Era il 2 marzo dello scorso anno, quando avevamo riferito le dichiarazioni di Roberto Traversi, allora sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, secondo il quale sarebbe dovuta arrivare presto in Parlamento la modifica dell’articolo 188 del Codice della Strada che disciplina il parcheggio gratuito tra le strisce blu per le persone con disabilità, quando gli spazi riservati siano già occupati o non presenti.
Quelle parole erano arrivate al termine di un incontro avuto dallo stesso Sottosegretario con Cittadinanzattiva e con la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), organizzazioni da tempo impegnate a far sì che venga uniformata a livello nazionale la norma riguardante appunto le strisce blu, superando quanto accade tuttora, ove sono i singoli Comuni che decidono se far pagare il parcheggio alle persone con disabilità munite di apposito contrassegno, oppure se concedere l’utilizzo gratuito degli spazi.
Ebbene, a quasi un anno e mezzo da quelle dichiarazioni, la storia sembra andare in tutt’altra direzione, se è vero che la bozza del Decreto Legge Trasporti Bis, presentata il 16 giugno scorso (Disposizioni urgenti per la realizzazione degli investimenti finalizzati alla riduzione del divario infrastrutturale, alla decarbonizzazione dei trasporti ed al rafforzamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, nonché in materia di sicurezza delle infrastrutture e della circolazione) di molte cose si occupa, ma non del provvedimento richiesto sulle strisce blu. Per questo, dunque, Cittadinanzattiva e la UILDM, affiancate da VERA Studio, Società di Consulenza che affianca pro bono le Associazioni civiche, hanno inviato una lettera ai ministri Enrico Giovannini (Infrastrutture e Mobilità Sostenibili) ed Erika Stefani (Disabilità), chiedendo una modifica dell’articolo 9 della bozza di Decreto Legge nel senso di «rendere ovunque gratuita la sosta sulle strisce blu per i veicoli dotati di apposito contrassegno europeo».
«I diritti – dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – devono essere garantiti ovunque allo stesso modo, mentre questa situazione mostra che alcuni Comuni fanno pagare la sosta oraria ai veicoli al servizio delle persone con disabilità, senza per altro garantire alle stesse un’adeguata mobilità. Basti pensare alle barriere architettoniche, ai marciapiedi bloccati e ai pochi posti dedicati, spesso occupati abusivamente da automobilisti. Non si può dunque pensare di far pagare la sosta sulle strisce blu, quando i pochi stalli dedicati sono spesso già occupati. E va anche ricordato che molti automobilisti che accompagnavano persone con disabilità sono stati persino multati per avere sostato sulle strisce blu senza pagare la tariffa oraria. Oltre al danno, quindi, la beffa!».
«Ciò che più dispiace – aggiunge Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM – riguarda Amministrazioni di città e comuni di medie e piccole dimensioni, spesso in località turistiche, che non vogliono rinunciare a modesti introiti, pur sapendo che la normativa, sia europea che nazionale, è improntata alla salvaguardia della nostra vita sociale. La mobilità sostenibile non è solo quella legata alla transizione ecologica delle auto o ai monopattini, ma è soprattutto quella legata al rispetto dei diritti della persona, come prevede la stessa Agenda 2030 delle Nazioni Unite».
«Nella bozza del Decreto Legge – conclude Francesco Schlitzer, amministratore delegato di VERA Studio – non vi è alcuna traccia di quanto abbiamo chiesto e che il Governo si era impegnato a fare. Vi è solo una generica indicazione ai Comuni di prevedere degli stalli dedicati alle persone con disabilità. Si tratta di una previsione che non cambia nulla rispetto alla situazione attuale. Eppure il Governo si era recentemente impegnato anche con una mozione presentata dalla deputata Lisa Noja a procedere in questa direzione». Una mozione, quella citata da Schlitzer, presentata esattamente il 26 aprile scorso, riguardante vari temi in àmbito di diritti delle persone con disabilità. (S.B.)
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