Nasce a Reggio Emilia un ristorante self service del tutto inclusivo

Un banco self service che agevola il passaggio delle pietanze a diverse altezze, spazi ampi, mappe tattili, un sistema di chiamata all’ingresso, un’"area calma" all’interno della sala ristoro, ove ridurre al minimo i rumori, stoviglie ergonomiche e altro ancora: è nato così, a Reggio Emilia, "RITA Pieve", ristorante self service completamente inclusivo, realizzato da CIRFOOD, impresa cooperativa italiana leader nella ristorazione collettiva, commerciale e nei servizi di welfare aziendale, in collaborazione con CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità)
Interno "RITA Pieve", Reggio Emilia
L’interno del nuovo ristorante self service “RITA Pieve” di Reggio Emilia

Il 18 giugno scorso CIRFOOD, impresa cooperativa italiana leader nella ristorazione collettiva, commerciale e nei servizi di welfare aziendale, ha inaugurato a Reggio Emilia RITA Pieve, ristorante self service completamente inclusivo, realizzato in conformità ai principi delineati da B. Diritto alla Bellezza, progetto promosso da Reggio Emilia Città Senza Barriere, a partire dall’assunto che l’incontro tra creatività e fragilità possa essere generativo di nuove opportunità di inclusione sociale.
Allestito in collaborazione con CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), attuale gestore del CRIBA (Centro Regionale d’Informazione sul Benessere Ambientale dell’Emilia Romagna), RITA Pieve si trova sul Viale Martiri di Piazza Tien an Men 2/20, nella frazione Pieve Modolena della città emiliana.

Il progetto è stato sviluppato secondo i criteri della progettazione inclusiva (Universal Design), ovvero l’approccio progettuale nel quale edifici, prodotti, servizi e ambienti vengono realizzati per soddisfare le esigenze di un pubblico più ampio e diversificato possibile, indipendentemente dalle caratteristiche individuali delle singole persone. Sotto questo profilo, l’organizzazione, all’interno dei ristoranti self service RITA, di alcuni focus group ha fatto sì che gli/le utenti finali del self service – le persone – venissero coinvolte nella progettazione, contribuendo ad individuare le soluzioni più adeguate alle loro caratteristiche. Pertanto, a RITA Pieve è possibile trovare un banco self service che agevola il passaggio delle pietanze a diverse altezze, spazi ampi, mappe tattili per facilitare la comunicazione e la fruizione degli ambienti, un sistema di chiamata all’ingresso (per attendere l’assistenza di un addetto in caso di necessità), un’“area calma” all’interno della sala ristoro (nella quale è richiesto ai/alle clienti di ridurre al minimo i rumori, al fine di preservare il comfort acustico dell’ambiente), e stoviglie ergonomiche che favoriscano la fruizione della pausa pranzo di tutti e tutte le clienti.
Il locale si estende su una superficie di oltre 550 metri quadrati e può ospitare fino a 122 posti a sedere nel rispetto delle regole del distanziamento sociale. Oltre al servizio self service, è previsto anche un angolo pizzeria, un bar e uno spazio esterno fornito di tavolini.

Mappa tattile, "RITA Pieve", Reggio Emilia
La mappa tattile posta all’ingresso di “RITA Pieve”

All’inaugurazione dei giori scorsi erano presenti Annalisa Rabitti, assessora alla Cultura, al Marketing Territoriale, alle Pari Opportunità e alla Città senza Barriere del Comune di Reggio Emilia, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Leris Fantini, socio fondatore di CERPA Italia, Chiara Nasi, presidente di CIRFOOD e Rossella Soncini, direttrice dell’Area Emilia Ovest di CIRFOOD.
Nel sito di CIRFOOD si possono leggere le dichiarazioni delle diverse figure intervenute all’inaugurazione. «Abbiamo fortemente voluto questo progetto – ha sottolineato Chiara Nasi – perché mette al centro l’importanza dell’inclusione e del benessere per le persone, con l’obiettivo di consentire a tutti di avere le stesse opportunità di partecipazione e socializzazione in ogni aspetto della quotidianità. Questo locale, pensato per essere bello per tutti, è stato realizzato con il coinvolgimento degli utenti finali, allo scopo di portare benefìci sociali alla comunità, attraverso politiche di inclusione, accessibilità e integrazione culturale. RITA Pieve rappresenta, infatti, il nostro modo di intendere il concetto di ristorazione: nutrire le persone, migliorandone il benessere e contribuendo, al contempo, allo sviluppo dei territori».

«Voglio ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito a realizzare questo progetto – ha affermato poi Luca Vecchi, – che sottolinea e porta alla comunità un valore di sensibilità culturale ed etica sui temi dell’accessibilità e sui diritti dei più fragili. Da sempre CIRFOOD si contraddistingue per il modo in cui fa innovazione e nel corso degli anni è riuscita a portare innovazione anche nel modo in cui comunica i propri valori, arrivando ad includere anche quello dell’accessibilità e soprattutto della cultura dell’alimentazione per tutti. Spero sia un’esperienza di riferimento per altri locali e realtà del genere».

Con il proprio intervento, quindi, l’assessora Annalisa Rabitti ha voluto sottolineare l’importanza della modalità partecipata: «Oggi a Reggio Emilia – ha dichiarato – apre il primo ristorante self service inclusivo d’Italia, un nuovo spazio pieno di bellezza e accessibile, un luogo davvero per tutte e tutti. È il frutto di un lungo percorso partecipato, partito nel gennaio del 2019, all’interno del progetto Reggio Emilia Città Senza Barriere, con un workshop esperienziale realizzato all’interno di un locale RITA, dove alcuni rappresentanti di CIRFOOD hanno lavorato, si sono confrontati e hanno pranzato insieme a un gruppo di persone con disabilità, toccando con mano le problematiche e facendo esperienza pratica di differenza. Un vero e proprio laboratorio immersivo che ha dato vita alla progettazione per la ricerca e lo sviluppo di un ristorante self service realmente inclusivo. Un grazie prima di tutto alle persone con disabilità che hanno partecipato e ci hanno aiutato a vedere con occhi diversi il locale».

Servizi igienici di "RITA Pieve", Reggio Emilia
Un’immagine dei servizi igienici del nuovo ristorante self service

A manifestare soddisfazione sono stati anche Leris Fantini, figura “storica”, come detto, di CERPA Italia, e Piera Nobili, che ne è la presidente, la quale, pur non potendo presenziare all’evento, ha fatto pervenire un proprio messaggio.
«Reggio Emilia – secondo Fantini – ha dimostrato che i temi dell’accessibilità e del benessere ambientale diventano un approccio indispensabile per offrire una qualità di vita migliore, soprattutto per le persone più deboli che vivono la città e che usufruiscono dei suoi servizi. Con CIRFOOD abbiamo avuto modo di andare in questa direzione, approfondendo il processo creativo e di ricerca verso soluzioni sempre più idonee sui temi della edilizia e della comunicazione per un accesso al punto ristoro sempre più ospitale. Replicare il modello e diffonderlo in tutta Italia sarà adesso il passaggio successivo».
«Siamo orgogliosi di questa collaborazione per diversi motivi – ha fatto sapere dal canto suo Nobili –: abbiamo infatti riscontrato una forte motivazione e disponibilità da parte di CIRFOOD e dei suoi tecnici, nel perseguire un approccio progettuale innovativo e di ricerca a scala edilizia, d’arredo e di comunicazione. Questa esperienza ha dato modo di gettare solide basi per una nuova cultura dell’ospitalità e della cura, un processo in divenire che vedrà attivarsi anche la verifica d’uso degli interventi e la formazione, senza dimenticare la partecipazione diretta dei cittadini, fra cui persone con disabilità, per la rilevazione e il confronto sulle esigenze. CERPA Italia, in particolare attraverso il progetto CRIBA, auspica dunque una città sostenibile che favorisca interventi i quali abbiano a cuore il bene-essere e il bene-stare di coloro che la abitano, integrando criteri progettuali, quali accessibilità, usabilità, sicurezza, comfort e riconoscibilità».

Infine Rossella Soncini ha spiegato che «questa nuova apertura fa parte di un importante piano pluriennale di investimenti che CIRFOOD ha pianificato sul territorio e che sta realizzando per innovare il format commerciale RITA. Un piano che abbiamo dovuto interrompere a causa della pandemia, ma che oggi, finalmente, riparte». (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: Teresa Bernabè (tbernabe@webershandwickitalia.it).
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti dovuti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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