La stazione piena di barriere di una piccola città: e altrove come va?

Casarsa della Delizia, 8.500 abitanti in provincia di Pordenone: una stazione senza sollevatori, rampe, scivoli o pendenze che permettano a chi si muove in carrozzina di raggiungere i binari e di poter quindi fruire in autonomia dei vari servizi, anzi costringendo quelle persone ad attraversare i binari con tutti i rischi connessi. E vagoni dei treni senza un sistema di carico delle carrozzine. La locale Associazione Laluna denuncia la situazione, supportata dal proprio Comune, e arriva una prima risposta che appare confortante. Ma quante altre piccole città d’Italia vivono situazioni simili?

Stazione ferroviaria di Casarsa della Delizia (Pordenone)

La stazione ferroviaria di Casarsa della Delizia (Pordenone)

Un caso specifico, ma che probabilmente è analogo a quello di molte altre piccole città del nostro Paese: è quello riguardante la stazione ferroviaria di Casarsa della Delizia, cittadina con poco meno di 8.500 abitanti in provincia di Pordenone, che ha visto in questi giorni la locale Associazione Laluna rivolgersi direttamente con una lettera-appello alla Direzione Generale di Rete Ferroviaria Italiana, per chiedere se e quali siano gli interventi previsti per la rimozione delle barriere architettoniche in essa presenti. Un’azione che a fianco di tale organizzazione vede anche l’Amministrazione Comunale di Casarsa della Delizia.

A spiegare l’attuale situazione nella lettera-appello è stato Francesco Osquino, presidente dell’Associazione Laluna: «Nella stazione di Casarsa non vi sono sollevatori, rampe, scivoli o pendenze che permettano a chiunque si muova con il supporto di una carrozzina di raggiungere i binari e di poter quindi fruire in autonomia dei servizi offerti dal Gruppo RFI. Per una persona con disabilità motoria diventa impossibile circolare all’interno della stazione: per poter accedere ai binari, infatti, tranne che al primo (che però vede un ridotto passaggio di treni, mentre sui successivi passa il grosso dei convogli passeggeri soprattutto sulla tratta Venezia-Udine e poco oltre su quella Casarsa-San Vito al Tagliamento), quella persona è costretta ad attraversare i binari stessi, in quanto non sono presenti sistemi negli attuali sottopassaggi adatti alle carrozzine né tanto meno ascensori che ne permettano la movimentazione. Ma non solo, alla persona con disabilità motoria, infatti, risulta complicato anche prendere il treno in autonomia, data la mancanza, sui vagoni di Trenitalia, di un sistema di carico per le carrozzine, situazione oltremodo inaccettabile in un mondo moderno, dinamico e automatizzato come il nostro».

Per questo, dunque, dopo avere raccolto alcune testimonianze di disagio e sofferenza in merito a tale questione, Laluna ha chiesto alla Rete Ferroviaria Italiana «se vi sia già in programma, nel breve periodo, un intervento per poter sanare tale situazione, che non solo rende impossibile l’autonomia per le persone con ridotta mobilità, ma costringe gli enti del nostro territorio che ne hanno a cuore la sorte a ricorrere all’assistenza continua di operatori ed educatori».

«Siamo al fianco dell’Associazione Laluna – dichiara dal canto suo Lavinia Clarotto, sindaca di Casarsa della Delizia – per risolvere questa problematica che da tempo anche come Amministrazione Comunale abbiamo sollevato, da ultimo nel laboratorio di rigenerazione urbana che abbiamo organizzato lo scorso anno: speriamo che la Rete Ferroviaria Italiana possa a breve porvi rimedio. Capiamo bene che per realizzare l’intervento servano risorse importanti, ma questi limiti all’accessibilità della rete del trasporto pubblico non sono più accettabili. Proprio in questo periodo, tra l’altro, la nostra Amministrazione è impegnata nella redazione del PEBA, il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, cui faranno seguito interventi puntuali per una Casarsa più accessibile e inclusiva: rimuovere gli ostacoli e consentire a tutti di muoversi in sicurezza e autonomia è una questione di civiltà».

La lettera-appello, dunque, è arrivata a destinazione, producendo la prima seguente risposta da Trenitalia: «In merito all’argomento propostoci e per quanto di nostra competenza [Trenitalia svolge funzione di vettore e in particolare di trasporto di breve percorrenza: pertanto la missiva è stata inoltrata alla Rete Ferroviaria Italiana, N.d.R.], possiamo riferirvi che il contratto di servizio di prossima sottoscrizione con la Regione Friuli Venezia Giulia prevede gradualmente la completa sostituzione dei convogli più datati con treni di nuova generazione, attrezzati in modo da rendere agevole la salita e la permanenza a bordo alle persone con difficoltà motorie».

«Questa dei treni – ha commentato Osquino – è certamente una buona notizia e speriamo che quanto comunicato possa divenire realtà nel più breve tempo possibile. Nel frattempo, però, attendiamo, in pieno spirito collaborativo, risposte sulla stazione, visto che la situazione attuale per le persone con difficoltà motorie è davvero insostenibile».

Accade a Casarsa della Delizia, 8.500 abitanti in provincia di Pordenone. E altrove in Italia, qual è oggi la situazione di accessibilità di stazioni e treni? (S.B.)

Per ogni altra informazione e approfondimento: Ufficio Stampa Associazione Laluna (Michela Sovrano), michela.sovrano@gmail.com.

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