113 atleti impegnati in 16 delle 22 discipline previste (atletica leggera, badminton, canoa, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, tennistavolo, sollevamento pesi, taekwondo, tiro a segno, tiro con l’arco, triathlon), ovvero la delegazione italiana più numerosa di sempre, che dal 24 agosto al 5 settembre parteciperà ai XVI Giochi Paralimpici Estivi di Tokyo.
Ben volentieri diamo spazio, di seguito, al messaggio diffuso in questi giorni da Luca Pancalli, presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico).
Partecipare a una Paralimpiade è sempre un’emozione grandissima. È in occasioni come questa che ogni atleta percepisce con forza l’importanza e la responsabilità di rappresentare il proprio Paese. Vestire la maglia azzurra, infatti, significa sicuramente portare in alto nel mondo il nome dell’Italia, ma anche, a mio avviso, farsi carico dei sogni e delle ambizioni di un Paese intero che attraverso lo sport vuole emozionarsi, gioire, inorgoglirsi.
Questi Giochi hanno, però, un valore ancora più grande. Dal giorno del rinvio durante il periodo del lockdown del 2020, la prospettiva è stata sempre quella di guardare all’edizione del 2021 come alla luce in fondo al tunnel per un’umanità ritrovata nel segno dello sport.
Lo sport dunque, ancora una volta, ha l’occasione di inviare un segnale fortissimo all’intero pianeta: il ritorno alla normalità, con l’impegno e il sacrificio di tutti, è possibile. D’altronde non è la prima volta che l’importanza dei Giochi travalica la dimensione sportiva inserendosi, spesso con un messaggio di pace, in equilibri sociali e politici delicati. Ma questa volta siamo di fronte a un passaggio epocale. Siamo di fronte al primo grande evento sportivo globale dalla ufficializzazione della pandemia.
L’Italia paralimpica si presenterà a Tokyo con la delegazione più numerosa di sempre a maggioranza femminile, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto in questi anni dalle Federazioni e dalle Società Sportive, sia nella promozione dello sport fra le persone con disabilità fisiche, intellettive e sensoriali che nella preparazione degli atleti e delle atlete verso obiettivi agonistici importanti.
Il nostro Paese è consapevole di partecipare a questi Giochi da protagonista e di rappresentare, ormai da diversi anni, un punto di riferimento nel mondo dal punto di vista sportivo e organizzativo. Un’attenzione che certamente ci gratifica ma, allo stesso tempo, ci spinge a dare il massimo. Vogliamo continuare a rappresentare un’eccellenza internazionale.
Un altro aspetto dei Giochi che ci sta particolarmente a cuore, in ogni edizione, ma in particolare in quella che ci accingiamo a vivere, è la legacy [“ricadute”, N.d.R.].
Ogni Paralimpiade ha sempre rappresentato un passo in avanti nella promozione di una diversa percezione della disabilità, nel Paese ospitante e nel mondo. La grande copertura mediatica delle Paralimpiadi degli ultimi anni ha favorito la nascita di una nuova consapevolezza sul tema della disabilità e stimolato riflessioni preziosissime sia sul ruolo sociale dello sport che sul concetto di abilità.
Mai come in questo momento storico vi è stata una così alta attenzione nei confronti dello sport e dei suoi valori.
La pandemia ha fatto comprendere a tutti noi, ancora più a fondo, l’importanza dello sport come pezzo di politiche pubbliche del Paese per la promozione del benessere psico-fisico nonché per l’inclusione di tutti gli individui, nessuno escluso.
Ci auguriamo, dunque, che Tokyo possa accendere, ancora di più, i riflettori sullo sport come diritto universale inalienabile.
Da uomini e donne di sport, naturalmente, non ci avventuriamo in nessun tipo di pronostico. Ci auguriamo di tornare in questa sede con un bagaglio di successi, ma soprattutto con tante storie da raccontare. Storie che possano sempre più ispirare tante italiane e tanti italiani, con o senza disabilità. Ma intanto… Forza Azzurri!
Ringraziamo per la collaborazione l’Associazione Sportiva Dilettantistica per Disabili POLHA di Varese.
Presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico).
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