«Da circa otto anni seguo mia madre, affetta da diverse patologie invalidanti, ventiquattr’ore su venti e per potermi prendere cura di lei ho dovuto rinunciare al lavoro, rallentare gli studi. A 45 anni mi mancano due esami alla Laurea Magistrale, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari, e alzandomi alle cinque del mattino riesco a dedicare allo studio non più di due ore al giorno»: lo ha raccontato alla testata «Quotidiano Sanità.it» Antonio Demarcus, che vive a Pattada, in provincia di Sassari. «Viviamo della sola piccola pensione del mio genitore – ha aggiunto –, con difficoltà anche economiche e dunque, sentendomi frustrato e preoccupato, ho intrapreso due anni fa una prima iniziativa per proporre la detassazione per gli studenti caregiver, richiesta che venne accolta dalla Rettrice dell’Università di Cagliari».
Dopo quell’iniziativa, Demarcus, protagonista nel frattempo anche di appelli a livello regionale e nazionale, perché venissero riconosciute ai caregiver familiari tutele utili ad agevolarne il riconoscimento sociale, e quindi anche al diritto allo studio, ha deciso di allargare la propria battaglia, chiedendo un analogo trattamento per tutti gli studenti caregiver. «Il tutto – ha precisato – considerando, oltre all’esonero delle tasse, anche la concessione di altre tutele, come l’abolizione dello status di “fuori corso”, la possibilità di essere sostenuti da borse di studio, la calendarizzazione degli esami, la didattica a distanza, comprensiva delle registrazioni audio e video delle lezioni, e ogni altra cosa che potesse essere di ostacolo alla nostra formazione, tenuto conto della situazione che ci vede, per ovvie ragioni, rallentare gli studi».
Ebbene, anche in questo caso, rispondendo alle sue istanze, l’Ateneo cagliaritano ha deciso di compiere un primo passo, modificando il Regolamento delle Tasse per l’Anno Accademico 2020-21, con l’introduzione dell’Esenzione per lo studente rientrante nella definizione di caregiver familiare.
«Forse è solo un primo “piccolo” passo – ha commentato Demarcus – che ritengo però vada sostenuto non solo a livello strettamente locale, rappresentando invece un principio di discussione da affrontare sia a livello regionale che nazionale, per far sì che i caregiver studenti possano trovare anch’essi, nel mondo universitario, una loro configurazione e dei diritti, quelli cioè rivolti a perseguire un percorso di studi, anche importante». (S.B.)
Ringraziamo per la segnalazione Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa).
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