«Serve nuova consapevolezza verso la prevenzione e nell’educazione dei cittadini per far loro comprendere come la vista sia un dono prezioso che, una volta compromesso se non si agisce in tempo, porta irreversibilmente alla perdita delle funzioni visive»: lo dichiara Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), in occasione della Giornata Mondiale della Vista di oggi, 14 ottobre, evento che – come abbiamo già scritto in altra parte del giornale – è dedicato alla prevenzione di tutte quelle malattie oculari che, se non curate, possono pregiudicare la qualità visiva.
La Giornata viene promossa ogni anno il secondo giovedì del mese di ottobre dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), e dallo IAPB, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, insieme alla World Blind Union, l’Unione Mondiale dei Ciechi. Dal canto suo, l’UICI sta promuovendo in questi giorni moltissime iniziative nelle città italiane, dall’organizzazione di visite oculistiche gratuite, ad eventi di informazione sulla complessità dell’occhio umano e come difenderlo dai danni prodotti dall’abuso dei dispositivi elettronici; dalle attività di orientamento sui nuovi ausili informatici accessibili per l’apprendimento, dedicata a studenti non vedenti totali e parziali, a quelle rivolte a studenti e insegnanti per la prevenzione dei problemi della vista durante lo studio; dalle conferenze informative sulla cultura della prevenzione, in collaborazione con università e presìdi ospedalieri del territorio, alla divulgazione e distribuzione di materiali informativi in piazze e luoghi-simbolo delle città; dall’organizzazione di convegni e momenti di approfondimento tecnico, fino alla promozione di campagne su temi specifici, quali la riabilitazione visiva o le opportunità della telemedicina.
«La crisi economica e sociale derivata dall’emergenza Covid – sottolinea ancora Barbuto – ha ulteriormente peggiorato una situazione già grave in sé, perché le persone da un lato sono state costrette dalla pandemia a rimandare a tempi migliori le visite oculistiche e spesso anche le cure, dall’altro hanno vissuto situazioni di maggiore stress per i propri occhi, trascorrendo molto più tempo davanti a PC e dispositivi elettronici per via dello smart working e della didattica a distanza. A tal proposito, non possiamo permetterci che una situazione già delicata precipiti ulteriormente, gravando su tutta la collettività e sulle famiglie, in cui la presenza di persone ipovedenti o con patologie gravi e in forte aumento come la maculopatia, il glaucoma o la retinopatia diabetica ha un impatto enorme sulla qualità della vita dell’intero nucleo familiare. Con ancora maggior forza quest’anno, abbiamo impegnato tutta la nostra organizzazione e le nostre strutture sul territorio in uno sforzo a tutto campo di presidio delle piazze e di attivazione di iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e alle istituzioni locali e regionali perché la prevenzione e la lotta al rischio di cecità diventino una priorità».
«Il tempo per agire è adesso – conclude il Presidente dell’UICI – anche perché il fenomeno dell’ipovedenza, anticamera della cecità assoluta e della disabilità visiva grave, è difficile da intercettare e monitorare, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne denuncia la crescita in tutto il mondo, e già oggi si stima che siano circa 240 milioni le persone colpite da ipovisione e cecità a livello globale. Da questo punto di vista il nostro Paese deve fare di più. In primo luogo occorre dare piena e più ampia attuazione alla Legge 284/97 [“Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati”, N.d.R.], che affida alle Regioni la gestione di programmi di prevenzione tramite finanziamento ministeriale, con campagne di informazione che illustrino alla cittadinanza la necessità di sottoporsi a controlli periodici fin dalla giovane età. In secondo luogo è essenziale allocare nuove risorse destinate a indagini epidemiologiche su scala territoriale e nazionale che consentano di stimare con maggiore precisione la portata di questa emergenza. Ci auguriamo pertanto che le Istituzioni ascoltino la nostra voce già con l’occasione della prossima Legge di Bilancio e poi in seno all’attuazione degli interventi sviluppati all’interno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Angela La Terra (angela_laterra@yahoo.com).