FISH: la strada dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie

Intervista a Vincenzo Falabella*
Caratterizzato, tra l’altro, da un confronto con numerosi rappresentanti delle forze politiche e alcuni esponenti istituzionali, a partire da due Ministri e un Sottosegretario del Governo, il Congresso Nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), intitolato “Capiamo il presente per orientare il futuro. Pandemia, Disabilità e Resilienza”, ha fatto registrare un’ampia partecipazione. A tracciarne un bilancio, delineando anche le prossime linee di azione delle Federazione, è il presidente della stessa Vincenzo Falabella
Congresso FISH, 17 luglio 2021
Un fermo immagine dell’incontro con i rappresentanti istituzionali, durante il Congresso della FISH (ringraziamo l’Associazione AICE per la collaborazione)

Ampiamente presentato anche sulle nostre pagine, si è svolto nei giorni scorsi, in modalità online, il Congresso Nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), intitolato Capiamo il presente per orientare il futuro. Pandemia, Disabilità e Resilienza, evento che ha fatto registrare un’ampia partecipazione, caratterizzato, tra l’altro, da un confronto con numerosi rappresentanti delle forze politiche e alcuni esponenti istituzionali, a partire da due ministri e un sottosegretario del Governo. A tracciarne un bilancio, delineando anche le prossime linee di azione delle Federazione, è il presidente della stessa Vincenzo Falabella.

Che cosa si proponeva la FISH con un Congresso come questo, aperto a tutti e al quale sono stati chiamati a partecipare numerosi autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e della Politica?
«L’impatto del tutto negativo portato dalla pandemia nei confronti delle persone con disabilità è emerso in ogni sua evidenza, sia a livello nazionale che internazionale, determinando un ulteriore isolamento ed esclusione dalla società di tali persone e delle loro famiglie, in particolare nelle strutture residenziali che le ospitano, ma anche nei confronti di coloro che vivono in casa propria, quasi sempre assistiti da un familiare o da un assistente personale.
Non a caso, quindi, abbiamo voluto intitolare il nostro Congresso Capire il presente per orientare il futuro, con un sottotitolo come Pandemia, Disabilità e Resilienza, invitando appunto rappresentanti politici delle varie posizioni parlamentari, per chiamare tutti loro a precise responsabilità, esprimendo un’istanza precisa: vogliamo ripartire dopo la pandemia con una situazione in cui le persone con disabilità e le loro famiglie non dovranno più essere trattate come un “corpo separato” nella società! E su questo chiediamo anche riflessioni ampie e profonde sulla necessità di dare vita a un nuovo sistema di welfare, basato sui diritti umani delle persone con disabilità. Questo abbiamo chiesto agli esponenti della politica e anche ai Ministri del Governo Draghi intervenuti al nostro Congresso».

Siete soddisfatti delle risposte ottenute?
«Decisamente sì, anche di fronte a chi poteva pensare a una semplice “passerella di visibilità” per i politici che hanno partecipato alla nostra due giorni. Abbiamo visto infatti che così non è stato, se è vero che dagli interventi è emersa la precisa volontà da parte della politica italiana di intensificare il confronto con il nostro intero movimento, per pianificare politiche di intervento mirate a migliorare la qualità di vita delle presone con disabilità e delle loro famiglie. Insomma, non interventi “spot propagandistici”, ma vere assunzioni di responsabilità politica.
A tal proposito riteniamo importanti le dichiarazioni d’intento riguardanti la volontà di arrivare a una classe specifica di concorso per gli insegnanti di sostegno – una nostra ormai “antica” battaglia – ma anche quelle concernenti la deistituzionalizzazione delle persone con disabilità, oltre all’esigenza di considerare l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità come il primo referente per tutte le questioni riguardanti la disabilità, senza dimenticare l’impegno ad approvare in tempi relativamente rapidi il Disegno di Legge sui caregiver familiari. Il tutto potenziando in risorsa i diversi Fondi attualmente esistenti.
Ritengo tutto ciò decisamente importante e ne ho avuto conferma anche dai messaggi ricevuti successivamente al Congresso da parte dei politici, che hanno manifestato apprezzamento per la capacità della FISH di sollecitare il dibattito culturale, politico, sociale ed economico sui nostri temi “di punta”».

Una FISH, quindi, che continua a proporsi come “catalizzatore” di proposta e dibattito, tenendo sempre aperta l’interlocuzione con “coloro che decidono”…
«A giudicare dall’esito di questo Congresso, devo dire di sì. Si è trattato infatti di un confronto realmente aperto a tutti i cittadini e le cittadine, e i dati che abbiamo registrato mostrano una partecipazione molto ampia, ciò che decisamente ci conforta. Tutto questo ha consentito di alimentare un dibattito costruttivo propositivo e autorevole su numerosi temi. Una due giorni in cui abbiamo rappresentato con chiarezza, agli esponenti istituzionali e politici, le istanze pressanti che arrivano quotidianamente dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, sull’isolamento, la segregazione, le discriminazioni che si verificano ancora frequentemente nel mondo del lavoro, della scuola e nei confronti delle donne con disabilità. Si può dire che abbiamo “invertito l’onere della rivendicazione”, alla luce del confronto già da tempo avviato con i nostri territori, con chi vive in prima persona la disabilità, con le famiglie: la posizione assunta dalla nostra Federazione, dunque, è la sintesi di questo articolato, complesso e partecipato confronto, che rende conto di numeri talora davvero “spaventosi” dietro ai quali ci sono le persone. Dietro infatti al logo della FISH ci sono le storie vive delle persone e le testimonianze di chi all’interno dei territori si spende per l’associazionismo e la tutela delle persone con disabilità: è con loro che abbiamo costruito dal basso i temi di questa due giorni e li abbiamo esposti a chi ha il compito di assumere le decisioni a livello nazionale e non solo».

Cosa prevede ora per la FISH il futuro a breve e medio termine, in un Paese che ancora non sa se sia veramente uscito dall’emergenza sanitaria e sociale?
«Da un punto di vista interno, continuiamo e continueremo a rafforzare a tutti i livelli la struttura della nostra Federazione, sia sul piano organizzativo che su quello della comunicazione. In questi ultimi mesi, infatti, abbiamo ad esempio internalizzato e potenziato i servizi di HandyLex , che è diventato il nostro Centro Studi Giuridici, così come è stato fatto per la stessa presente testata “Superando.it”, di cui la FISH è editore. Ci siamo inoltre dotati di una struttura interna ben definita con funzioni e organigramma specifici. E ancora, abbiamo osato nel progettare la Casa delle Associazioni che avrà un ruolo fondamentale nella costruzione e nella proposizione delle future politiche del nostro Paese. Intendiamo investire in formazione, sui giovani, sul potenziamento dei territori, di modo che la FISH possa essere sempre più vicina alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Tutto questo sarà reso possibile grazie anche all’enorme lavoro condotto da ogni singola Associazione aderente alla Federazione. In sostanza si può dire che la FISH è forte e coesa perché tali sono le Associazioni che ne fanno parte».

E da un punto di vista “esterno”?
«Oltre a pensare a nuovi momenti di confronto con i decisori istituzionali e politici, come quello appena vissuto, intendiamo naturalmente continuare il nostro lavoro di interlocuzione e pressione a tutti i livelli, per far sì che le dichiarazioni di intento, gli impegni presi a parole diventino atti concreti, volti a migliorare giorno dopo giorno la condizione di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie delle quali non abbiamo mai negoziato i diritti e non intendiamo certo farlo ora. Metteremo quindi a fattore comune l’autorevolezza del nostro movimento associativo, per cogliere positivamente la sfida futura che deriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per riordinare le politiche e contribuire da subito a migliorare l’attuale sistema, per dare risposte certe e non più rinviabili ai bisogni di ogni singolo cittadino e cittadina con disabilità. La FISH è nata per questo e questa resta la missione della Federazione: la strada, dunque, non cambia, lavoreremo invece per potenziarla sempre di più. E se questo sarà possibile, non lo sarà di certo solo grazie al sottoscritto e alle sue forze, ma in forza della collaborazione di un nutrito gruppo di alti dirigenti associativi, che anche in occasione del Congresso dei giorni scorsi ha messo in luce tutte le sue preziose potenzialità».

Presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

L’intera registrazione del Congresso Nazionale FISH è disponibile a questo link (rispettivamente prima e seconda giornata). Per ogni altra informazione: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).
Sui temi “di punta” del Congresso e sullo svolgimento del Congresso stesso, «Superando.it» ha già pubblicato i seguenti testi:
° Dopo la pandemia le persone con disabilità chiedono un nuovo futuro
° Alunni e alunne con disabilità: voltare pagina, dopo l’isolamento della pandemia
° Tutelare salute e occupazione dei lavoratori e delle lavoratrici con disabilità
°
Ai ministri e ai politici: un nuovo futuro per le persone con disabilità
° “Capiamo il presente per orientare il futuro”: oggi e domani il Congresso FISH
° FISH: le storie vive della disabilità esposte alle Istituzioni e alla Politica

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