Salvare il lavoro (e il sogno) di quelle persone con sindrome di Down

Ha lasciato sgomenti l’affondamento, dovuto ad una falla nella carena, del ristorante galleggiante “Ca’ Moro” di Livorno, avvenuto pochi giorni fa. Ha lasciato sgomenti perché il “Ca’ Moro” non è un ristorante qualsiasi, ma è il ristorante gestito dalla Cooperativa Sociale Parco del Mulino in cui lavorano persone con sindrome di Down. Ma Livorno si sta riprendendo in fretta e nel tempo di poche ore sono già state intraprese diverse iniziative di solidarietà, per salvare quella bella realtà
Livorno, Ca' Moro affondato, agosto 2021
Un militare della Guardia Costiera davanti allo scafo affondato, che ospitava il ristorante galleggiante “Ca’ Moro”

Una falla divenuta sempre più grande nella carena a prua della barca: pare sia stata questa la causa dell’affondamento, il 20 agosto scorso, del Ca’ Moro nella Darsena Vecchia, a Livorno, davanti al monumento dei Quattro Mori. Un affondamento che nemmeno i Vigili del Fuoco e la Capitaneria di Porto, prontamente intervenuti, sono stati in grado di scongiurare.

Per chi non lo conoscesse, il Ca’ Moro [presentato già molto tempo fa anche su queste pagine, N.d.R.] è il ristorante galleggiante della Cooperativa Sociale Parco del Mulino in cui lavorano persone con sindrome di Down. Ne scriviamo al presente perché la città toscana si sta già mobilitando con una raccolta fondi e altre iniziative supportate dal Comune di Livorno per «non far naufragare il sogno». È stato infatti Daniele Tornar, fondatore e presidente della cooperativa sociale Parco del Mulino dal 2017 al 2019, a parlare di questo progetto come di un sogno, paventando che oltre all’imbarcazione rischiasse appunto di affondare anche il sogno coltivato per anni.
«Lanceremo un appello alla città affinché ci aiuti – aveva detto a “Livorno Today” – altrimenti il sogno di questi ragazzi rischia di interrompersi qui. Le prospettive sono difficilissime, per togliere l’imbarcazione, se potrà, dovrà intervenire Bettarini [agenzia di noleggio gru, N.d.R.], che è l’unica realtà su Livorno che ha la possibilità di prenderla, metterla su un pianale e trasportarla in un cantiere, oppure addirittura dovrà essere rimossa pezzo per pezzo. Non ci dimentichiamo che a bordo lavoravano una cuoca, un aiuto cuoca e due camerieri, che vivevano di questo. Se la città non ci aiuta, tutto rischia di finire qui».

Era già successo, nel novembre dello scorso anno, che il Parco del Mulino facesse appello alla città, quando, dopo le chiusure anti-Covid, Tornar aveva rivolto ai e alle livornesi un invito per sostenere l’attività della Cooperativa, ottenendo, in risposta, centinaia di ordini per la pizza d’asporto. E la città sta rispondendo anche adesso: l’Amministrazione Comunale, infatti, in collaborazione con la Fondazione LEM e il Cortomuso Festival, sta organizzando per il prossimo 25 agosto un concerto di beneficenza all’Ippodromo Caprilli cui, tra gli altri, parteciperà, anche l’artista livornese Enrico Nigiotti; è stata inoltre attivata la raccolta fondi Salviamo il lavoro dei ragazzi del Ca’ Moro ospitata sulla piattaforma GoFundMe; o ancora si può contribuire andando a mangiare la pizza al Parco del Mulino.
Insomma, quando la solidarietà chiama, di solito Livorno risponde. (Simona Lancioni)

Il presente testo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcune modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.

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