«Nella seconda fase della campagna vaccinale, insieme a chi è a diretto contatto con esse (assistenti domiciliari o privati e caregiver), andranno inserite, in primis, le persone non autosufficienti, quelle in assistenza domiciliare perché solo parzialmente indipendenti dall’aiuto esterno e quelle con disabilità che presentano comorbilità a maggior rischio (persone immunodepresse o con esiti di patologie oncologiche o altre particolari affezioni che aumentano il rischio di malattia in caso di contagio)»: questo, come avevamo riferito a suo tempo, lo si poteva leggere già alla fine di gennaio nel paragrafo dedicato alle Persone con disabilità del documento Copertura vaccinale contro il SARS-COV-2. Basi bioetiche per un patto di salute (disponibile integralmente a questo link), approvato dal Comitato Sammarinese di Bioetica, organismo che sin dagli esordi del proprio operato, avvenuto in forza della Legge 34/10 della Repubblica di San Marino, ha dedicato costante attenzione alle tematiche della disabilità, inserendola in ogni proprio documento.
Di «alto spessore scientifico e bioetico», a proposito di tale documento parla ora la SIF (Società Italiana di Farmacologia), che a tal proposito ha deciso di farlo proprio, ritenendolo, insieme a un altro documento approvato anch’esso dal Comitato Sammarinese nel 2016 – Valore bioetico delle vaccinazioni (per la persona e per la collettività) – «un importante punto di riferimento».
«Oltre a consentire alla Repubblica di San Marino di collocarsi a pieno titolo nel dibattito scientifico attuale riguardante la pandemia – commenta la bioeticista Luisa Borgia, presidente del Comitato di Bioetica della Repubblica del Titano – l’auspicio è che tale riconoscimento permetta al nostro documento di diffondersi ulteriormente tra le varie Società Scientifiche italiane». (S.B.)