«Abbiamo prima di tutto evidenziato che il percorso di vaccinazione all’interno delle strutture residenziali e diurne, iniziato nelle scorse settimane, non solo non è stato portato a termine, ma procede in modo diversificato a seconda delle diverse Agenzie di Tutela della Salute (ATS) e Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) di competenza»: lo dichiara in una nota Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a margine dell’incontro con la Regione Lombardia richiesto e ottenuto – come avevamo riferito anche sulle nostre pagine – per evidenziare le principali criticità emerse durante le prime settimane di attivazione della campagna vaccinale contro il Covid-19.
Alla presenza, dunque, dell’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, dell’assessore alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale, alla Disabilità e alle Pari Opportunità Alessandra Locatelli e del Commissario Straordinario Regionale per l’emergenza Covid Guido Bertolaso, la LEDHA, affiancata dalla FAND Lombardia (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) e dal Forum Terzo Settore Lombardia, ha innanzitutto chiesto di accelerare e completare la fase della campagna vaccinale riguardante le strutture residenziali e diurne.
«In secondo luogo – prosegue Manfredi -, abbiamo esposto l’urgenza di avere a disposizione, nel più breve tempo possibile, gli elenchi di tutte le persone con disabilità non afferenti a strutture residenziali o diurne, facilmente reperibili presso i Comuni o le ATS. Quando infatti i vaccini, che ancora oggi scarseggiano, saranno pienamente disponibili, sulla base di quegli elenchi sarà possibile procedere in maniera spedita alla vaccinazione delle persone con disabilità, dei loro familiari e caregiver».
E da ultimo, ma non ultimo, la LEDHA e le altre organizzazioni hanno posto il problema di come individuare le persone con disabilità che, non beneficiando di particolari misure (Misura B1, progetti di vita indipendente, progetti per il “Dopo di Noi”) non risultano iscritte ad elenchi già immediatamente definibili.
«Dagli interventi di Moratti, Locatelli e Bertolaso – conclude il Presidente della LEDHA -, abbiamo ricavato la convinzione che le problematiche da noi esposte siano state recepite e che ci sia la volontà di operare quanto prima per fare in modo che tali indicazioni possano venire messe in pratica. Da parte nostra continueremo a svolgere nei confronti di Regione Lombardia un’opera di sollecitazione come quella attuata finora e a fare pressione affinché non si verifichino disomogeneità di comportamento tra le varie ATS e ASST». (S.B.)
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