinione che non tutte le persone con disabilità siano da considerare “fragili” per definizione»

Loghi di diverse disabilitàHo letto in «Superando.it» della giornata di ieri, 15 marzo, l’articolo dell’amico Pietro Barbieri che così mi cita: «Insomma, una battaglia cominciata il 3 dicembre 20 si è conclusa felicemente: i vaccini per le persone con disabilità e i loro familiari sono entrati finalmente nella fascia di prima priorità. È stato un lungo percorso che ha visto anche contrapposizioni. Ricordo che il fraterno amico Tillo Nocera contestò la mia posizione e nessuna voce si alzò dal mondo associativo quasi avallandone l’opinione. Posizione, la sua, rispettabilissima, ma evidentemente errata come ebbi modo di scrivere sia su “Redattore Sociale” che su queste stesse pagine».
Sento il dovere di precisare  le osservazioni allora mosse da me, per non lasciare l’impressione che io sia un “No Vax”, poiché invece sostengo nei miei numerosi incontri online e altrove la necessità di prevenire il virus con la vaccinazione.

Mi ero permesso con un mio primo intervento sulle due testate citate dall’amico Barbieri di denunciare il fatto, da me non condiviso, che tutti da più parti chiedevano di avere il diritto ad essere vaccinati per primi e tra essi anche tutte le persone con disabilità.
Io, da persona con disabilità visiva, sostenevo che non siamo tutti “fragili” per definizione e citavo, a sostegno della mia opinione, il fatto che l’Ordinanza n. 134/20 del Ministero dell’Istruzione ritiene “fragili” gli alunni certificati solo nel caso abbiano altri gravi problemi di salute, quali immunodeficienze, problemi vascolari, respiratori o situazioni oncologiche.
Sempre a sostegno della mia opinione, riportavo anche la mia battaglia, non vinta, contro il Protocollo sottoscritto nella primavera dello scorso anno dal Governo con la CEI della Chiesa Cattolica (Conferenza Episcopale Italiana), nel quale, a differenza di quanto stabilito in tutti gli altri protocolli sottoscritti con le altre confessioni religiose, era scritto che le persone con disabilità «parteciperanno alle messe “in luogo apposito”», cioè separato dagli altri, proprio perché , per i sottoscrittori di quel Protocollo tutte le persone con disabilità sono per definizione “fragili”.
A questo mio intervento controcorrente, aveva replicato, su queste pagine, l’amico Barbieri, facendomi giustamente osservare che anche persone con disabilità non certificate come “fragili” sono particolarmente esposte al rischio di contagio. Esse, infatti, non essendo autosufficienti (teraplegici, persone con altre difficoltà motorie, ciechi ecc.), necessitano dell’assistenza di qualcuno che dev’essere vicino a loro.
A quest’altro intervento avevo risposto il giorno successivo, riconoscendo la correttezza di questa sua precisazione, anche se, ad essere precisi, allora bisognerebbe escludere da questo gruppo le persone con disabilità motorie che si muovono con sedie elettroniche e i ciechi che si muovono con il bastone bianco o con il cane guida.

Se la questione si pone in termini di categorie che, in quanto tali, hanno diritto prioritario alla vaccinazione, allora si corre il rischio, come è già avvenuto, di una sorta di “gara tra le diverse categorie”, ciascuna per sostenere il proprio diritto a una priorità maggiore degli altri. Si veda in tal senso l’articolo di Mattia Feltri intitolato Sotto a chi tocca, pubblicato il 12 marzo da «La Stampa».
E che dire poi delle popolazioni dei Paesi in cerca di sviluppo, che mancano  di tutto per difendersi dal virus? Non avrebbero, proprio perché più indifese, il diritto di priorità alla vaccinazione? E dal momento che  hanno pochi medici, non avrebbero diritto alla priorità di vaccinazione rispetto alle fasce di popolazione dei nostri Paesi che, pur essendo ultime per scarsità di rischio, si vaccineranno comunque prima dei medici dei Paesi in cerca di sviluppo?

La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), le Associazioni ad essa aderenti e altri sono intervenuti ripetutamente, a partire dal 3 dicembre 2020, sulla necessità di una vaccinazione prioritaria di tutte le persone con disabilità in situazione di gravità e finalmente nei giorni scorsi il Governo ha risposto positivamente alle loro pressanti richieste. Sono lieto per questa vittoria, ma io rimango della mia isolata e assolutamente minoritaria opinione.

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