«Torino è da sempre la città dei film festival tematici, con rassegne quali Seeyousound, Cinemambiente, Lovers e molte altre. Si sentiva però la mancanza di un focus specifico sulla disabilità. Abbiamo quindi pensato di colmare questa lacuna attraverso il Disability Film Festival, scommessa che siamo riusciti a condurre in porto, nonostante le mille difficoltà legate alla pandemia. Il nostro obiettivo è quello di far uscire la tematica dai suoi luoghi tradizionali e istituzionali, portandola a confrontarsi con il mondo esterno, con la città e con i linguaggi espressivi, veri e propri ambasciatori di una rivoluzione culturale possibile. E anche la scelta di realizzare la manifestazione in Via Baltea, 3, nel quartiere Barriera di Milano, va intesa in questa prospettiva»: così Marco Berton, coordinatore del primo Disability Film Festival di Torino, presenta questa manifestazione, che prevede dal 17 al 19 settembre prossimi, tre intense giornate di film, libri, musica, il tutto organizzato dall’Associazione torinese Volonwrite, con il sostegno di numerose Istituzioni e la partnership di varie Associazioni e l’intenzione di affrontare la tematica della disabilità a trecentosessanta gradi, superando gli stereotipi e i pregiudizi che storicamente la attanagliano e ne contaminano la rappresentazione, attraverso storie e persone in grado appunto di ribaltare le prospettive di pietismo da una parte, di “eroismo” dall’altra verso un approccio di “normalità”.
«C’è fervore tra noi – commenta Mauro Costanzo, presidente di Volonwrite – per questo primo “ciak” di un progetto in cui crediamo molto e che ci offrirà l’opportunità di riflettere sulla disabilità attraverso film, libri e sport con una cifra che ci è consueta. Siamo particolarmente orgogliosi di poter contare su un programma ricco e variegato con ospiti di rilievo, tra i quali mi permetto di citare Martina Caironi, pluricampionessa paralimpica. In tal senso cercheremo di cavalcare l’onda lunga delle Paralimpiadi di Tokyo in termini di entusiasmo, di ottica volta al positivo e anche, aspetto che ci riguarda da vicino, nella prospettiva della narrazione».
A spiegare poi il titolo scelto per questo esordio, ovvero Modi di essere, è Carmen Riccato, direttrice Artistica del Festival: «Con il titolo Modi di essere – dichiara – abbiamo l’intenzione di rappresentare la nostra prospettiva rispetto alla tematica trattata: è un punto di vista interno che sbaraglia l’impasse linguistica di cui è intriso il politically correct che vuole farsi inclusivo e a cui siamo abituati nella narrazione quotidiana. Siamo infatti circondati da professionisti della comunicazione e dello spettacolo che presentano le persone con disabilità come sofferenti o come se la diversità fosse qualcosa di altro, esterno alla persona stessa. Il nostro approccio ha un carattere fortemente identitario, nella convinzione che la disabilità influenzi – nel bene e nel male – il modo in cui stiamo al mondo e in cui ci relazioniamo con gli altri. Sullo schermo, tra le pagine o le note, le persone saranno al centro della quotidianità e del proprio universo interiore; i lavori presentati corrono lungo il margine di storie autentiche, non sempre consolatorie, ma certamente vere».
Partiamo dunque dagli ospiti d’onore del Festival, che saranno innanzitutto l’attivista e scrittore Luca Trapanese, primo uomo single ad avere adottato una bambina con sindrome di Down in Italia, e la già citata campionessa paralimpica Martina Caironi. Il primo, oltre a presenziare alla cerimonia di inaugurazione (venerdì 17, ore 17), presenterà sabato 18 (ore 15) il proprio libro Nata per te – Storia di Alba raccontata tra noi, scritto con Luca Mercadante (Einaudi, 2018), mentre Caironi risponderà alle domande di Marco Berton (sabato 18, ore 16.30), nel corso di una speciale intervista e a quelle di Carmen Riccato, oltreché successivamente a quelle del pubblico, insieme al regista Marco Zuin, dopo la proiezione del film Niente sta scritto (sabato 18, ore 20.45) di cui è protagonista insieme al compianto giornalista Piergiorgio Cattani.
Per quanto riguarda i film, la selezione si è concentrata principalmente su cortometraggi e mediometraggi documentari di produzione indipendente, alcuni dei quali già pluripremiati durante prestigiosi festival nazionali e internazionali.
Venerdì 17, dunque, è in programma alle 18 Tutti pazzi per Paolo di Donato Canosa, storia del rapporto e della comune passione per il cinema tra uno studente autistico dodicenne e il proprio insegnante di sostegno, seguito (ore 21) da Crisalidi di Mirko Locatelli (di cui segnaliamo anche un’ampia intervista pubblicata a suo tempo sulle nostre pagine), film realizzato attraverso una serie di interviste a ragazze e ragazzi sul proprio modo di vivere la disabilità.
Sabato 18, quindi, è prevista, in apertura di serata (ore 20.30), la proiezione dei cortometraggi A Woman Like Me di Isabel Morales Bondy (in prima nazionale), storia del viaggio in Nepal di una donna danese sordocieca e dell’incontro con un’altra donna che vive la stessa condizione e di If You Knew di Stroma Cairns, descrizione del rapporto tra due fratelli sordi. A seguire il citato Niente sta scritto di Marco Zuin.
Domenica 19, infine, spazio all’approfondimento delle tematiche della sessualità e dell’affettività con Indimenticabile di Gianluca Santoni (ore 17.15), storia della prima esperienza di intimità di una giovane donna con disabilità e Non è amore questo di Teresa Sala (ore 18), viaggio nella sfera privata della protagonista Barbara Apuzzo.
Da ricordare che dopo tutte le proiezioni è previsto un incontro con i registi.
Altro appuntamento particolarmente degno di nota, previsto per domenica 18 (ore 15), sarà quello con il giornalista e scrittore Matteo Spicuglia, autore di Noi due siamo uno. Storia di Andrea Soldi, morto per un TSO (ADD, 2021), libro basato su uno dei fatti di cronaca più discussi degli ultimi anni. Né mancheranno momenti di confronto con personalità del mondo della cultura, quali l’artista Marta Telatin e la scrittrice Alessandra Cinque (protagoniste della cerimonia d’apertura), e della comunicazione, come la critica esperta di cinema non convenzionale, diritti umani, politiche culturali e del lavoro Chiara Zanini.
E da ultima, ma non ultima, la musica, con la partecipazione di artisti indipendenti della scena torinese, quali la cantante e musicista italo-colombiana Estel Luz, il cantautore indie Ama il Lupo e il trombettista e compositore Ramon Moro. Ci saranno inoltre il dj set curato da Luciano (storico dj del Fluido) da e Gianluca “Cato” Senatore (chitarrista dei The Bluebeaters), mentre il Festival verrà anche “raccontato” dal vivo attraverso i disegni dello scrittore e vignettista Claudio Marinaccio. (S.B.)
A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento sul Disability Film Festival Modi di essere (con l’elenco dei partner di Volonwrite). Gli ingressi saranno gratuiti su prenotazione (biglietti disponibili sulla piattaforma Eventbrite). L’accesso sarà consentito solamente con Green Pass e dopo misurazione della temperatura corporea. Tutti gli eventi e le proiezioni saranno resi accessibili attraverso interpretariato LIS, sottotitolazione e audiodescrizione. Per ogni ulteriore informazione: dff.volonwrite@gmail.com.