Avviato nel 2017 nel Distretto di Monza-Desio, dopo avere vinto il bando Welfare in azione della Fondazione Cariplo, il progetto lombardo TikiTaka – EquiLiberi di essere, di cui ci siamo già occupati in diverse occasioni, è nato per dare la possibilità alle persone con disabilità di realizzare il proprio percorso di vita all’interno della comunità di appartenenza, in rispondenza ai propri desideri e volontà.
Quell’iniziativa si è successivamente evoluta nella Rete TikiTaka-FCMB, sempre allo scopo di condurre azioni volte a favorire l’inclusione delle persone con disabilità, creando comunità più accoglienti all’interno delle quali la diversità sia riconosciuta e valorizzata.
Ora la Rete ha lanciato il progetto TikiTok, ovvero Raccontare esperienze di vita vera, per dare voce, in sostanza, ad una parte di ciò che si sta costruendo da quattro anni sul territorio di Monza e Brianza.
«TikiTok – spiegano i promotori – è un format immaginato per dare piena visibilità alle esperienze di vita dei protagonisti della rete. Come si fa a vivere da soli quando si ha una disabilità? Trovare un lavoro è difficile? Cosa significa dedicare anima e corpo a una passione sportiva? Sono questi i macrotemi al momento affrontati dalle prime video testimonianze di TikiTok, tematiche che ripercorrono in maniera franca e diretta quello che la Rete TikiTaka-FCMB ha costruito e alimenta giorno dopo giorno».
In sostanza TikiTok si compone di singole puntate, pubblicate di volta in volta in YouTube, nonché nel sito del progetto TikiTaka, episodi che puntano ad allargare ancor di più il raggio d’azione della Rete, mostrando al di fuori dei classici circuiti lavorativi e/o istituzionali tutto ciò che è stato fatto. Un progetto, insomma, inserito all’interno della più ampia attività di comunicazione della Rete stessa che da circa un anno sta cercando sempre di più di dare vita ad una memoria collettiva, a un possibile modello riproducibile in altre comunità.
«Riteniamo fondamentale – dichiara a tal proposito Giovanni Vergani, coordinatore della Rete TikiTaka–FCMB – andare oltre al proprio operato, creando occasioni per confrontarsi e riflettere, strumenti con cui raccontare il lavoro di rete. Solo così possiamo fare cultura e dare vita a un patrimonio che resti a servizio di tutti. I primi anni ci siamo concentrati prettamente sul tessere le basi di quella che oggi è una vera e propria rete, mettendo in campo progetti, avviando un dialogo continuo con le Amministrazioni di riferimento, i cittadini, gli operatori e le persone con disabilità del territorio. Oggi questa attività continuiamo a farla, arricchita dalla voglia di esportare positive esperienze di vita, e di progetto».
Sono intenti, quelli sottolineati dal coordinatore Vergani, che vengono perseguiti accanto ad altre iniziative degne di nota, quali i Quaderni di TikiTaka, collana di approfondimenti in forma scritta circa le buone pratiche adottate nei diversi tavoli tematici di cui si compone la Rete, insieme alla formazione interna con le comunità di pratiche e alle tavole rotonde organizzate online con il coinvolgimento di autorevoli relatori. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa Tramite (Gloria Pulici), g.pulici@tramite.it.
TikiTaka – EquiLiberi di essere: un po’ di storia del progetto
È un progetto di cui il nostro giornale si è già occupato in varie occasioni, avviato in Lombardia dal Distretto di Monza-Desio e aggiudicatosi tra l’altro la selezione del terzo Bando Welfare in Azione, indetto dalla Fondazione Cariplo.
L’iniziativa è nata nel 2017 per affrontare una questione cruciale per le persone con disabilità, ovvero la possibilità di realizzare il proprio percorso di vita all’interno della comunità di appartenenza, in rispondenza dei propri desideri, trovando nel territorio di vita non solo un’occasione di inclusione, ma anche la possibilità di esprimere il proprio valore, e dunque di contribuire come parte attiva alla costruzione del bene comune.
Al centro del progetto vi è stata l’attivazione di una rete di soggetti del territorio, dalle famiglie ai servizi, fino alle associazioni sportive, alle imprese, ai commercianti, percepiti come risorse preziose da impiegare nella coprogettazione e nell’attuazione di esperienze concrete che possano appunto fare emergere il valore sociale delle persone con disabilità.