«In questo spazio dedicato al turismo accessibile ci rivolgiamo a persone con disabilità motoria, illustrando le nostre esperienze personali e tramutandole in indicazioni pratiche per le mete turistiche, a partire dalla nostra Regione, la Campania»: così Adele Fiorenza e Angelo Fusillo, «una coppia disabile-accompagnatore – come essi stessi si erano definiti – sempre insieme nella vita, anche quando vanno in giro per il mondo», avevano presentato a suo tempo il blog COMMA 2, ovvero Turismo accessibile in Campania e nel mondo.
Ne ospitiamo oggi il racconto di una loro visita all’Acquario di Napoli, riaperto al pubblico nel giugno scorso in una nuova veste.
Chiuso da diversi anni, l’Acquario di Napoli è stato riaperto al pubblico nel giugno scorso nella sua nuova veste. La struttura adesso è pienamente accessibile alle persone in sedia a rotelle ed è dotata di impeccabili servizi igienici attrezzati per persone con disabilità. L’accesso all’Acquario è gratuito per queste ultime e a prezzo ridotto per l’accompagnatore.
Va chiarito subito che chi si aspettasse una struttura fantasmagorica tipo Acquario di Genova o Oceanario di Lisbona rischia una cocente delusione, che già si è manifestata sui social da parte di persone che evidentemente non avevano mai frequentato l’Acquario prima della chiusura. L’Acquario di Napoli, infatti è una grande sala espositiva nata nel 1874 per illustrare il lavoro della Stazione Zoologica Anton Dohrn, creata nel 1872 per la ricerca nei settori della biologia marina e dell’ecologia.
Dal sito web dell’Acquario stesso si ricava questo testo che ne spiega la struttura: «Collocato al piano terra l’Aquarium era collegato, e lo è tutt’oggi, direttamente al mare da un canale sotterraneo. L’opera ingegneristica fu affidata all’inglese William Alford Lloyd, che aveva già elaborato gli acquari di Londra ed Amburgo. Le sale espositive ricevevano luce naturale dalle finestre laterali e dai lucernai e la semioscurità così generata rendeva la visita ancor più immersiva.
Oggi l’impianto architettonico è rimasto invariato. I lavori di restauro e di necessario ammodernamento hanno consentito il mantenimento delle antiche vasche espositive dedicate agli ambienti del Golfo di Napoli e alle peculiarità della sua vita marina, dotandole dei più moderni e sofisticati sistemi tecnologici per assicurare il benessere degli organismi che lo popolano.
Di particolare interesse è il murenario, che rappresenta le strutture di allevamento delle murene (murenari) ideate dagli antichi Romani e ben conservate nell’area archeologica sommersa di Gaiola a Capo Posillipo. Un’altra novità è costituita dalla vasca del polpo, organismo antico straordinario che ha un ciclo vitale di circa due anni e un’intelligenza simile a quella dei mammiferi».
Terminata la visita all’Acquario, che tra l’altro entusiasma molto i bambini, ricordiamoci che siamo all’interno della Villa Comunale, uno dei principali giardini storici di Napoli e quindi sul Lungomare, dove sono presenti tantissimi ristoranti. Fra essi ce ne sono sicuramente due che rispondono ai requisiti delle persone con disabilità motoria, con servizi igienici attrezzati, vale a dire Mammina e Rosso Pomodoro.
A questo link nel blog COMMA 2 di Adele Fiorenza e Angelo Fusillo, sono disponibili numerose belle immagini riguardanti l’Acquario di Napoli. Per ogni altra informazione: angelofusillo3@gmail.com.