«È stato super interessante… Mi hanno messo una voglia di vivere e di godermi la vita impressionante!». «Guardando i video abbiamo ascoltato due storie da prendere come esempio, soprattutto ci fanno capire che nonostante tutto bisogna continuare a crederci e non smettere di vivere, senza abbattersi e inseguendo sempre i propri sogni». «Emiliano e Omar ci hanno mostrato mostrano come è importante seguire le regole in strada per evitare incidenti, ma anche che è possibile rialzarsi dopo uno sbaglio». «Ho capito che in strada bisogna fare molta attenzione, perché un minimo di distrazione e un mancato rispetto delle regole da parte di noi stessi o degli altri potrebbero portarci a fare degli incidenti. La cosa che mi ha colpito più di tutte in questi video, però, è un ragazzo che racconta la sua vita dopo un incidente in strada e devo dire che la sua esperienza mi ha davvero colpito molto, perché nonostante tutto ciò che gli è accaduto lui è molto felice e ci ha dimostrato che nonostante la sua disabilità riesce a fare tutto»: da chi provengono questi commenti all’insegna dell’entusiasmo? Da alcuni dei circa tremila studenti di scuole medie e superiori di sessanta città di tutta Italia, coinvolti nel progetto di educazione stradale digitale denominato Non buttate via la vita in un secondo, ciclo di incontri virtuali a partecipazione gratuita, organizzati dal gruppo di piloti di motociclismo paralimpico dell’Associazione DI.DI-Diversamente Disabili, in collaborazione con OCTO Telematics. Un’iniziativa voluta segnatamente per sensibilizzare i giovani in modo chiaro e concreto, attraverso l’esperienza diretta di chi ha vissuto in prima persona un incidente stradale e la conseguente disabilità, sull’importanza dell’educazione, della sicurezza stradale e della prevenzione degli incidenti, ma anche per far conoscere loro il mondo della disabilità in una diversa prospettiva.
«A causa dell’emergenza sanitaria – spiega Emiliano Malagoli, presidente di Di:Di. – non siamo più potuti andare in presenza nelle scuole per condividere il nostro progetto di educazione stradale. Così lo abbiamo fatto diventare digitale e questo ci ha permesso di confrontarci con tantissime scuole che probabilmente non avremmo mai potuto raggiungere. Durante gli incontri, i ragazzi e le ragazze ci hanno sommerso di domande, a testimoniare il grande interesse che vi è su questi temi: ci auguriamo, a tal proposito, che vengano inseriti presto nel programma didattico obbligatorio».
Da segnalare che tutti i ragazzi e le ragazze sono stati anche chiamati a produrre elaborati e progetti sul tema della sicurezza stradale, sia in prima persona che lavorando con la propria classe. Tutti i loro lavori verranno valutati dai promotori del progetto e quello ritenuto migliore verrà premiato il 31 maggio prossimo. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Di.Di. – Diversamente Disabili (Silvia Scafati), silvia.scafati@virgilio.it.
I protagonisti del progetto
° Emiliano Malagoli: presidente di Di.Di.-Diversamente Disabili, istruttore dell’FMI (Federazione Motociclistica Italiana), pilota motociclista con disabilità, amputato alla gamba destra per un incidente in moto quando aveva 36 anni. Ha fondato Di.Di. per offrire ad altre persone con disabilità l’opportunità di ritornare su un due ruote, per passione o mobilità personale.
° Chiara Valentini: tecnico dell’FMI (Federazione Motociclistica Italiana), ha corso a livello agonistico vincendo il titolo europeo femminile nel 2006. Insieme ad Emiliano Malagoli, ha fondato nel 2013 l’Associazione Di.Di. di cui oggi cura la Segreteria.
° Omar Bortolacelli: trentaseienne, lavora presso la Centrale del 118 di Bologna. Da nove anni è in carrozzina a causa di un incidente sul lavoro procurato da un collega alla guida dell’ambulanza. Ha deciso di prendere in mano la propria vita, iniziando a praticare sport paralimpici e occupandosi del futuro dei giovani, andando nelle scuole a portare la sua esperienza. Ad oggi ha incontrato più di 5.000 ragazzi e ragazze.
° Luca Zavatti: atleta della Nazionale Italiana Calcio Amputati, lavora presso l’azienda telematica OCTO e da due anni è allenatore e giocatore dell’Associzione Sportiva Dilettantistica Fabrizio Miccoli Calcio Amputati. In questi anni ha incontrato 2.000 ragazzi e ragazze nelle Scuole Calcio Italiane, per raccontare la sua storia e come lo sport sia stato fondamentale per la sua rinascita.