Storie ordinarie e meno ordinarie di ascensori e di seggi elettorali

«Due casi eclatanti verificatisi a Bologna e a Roma – scrivono dall’Associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti – fanno dire che l’Italia è piena di condomìni in cui gli inquilini si oppongono ad installare l’ascensore, oppure di ascensori guasti che non vengono mai riparati, o ancora di seggi inaccessibili che non permettono alle persone con disabilità di votare. Ed è anche piena di posti vietati alle persone con disabilità, negozi, impianti sportivi, fino a scuole mai a norma e bagni “paranormali”. Tutte discriminazioni di cui nessuno ha contezza o vuole avere contezza. Per quanto ancora?»

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Lombardia: bene quella Delibera Regionale che ha al centro il progetto di vita

«Questa Delibera pone al centro la tutela del benessere delle persone con disabilità attraverso la realizzazione del loro “Progetto di vita” e il mantenimento di un rapporto con il contesto di appartenenza»: la Federazione lombarda LEDHA accoglie con favore una Delibera approvata dalla propria Giunta Regionale, che fornisce indicazioni sul funzionamento delle Unità di Offerta Socio-Assistenziali per le persone con disabilità, in particolare gli SFA (Servizi di Formazione all’Autonomia) e i CSE (Centri Socio-Educativi), in analogia con quanto già fatto per le strutture socio-sanitarie

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Quello che la Relazione sulla Legge 68 non dice

«Merita qualche riflessione in più – scrive Marino Bottà – la “Nona Relazione sullo stato di attuazione della Legge 68/99” (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”), riguardante gli anni 2016, 2017 e 2018, a partire dalla considerazione che anche in questo caso i dati raccolti sono poco attendibili, quantitativamente incerti e qualitativamente assenti. Come si potrà dunque riformare il Collocamento Disabili e utilizzare in modo efficace le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, basandosi su quei dati? Ma cerchiamo comunque di essere ottimisti, restando però sempre vigili»

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Quel gravissimo caso di segregazione scolastica

«In attesa dello sviluppo delle indagini e dell’accertamento di ogni responsabilità, siamo già di fronte a un gravissimo caso di segregazione scolastica, che ci pone al fianco dei genitori dell’alunno con disabilità che hanno deciso di denunciare»: lo dichiara Vincenzo Falabella, presidente della Federazione FISH, a proposito della vicenda riguardante un ragazzo con disturbo dello spettro autistico, trovato nudo e sporco dei suoi stessi escrementi nella palestra di una scuola di Castellammare di Stabia (Napoli), fatto sul quale la Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta

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Il 10 ottobre dell’AIPD di Roma, in varie piazze della Capitale

«Sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e i media, e richiamare la massima attenzione sulla reale possibilità di inserimento nella società civile delle persone con sindrome di Down, oltreché sulle difficoltà quotidiane che incontrano insieme alle loro famiglie: gli obiettivi di questa Giornata Nazionale sono più che mai importanti, uscendo poco per volta dal periodo dalla pandemia»: lo dicono dall’AIPD di Roma (Associazione Italiana Persone Down), che il 10 ottobre, Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down, sarà presente nella Capitale con numerosi gazebo informativi

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Le misure per raggiungere la parità di genere ci sono: non resta che adottarle!

Dopo che l’ONU ha indicato la parità di genere tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030 e l’Unione Europea ha promosso una propria Strategia per la Parità di Genere, anche l’Italia lo ha fatto, inserendo la propria Strategia tra gli interventi previsti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della riforma del “Family Act”. Cinque le priorità individuate, con misure trasversali riguardanti anche le donne con disabilità. Le misure specifiche da attuare per raggiungere i vari obiettivi sono ben dettagliate per ogni asse di intervento: non resta che adottarle!

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Quando si capirà che abbattere tutte le barriere sarebbe un vantaggio per tutti?

«Il presupposto all’eliminazione di tutti gli altri tipi di barriere – scrive Donata Scannavini – riguarda le barriere culturali, ossia il modo in cui viene considerata la persona con disabilità dalla società. In questo senso un cambiamento di rotta è possibile e in parte sta già avvenendo; certo, le spinte contrarie ci sono – mantenere lo status quo è sempre più rassicurante ed economico –, ma si tratta di contrastarle attraverso buone pratiche, per dimostrare con i fatti che permettere anche a chi ha una disabilità di dare il proprio contributo alla società è più vantaggioso per tutti»

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