Scomparso nel 2009, Candido Cannavò fu un grande giornalista, direttore per lungo tempo della «Gazzetta dello Sport», con uno stile personale riconosciuto a tutti i livelli. Egli ebbe anche modo di “incrociare” la disabilità, pubblicando tra l’altro, nel 2005, il libro E li chiamano disabili. Storie di vite coraggiose difficili stupende, che venne anche presentato a suo tempo sulle nostre pagine.
In sua memoria, il Circolo Navigli Artisti e Patriottica di Milano ha istituito dieci anni fa un premio, per ricordarne i princìpi morali da lui sempre sostenuti, e nei giorni scorsi il riconoscimento è andato pr la prima volta a una donna, alla nota atleta paralimpica e non solo Giusy Versace, con la seguente motivazione: «Non solo testa, non solo cuore, esempio poliedrico e indiscusso di successi, sempre pronta a nuove sfide per grandi traguardi».
A consegnare il premio sono stati il figlio di Cannavò, Alessandro e il giornalista Claudio Arrigoni, alla presenza anche della signora Franca, moglie di Cannavò. «Sono molto emozionata – ha dichiarato Versace per l’occasione – perché il libro E li chiamano disabili, che mi fu regalato appena uscita dall’ospedale, fu per me illuminante, aiutandomi ad approcciarmi a questa nuova vita con occhi nuovi e diversi. Ritirare un riconoscimento in ricordo di Candido Cannavò non può dunque che inorgoglirmi e darmi ulteriore spunto per andare avanti su questa strada, nella speranza che il mio impegno sportivo, polito e sociale possa contribuire ad accelerare quel cambiamento culturale necessario nei confronti di chi vive con una disabilità». (S.B.)
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