Basta con queste discriminazioni sulla mobilità e sull’accesso alla cultura!

Diciassette giovani con disabilità intellettiva e/o relazionali lasciati letteralmente a piedi con i loro accompagnatori e un noto festival cinematografico in cui la proiezione dei film non riguarderà affatto la maggioranza delle persone con disabilità: sono i due recenti episodi di discriminazione denunciati nel capoluogo piemontese dall’ANFFAS della città, che fanno dire a Giancarlo D’Errico, presidente di quest'ultima: «È ora di dire basta: chiediamo che intervengano tutte le Istituzioni coinvolte. Non tolleriamo più queste vergognose discriminazioni, contrarie all’etica e alla civiltà»

Dito puntato di un uomo«È ora di dire basta: chiediamo che intervengano tutte le Istituzioni coinvolte. Non tolleriamo più queste vergognose discriminazioni, contrarie all’etica e alla civiltà»: a dichiararlo è Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS di Torino (Associazione Nazionale Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), denunciando con forza due episodi di discriminazione nei confronti di persone con disabilità intellettiva e relazionale, che hanno riguardato in questi ultimi giorni il capoluogo piemontese.

La prima vicenda fa riferimento a quanto accaduto in occasione di un importante evento sportivo presentato anche sulle nostre pagine, vale a dire la manifestazione Rowing for Paris – Paralympic Games 2024, quindicesima edizione della regata internazionale che ha messo insieme il canottaggio paralimpico (pararowing) e quello di Special Olympics, il movimento dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, curata tradizionalmente dalla Società Canottieri Armida.
Ebbene, come informa il Presidente dell’ANFFAS di Torino, a conclusione di quell’evento, «diciassette giovani con disabilità e i loro accompagnatori, che dovevano prendere la navetta dalla Stsazione di Porta Susa all’Aeroporto di Caselle, sono stati trattati male e letteralmente lasciati a piedi, anche se erano i primi della fila e, comunque, dovrebbe essere loro garantito un accesso prioritario. La scusa era che non avevano già fatto il biglietto a terra, quando si può fare a bordo e non è garantita alcuna prelazione a chi ne è già fornito, come ci è stato confermato dal servizio di informazione della Società SAGAT, che si occupa della gestione e dello sviluppo dell’aeropoprto torinese. Un episodio incomprensibile, quindi, contrario alla logica, all’etica e alle più elementari regole di convivenza civile».
«In questi giorni – aggiunge D’Errico – la nostra città è sotto i riflettori del mondo con le ATP Finals di tennis e sono tanti altri gli eventi, sportivi e non solo, che ci accompagneranno da qui al Natale, insieme a una notevole ripresa del turismo. Ma siamo sicuri di essere pronti ad accogliere le persone con disabilità e con esigenze speciali?».

«Questi giovani – continua D’’Errico – sono stati vittima di un sopruso e la nostra Associazione non può tollerare che avvengano fatti simili. Il tutto, inoltre, è stato reso ancora più grave dal fatto che i familiari e gli accompagnatori, in questi frangenti, sono costretti loro malgrado a lasciar correre, per non esporre i propri cari con disabilità intellettiva a uno stress per loro intollerabile. Si tratta quindi di una vergognosa mancanza di sensibilità e attenzione che non può passare sotto silenzio. Chiediamo pertanto intervenga l’azienda per presentare le proprie scuse e che se ne occupi anche la Giunta Comunale appena entrata in carica, per far capire a tutti se la tutela dei diritti delle persone con disabilità rientra tra le loro priorità».

«È in gioco – conclude il Presidente dell’ANFFAS torinese – la stessa capacità di accoglienza e di inclusività della nostra città. Che senso ha, per esempio, avere i tram accessibili e le pensiline no? Siamo sicuri che alberghi, ristoranti e musei, siano fruibili per tutti i tipi di disabilità, considerando che quella fisica riguarda non più del 10% delle persone con disabilità, mentre quella intellettiva e relazionale interessa due persone con disabilità su tre? Aspettiamo risposte e siamo a disposizione per mettere a disposizione le nostre conoscenze e la nostra esperienza».

Come detto inizialmente, purtroppo, un altro episodio di discriminazione riguarda Torino e nello specifico una manifestazione nota e importante come il Torino Film Festival, in programma dal 26 novembre al 4 dicembre prossimi.
Qual è il problema in questo caso? Che la mancanza di barriere architettoniche permetterà l’accesso alle proiezioni alle persone con disabilità fisica, ma che nessun film è stato pensato o adattato alle esigenze della stragrande maggioranza delle persone con disabilità, nonostante l’obbligatorietà della resa accessibile dei film italiani sia stata inserita nella cosiddetta “Legge sul Cinema” (Legge 220/16) e le manifestazioni patrocinate e/o finanziate dalla Città di Torino debbano essere fruibili a tutti.
«Alla presentazione del Torino Film Festival – sottolinea infatti D’Errico – abbiamo constatato che nessuna proiezione era stata prevista come accessibile alle disabilità, a tutte le disabilità, nonostante le assicurazioni ricevute a inizio anno dall’Associazione +Cultura Accessibile, di cui la nostra organizzazione fa parte. Solo dopo le rimostranze di Daniela Trunfio, presidente della stessa +Cultura Accessibile, è stato assicurato che alcune proiezioni sarebbero state accessibili alle persone sorde, oltre che alle persone con disabilità fisica. E gli altri disabili? Figli di un dio minore? Non degni di essere considerati consumatori di cultura? Evidentemente per gli organizzatori del Festival qualcuno è più uguale degli altri, come nella Fattoria degli animali di orwelliana memoria».

Proprio al Museo del Cinema di Torino, tra l’altro, era stato presentato nel 2019 il Manifesto per l’’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.], documento che traccia le linee guida per un cinema realmente accessibile, redatto proprio da +Cultura Accessibile-Cinemanchìo. Tra le proposte concrete avanzate dal modello vi erano: audiodescrizioni fruibili dall’utente tramite cuffie consegnate agli spettatori o tramite app utilizzate con il proprio dispositivo; sottotitoli presenti nel film stesso o integrati da app per leggerli su adeguati supporti; adattamento ambientale consistente in luci tenui e volume audio moderato.
«Anche alla luce di questo – conclude il Presidente dell’ANFFAS di Torino – non possiamo accettare questa discriminazione tra le disabilità. L’indifferenza delle istituzioni verso i nostri diritti sta diventando insopportabile. Chiediamo quindi la questione venga affrontata da chi organizza il Torino Film Festival e da chi lo finanzia, pretendendo che la fruizione della cultura sia sempre aperta a tutti, che accoglienza e inclusione vengano finalmente riaffermati come valori imprescindibili. Anche in questo caso, naturalmente, siamo pronti a collaborare per trovare la soluzione, ma non a sopportare l’indifferenza». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: media@inspirecommunication.it (Daniele Pallante).

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