«Ci si può immaginare l’angoscia che stanno vivendo queste persone, le loro famiglie, tutti gli altri ospiti e anche noi operatori? Ci si immagina cosa vorrebbe dire per un ragazzo con disturbo dello spettro autistico o per una ragazza con sindrome di Down essere intubati in ospedale? E non voglio neanche pensare a esiti ancora più drammatici. Chiedo dunque senza giri di parole a chi ha la responsabilità di rispondere, il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi: vogliamo aspettare che la situazione peggiori ulteriormente per capire che vaccinare le persone con disabilità è una priorità assoluta? Anche più, con tutto il rispetto, degli studenti attesi dalla maturità?».
Non intende certo usare mezzi termini Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS di Torino (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), dopo avere appreso che sei utenti e due operatori del Centro Residenziale per persone con disabilità di Via Fiesole, gestito dalla stessa ANFFAS del capoluogo piemontese, sono risultati positivi al Covid-19, in base ai tamponi molecolari effettuati con urgenza, in seguito alla febbre e al malessere manifestati da una ospite. I protocolli di sicurezza si sono attivati immediatamente, ma l’esito dei tamponi ha fatto scattare l’allarme anche per gli altri utenti (in tutto dodici) e per gli operatori che li assistono. «C’è allarme e rabbia – aggiunge D’Errico -, perché questo ennesimo dramma si poteva, anzi si doveva evitare».
Per quanto poi riguarda il riferimento agli studenti attesi della maturità, espresso dal Presidente dell’ANFFAS torinese, esso si rifà all’ipotesi di vaccinare i 35.000 studenti all’ultimo anno delle scuole superiori, avanzata a Roma dal presidente della Regione Piemonte Cirio al Governo, durante l’incontro di ieri, 30 marzo, con il generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid. «Sarei felicissimo se gli studenti potessero vaccinarsi – commenta a tal proposito D’Errico – per sostenere la maturità in presenza, perché anche nelle nostre famiglie ci sono ragazzi e ragazze attesi da questo importante passaggio. Ma, ancora una volta il problema è stabilire le priorità, perché c’è chi, senza vaccino, rischia di morire. Genitori e figli che non si vedono da più di un anno, senza vaccino!».
«In realtà – conclude – si tratterebbe semplicemente di rispettare le priorità già dettate dall’agenda vaccinale nazionale, dando la precedenza agli anziani e alle persone fragili. La Regione Piemonte, in ritardo e solo dopo le nostre pressanti sollecitazioni, aveva annunciato in pompa magna che da metà marzo sarebbero partite le vaccinazioni dei 6.000 ospiti dei Centri Residenziali e Diurni: ebbene, ad oggi, nelle tre strutture gestite a Torino dalla nostra Associazione siamo fermi a zero! E nemmeno gli operatori sono vaccinati, perché non considerati come sanitari. Già allora, inoltre, avevamo segnalato che sono da vaccinare con urgenza anche le migliaia di persone con disabilità che non vivono in struttura e i loro caregiver familiari: su questo aspetto continua un silenzio assordante. Chiedo dunque ancora una volta: cosa stiamo aspettando?». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: media@inspirecommunication.it (Daniele Pallante); segreteria@anffas.torino.it.
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