Contro le disuguaglianze subite dalle persone con dislessia e altri DSA

Ispirato da un giovane avvocato con dislessia e frutto di un impegno congiunto con l’ASLA (Associazione Studi Legali Associati), il protocollo sottoscritto dalla Corte d’Appello e dall’Ordine degli Avvocati di Milano consentirà ai candidati con DSA (disturbi specifici di apprendimento) di avvalersi, in sede d’esame, delle necessarie misure compensative e dispensative. Secondo l’AID (Associazione Italiana Dislessia), è «un importante messaggio simbolico e di speranza per un futuro in cui essere dislessici non dovrà più essere motivo di possibile discriminazione»
Disegno raffigurante una persona adulta con dislessia
Un disegno raffigurante una persona adulta con dislessia

Nel corso di un evento svoltosi nella mattinata di oggi (12 aprile), la Corte d’Appello di Milano e l’Ordine degli Avvocati del capoluogo lombardo hanno annunciato la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa sui DSA (disturbi specifici di apprendimento), che consentirà ai candidati con tali disturbi di avvalersi – in sede d’esame – delle misure compensative e dispensative previste dalla Legge 170/10 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in àmbito scolastico), le quali al momento non sono previste nei concorsi pubblici nazionali e negli esami di abilitazione all’esercizio di professioni.

L’iniziativa è stata il frutto di un lavoro congiunto tra la Corte d’Appello e l’Ordine degli Avvocati di Milano con l’ASLA (Associazione Studi Legali Associati) e ad ispirarla è stato una giovane persona con dislessia, l’avvocato Antonio Caterino, che oltre a manifestare apertamente le proprie difficoltà, si è battuto affinché anche ai candidati dislessici fossero assicurate pari opportunità di successo.
«Oltre a rappresentare un passo importante nella lotta alla diseguaglianza e all’ingiustizia – commenta Antonella Trentin, vicepresidente dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), che spesso riguardano le persone con DSA nel mondo del lavoro, l’iniziativa lancia anche un importante messaggio simbolico e di speranza per un futuro in cui essere dislessici non dovrà più essere motivo di possibile discriminazione. Ringraziamo dunque il generoso impegno dell’avvocato Caterino e la sensibilità dei rappresentanti della Corte d’Appello di Milano, dell’Ordine degli Avvocati e dell’ASLA, con l’auspicio che il loro esempio sia contagioso non solo per gli altri Ordini degli avvocati su tutto il territorio nazionale, ma anche per tutti gli Ordini di altre categorie professionali».

«Per le persone adulte con DSA che si affacciano al mondo del lavoro – sottolineano altresì dall’AID – questo è certamente un importante segnale di cambiamento, ma molto ancora resta da fare». E a tal proposito va innanzitutto segnalato il Disegno di Legge n. 712 (Modifiche alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, e altre disposizioni per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disturbi specifici di apprendimento), che ha come prima firmataria Anna Rossomando, il cui obiettivo è quello di consentire l’uso degli strumenti compensativi nei concorsi pubblici, nei test d’ingresso all’università, nell’esame teorico della patente e, appunto, negli esami per l’accesso agli Ordini. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@aiditalia.org.

La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici di apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.

L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità in particolare verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima riguardi circa 2 milioni di persone.
L’Associazione conta oltre 18.000 soci e 98 Sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. Essa lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate a questi disturbi. È aperta ai genitori e familiari di bambini con DSA, alle persone adulte con DSA, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).

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