Spiagge tropicali, mare cristallino, templi bellissimi fanno della Thailandia una meta turistica ambìta, ma dietro a questa immagine idilliaca, la “perla del Sud-Est asiatico” nasconde anche un mondo sommerso di dolore: quello delle persone con disabilità, rifiutate e spesso emarginate dalla loro stessa comunità e famiglia. In base infatti a una certa concezione del buddhismo, esse considerano la disabilità come una “punizione” per il male commesso nella vita precedente e a causa di questa credenza, molte famiglie vivono oggi i propri cari con disabilità come una colpa, arrivando a non registrarli all’anagrafe e a privarli di ogni forma di diritto umano [la Thailandia, per altro, avrebbe ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sin dal 29 luglio 2008 e il Protocollo Opzionale alla Convenzione stessa il 2 settembre 2016…, N.d.R.].
Nel tentativo di far fronte a questa situazione, sin dal 1995 i missionari della Fondazione Centro PIME di Milano hanno fondato il Centro Educativo San Giuseppe, una struttura residenziale che accoglie bambini, giovani e adulti con disabilità, con l’obiettivo di aiutarli a diventare sempre più autonomi e ad inserirsi nella società.
L’istituto si trova nella città di Phrae, nella Diocesi di Chiang Rai, territorio a Nord del Paese abitato da oltre 2 milioni e 600.000 persone, che vivono soprattutto tra le montagne e in aree rurali, in situazioni di povertà ed emarginazione.
Nata come casa-famiglia, nel corso degli anni la struttura è cresciuta al punto da diventare un vero e proprio punto di riferimento socio-educativo e riabilitativo, grazie alla vasta offerta di attività e programmi multidisciplinari. In più lo staff del Centro, composto da fisioterapisti e insegnanti di sostegno, affianca da sempre al lavoro in loco una campagna di sensibilizzazione rivolta alle famiglie degli ospiti e alla loro comunità di appartenenza, per promuovere il rispetto del prossimo e la consapevolezza della dignità umana.
Dal 1995 ad oggi sono state più di duecento le persone con disabilità assistite, trenta giovani solo nell’ultimo anno, uno dei quali si è iscritto alla Facoltà di Linguistica dell’Università di Chiang Mai, mentre altri tre, finita la scuola secondaria, frequentano corsi di computer, economia ed elettronica, presso il Centro per Persone con Disabilità dei Missionari Redentoristi nella città di Pattaya.
E tuttavia, pur essendo ormai conosciuto e radicato sul territorio, il Centro San Giuseppe si trova da anni in gravi difficoltà finanziarie, che ne mettono costantemente a rischio la sopravvivenza, non consentendo i necessari lavori ordinari e straordinari di tenuta. Per questo è nato il progetto M002 – Centro San Giuseppe, una raccolta fondi senza limiti di tempo o cifre pensata da Fondazione PIME per sostenere il Centro nella sua importante opera sociale, capace di donare anche alle persone più fragili una prospettiva di vita pienamente umana.
Tra gli interventi ritenuti essenziali e ancora da attuare, colpisce in particolare la mancanza di un ascensore nella scuola Angeli Custodi, frequentata da bambini e bambine con disabilità residenti al Centro, che le insegnanti di sostegno sono costrette quotidianamente a portare in spalla ai piani alti dell’edificio, nonché l’assenza, nella stessa scuola, di un servizio igienico fruibile da bambini e giovani con disabilità.
Qualche dettaglio in più sulle attività del Centro San Giuseppe nel quale l’educazione è alla base di ogni programma di promozione umana e inclusione sociale, proprio a partire dalla categoria di beneficiari più giovani. I bambini e le bambine con disabilità, provenienti dalla provincia di Phrae e da altre zone circostanti, vengono ospitati e seguiti per tutto l’anno scolastico, senza trascurare alcune visite di controllo durante il periodo di vacanza che trascorrono in famiglia. Le attività loro dedicate prevedono fisioterapia giornaliera, assistenza medico-ospedaliera, inserimento nella scuola pubblica primaria e nella scuola secondaria, accompagnamento scolastico, supporto, attività ricreative e sportive, per unire il gioco all’attività motoria e riabilitativa, oltre a gite d’istruzione sul territorio.
La struttura, va aggiunto, apre le porte anche agli adolescenti e agli adulti senza istruzione o che abbiano dovuto abbandonare gli studi. Il programma riabilitativo e formativo loro dedicato comprende sedute di fisioterapia giornaliera, assistenza medico-ospedaliera, corsi di formazione professionale, corsi di alfabetizzazione promossi dall’Ufficio Provinciale della Pubblica Istruzione, supporto per il recupero degli anni scolastici, attività riabilitative e sportive, gite d’istruzione sul territorio e infine attività manuali, come il laboratorio di cartotecnica, che consente ai partecipanti di contribuire attivamente ai propri bisogni personali attraverso la vendita degli oggetti realizzati.
E da ultimo, ma non ultimo, il Centro offre anche un servizio di riabilitazione a domicilio, pensato per tutte le persone che a causa di età o problemi familiari non possano essere inserite nella struttura. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Lucilla Denti (luci.denti@gmail.com).
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