7.182 scuole statali che fra il 2016 e il 2021 hanno aderito al progetto, con più di 235.000 docenti che hanno completato con successo il percorso formativo gratuito dall’inizio dello stesso: bastano questi numeri a decretare il successo di Dislessia Amica, proposta formativa dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), seguita regolarmente anche dal nostro giornale, e realizzata in collaborazione con la Fondazione TIM, come promotore e sostenitore, d’intesa con il Ministero dell’Istruzione.
Si tratta, lo ricordiamo, di un percorso formativo gratuito, su piattaforma e-learning (“teleapprendimento”), fruibile da tutto il corpo docente degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia e quelle paritarie, e volta a implementare le modalità e le strategie di apprendimento più adeguate per gli studenti con DSA (disturbi specifici di apprendimento, quali dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia. Se ne legga ampiamente nel box in calce).
Tracciando ora un bilancio di cinque anni, l’AID ricorda innanzitutto che «alla prima edizione del progetto (2016-2018), è seguito, tra il 2019 e quest’anno, Dislessia Amica Livello Avanzato, secondo ciclo di formazione, terminato nel marzo scorso, con un modulo conclusivo caratterizzato da contenuti specifici in base all’ordine e grado scolastico di appartenenza del docente iscritto. Questo secondo ciclo ha raggiunto 6.592 istituti scolastici, registrando un incremento nelle iscrizioni del 10% di scuole rispetto al biennio 2016-2018. In particolare, sul totale delle scuole iscritte, il 30% si sono avvicinate per la prima volta al percorso formativo, segno, questo, che la sensibilità del mondo scolastico sui temi dei DSA è alta».
Altri dati: sono stati 4.602 gli istituti che hanno conseguito la certificazione di Scuola Dislessia Amica, mentre dei 171.830 docenti iscritti dal proprio istituto al percorso formativo, il 74% ha superato il corso.
Interessante anche l’esito concernente la distribuzione regionale, che per numero di scuole iscritte è risultata piuttosto equilibrata su tutto il territorio italiano: in testa la Lombardia (15%), seguita da Campania (11%), Sicilia (10%), Lazio (9%) e Puglia (8%).
Tra le Province più virtuose, Roma è in vetta con 424 scuole iscritte, seguita da Napoli (404), Milano (291), Torino (209), Bari (183) e Palermo (171).
«Riteniamo che questo progetto – sottolinea Andrea Novelli, presidente dell’AID – sia senz’altro unico nel suo genere in Italia e i numeri sono davvero confortanti. Grazie a un impegno costante, siamo infatti riusciti a conseguire un risultato importante nel percorso di sensibilizzazione e formazione dei docenti sui DSA, che in Italia riguardano circa 2 milioni di persone. Confidiamo dunque che le metodologie di insegnamento inclusive apprese durante il percorso di e-learning continuino ad essere applicate quotidianamente, nel rispetto del Piano Didattico Personalizzato (PDP) e di tutti gli altri diritti previsti dalla Legge 170/10 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in àmbito scolastico), migliorando la qualità di vita dei nostri ragazzi e ragazze tra i banchi di scuola».
Da segnalare in conclusione che alla metà di maggio, per ripercorrere le tappe fondamentali di questi cinque anni di Dislessia Amica e tracciare il percorso futuro verso una scuola sempre più accessibile e inclusiva, l’AID ha anche promosso il convegno online, significativamente intitiolato “Dislessia Amica”: punto di arrivo o tappa intermedia? (S.B.)
L’albo delle scuole che hanno conseguito la certificazione di Scuola Dislessia Amica, in almeno una delle due edizioni del corso, è disponibile a questo link. Per ogni ulteriore informazione: Comunicazione AID (Gabriele Brinchilin), comunicazione@aiditalia.org; Ufficio Stampa AID (Francesca Rossi Lunich), (f.lunich@gruppolife.com).
La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.
L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità in particolare verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima riguardi circa 2 milioni di persone.
L’Associazione conta oltre 18.000 soci e 93 Sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. Essa lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate a questi disturbi. È aperta ai genitori e familiari di bambini con DSA, alle persone adulte con DSA, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).