Per non perdere la memoria delle iniziative più importanti, che hanno costellato mezzo secolo di vita dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), alcune delle quali hanno segnato vere e proprie pietre miliari nel progresso sociale e culturale dei ciechi italiani, ne proponiamo qui di seguito un riassunto, cercando di lasciare da parte la falsa modestia e di rivendicare i successi e le iniziative veramente innovative a favore delle persone con disabilità visiva di cui possiamo vantare la paternità e la primogenitura, anche perché se non lo facciamo noi, non lo fa nessuno o addirittura càpita che siano altri ad attribuirsene il merito.
Non è una lista lunghissima, ma è particolarmente significativa, perché ha segnato le tappe della sempre maggiore inclusione sociale dei non vedenti e dell’ampliamento della loro sfera di autonomia, in piena sintonia con i compiti fissati dallo Statuto Sociale della nostra Associazione.
Da zero a diverse migliaia di radioamatori ciechi
Cinquant’anni fa, negli Anni Settanta, non esisteva internet, né ovviamente skype e neppure le tariffe agevolate per le chiamate interurbane o le schede economiche per le telefonate internazionali: parlare con altre città o con altre nazioni era estremamente costoso. Inoltre, non erano così lontani i tempi pioneristici in cui con qualche valvola e un filo di antenna, magari nascosto sotto le tegole del tetto, degli avventurosi pionieri emuli di Marconi scoprivano nuove applicazioni delle leggi della fisica e sfidavano le restrittive normative statali dell’epoca.
E tuttavia, l’emozione di fare l’ultima saldatura nel circuito, nel collegare il tasto dell’alfabeto Morse o il microfono e ascoltare una lontana risposta che perveniva attraverso l’etere, magari dall’altra parte del mondo, presupponeva conoscenze tecniche, manualità raffinata e continuo controllo dei quadranti degli strumenti elettrici. Tutta roba per chi aveva una buona vista.
Subito intervennero dunque il genio e la ferrea volontà di Pietro Spriano, primo presidente dell’ADV, che registrò sui grossi nastri magnetici di quel tempo tutte le sue conoscenze di elettrologia, di elettrotecnica e di radiotecnica, che utilizzava quando lavorava come ingegnere nella Marelli, stimulando una dozzina di non vedenti a impararle e aderendo all’Associazione da lui fondata, fra i quali lo “storico” e attuale vicepresidente Angelo Coppola.
Spriano insegnò ai soci come saldare i circuiti elettrici e tutti i necessari componenti senza bruciarsi troppo le punte delle dita; inventò e costruì strumenti per le misurazioni elettriche basati non sul controllo visivo dell’ago sul quadrante, ma sulle variazioni di diversi suoni, da cui si potevano ricavare il voltaggio, l’intensità di corrente, la potenza, l’efficienza dell’antenna, la forza del segnale radio. Insegnò il codice Morse e le norme di comportamento fra radioamatori, sia quando si usava il tasto telegrafico, sia quando si parlava al microfono. In una parola, aprì ai ciechi gli infiniti orizzonti dell’etere, attuando per la prima volta in questo settore il principio delle pari opportunità. Fu così che in pochi anni il numero dei radioamatori ciechi italiani passò da zero a diverse migliaia, consentendo loro non solo un valido svago, ma anche una possibilità di socializzazione e di apertura al mondo esterno, fondamentale per chi prima era spesso confinato fra le pareti domestiche.
Ma aprì anche nuove possibilità di occupazione lavorativa, dato che alcuni soci impararono anche ad eseguire riparazioni in apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Raccomandata gratuita anche per le audiocassette
Per il non vedente che non era portato per la tecnologia, la comunicazione interpersonale a distanza era assicurata dalla scrittura Braille e giustamente lo Stato aveva previsto che la spedizione di quei fogli spessi e ingombranti non dovesse pesare economicamente su chi era costretto ad utilizzarli. Le Poste garantivano infatti la spedizione gratuita e raccomandata della cosiddetta “carta punteggiata per ciechi”.
In tal modo, però, era consentita la comunicazione soltanto fra ciechi, dato che, tranne casi particolari, le persone “normovedenti” non conoscono il Braille. Verso la fine degli Anni Settanta, però, cominciarono a diffondersi rapidamente i registratori a cassette, di dimensioni contenute, poco costosi e facilissimi da utilizzare. Di qui l’intuizione di usare le audiocassette come “corrispondenza parlante”, superando così le difficoltà di chi non conosceva il Braille. Tuttavia, inviare per posta i pacchetti con le audiocassette era costoso, mentre d’altra parte esse svolgevano la stessa importante funzione sociale della corrispondenza Braille.
Chi scrive, in qualità di Presidente di quello che allora si chiamava ancora “Radio Club Ciechi d’Italia”, per le sue origini legate alle radiotrasmissioni, indirizzò una richiesta al Ministro delle Poste e Telecomunicazioni del tempo e, a seguito di ciò, si recò a parlare con gli alti dirigenti del Dicastero, cooptando all’incontro il vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi, che allora era Roberto Kervin; il risultato fu una modifica del Regolamento Postale che ammetteva alla spedizione in raccomandata gratuita anche le registrazioni magnetiche, sia da non vedente a non vedente, sia da non vedente a vedente o viceversa. Precedentemente ciò era consentito soltanto quando uno dei soggetti era un’Associazione di non vedenti che inviava al cieco i nastri del “Libro parlato”. Si ebbe così un fiorire di scambi di cassette contenenti messaggi, opinioni, discussioni, ma anche esempi musicali ed esecuzioni di brani: le distanze spaziali e le difficoltà comunicative avevano quindi subito un ulteriore riduzione. Con l’avvento poi dei floppy disk e dei CD-Rom, l’estensione della franchigia postale a questi supporti informatici fu quasi automatica.
Vocabolari, codici ed enciclopedie
Negli Anni Ottanta eravamo ben lontani dall’inondazione di prodotti letterari e di fonti informative disponibili oggigiorno. Erano soprattutto carenti i testi di contenuto tecnico-scientifico e a ciò provvedeva la nastroteca della nostra Associazione, intensificando la produzione in questo settore. Ma erano del tutto inaccessibili ai non vedenti le grandi opere di consultazione (enciclopedie, vocabolari, grandi raccolte monotematiche, le raccolte legislative ecc.). Qui l’ostacolo era soprattutto tecnico: la registrazione di un vocabolario, infatti, poteva richiedere 200 cassette da 90 minuti ciascuna, con un costo e soprattutto un ingombro e una difficoltà di gestione non sopportabili. Di qui l’iniziativa dell’ADV di far modificare artigianalmente dei piccoli ed economici registratori a cassette, in modo da ottenere, tramite lo sdoppiamento delle tracce magnetiche e il dimezzamento della velocità di registrazione, la quadruplicazione dello spazio disponibile. L’aggiunta di un sistema di beep sonori per il ritrovamento rapido dell’inizio dei vocaboli o degli articoli e la possibilità di piccole variazioni della velocità di lettura, facilitarono ulteriormente la fruizione delle opere e consentirono di mettere a disposizione dei ciechi il vocabolario di italiano e quello dei sinonimi della Zanichelli, il Codice Civile, quello Penale, quelli di Procedura Civile e Procedura Penale, della Navigazione e altre opere enciclopediche, prima di ciò del tutto proibite per la consultazione dei non vedenti, se non in Braille, ma che nelle biblioteche pubbliche occupavano quattro pareti di una sala e non potevano essere aggiornati se non a distanza di decenni.
La rivoluzione informatica
Alla metà degli Anni Ottanta arrivò per i non vedenti quella che può essere realmente definita come una “seconda rivoluzione copernicana”, successiva a quella del 1825 con l’invenzione del Braille: e cioè l’avvento dei personal computer e la possibilità del loro uso per la lettura e la scrittura mediante le voci artificiali e il Braille elettronico.
Ed ecco un altro “fiore all’occhiello” dell’ADV: siamo stati la prima Associazione a promuovere e ad affinare il progetto di una sintesi vocale in italiano per il personal computer e a suggerire le funzioni da implementare e le combinazioni di tasti più ergonomiche per dare facilmente i comandi necessari. Nacque così il famoso PC-VOX, tecnicamente realizzato dall’ingegnere Nunzio La Ferlita, al quale va sempre la nostra gratitudine. Da lì si è aperto ai ciechi un orizzonte sconfinato e una quasi pari opportunità di accesso alla cultura e all’informazione globale.
L’audiodescrizione dei film
Alla fine degli Anni Ottanta risale un’altra nostra intuizione: la realizzazione del primo commento vocale ad un film, Le notti di Cabiria, da noi progettato e prodotto nel 1987 e presentato in un convegno organizzato a Vasto (Chieti) dall’UIC e successivamente nella trasmissione Uno Mattina della RAI.
Questa realizzazione, che aveva ricevuto un lusinghiero apprezzamento dall’indimenticabile regista del film, Federico Fellini, al quale l’avevamo presentata nella sua casa di Via Margutta a Roma, alla presenza della moglie Giulietta Masina, ha aperto la strada ai commenti televisivi e alle audiodescrizioni dei film, pur criticabili talvolta nella qualità e nella quantità, ma che costituiscono anche un significativo riconoscimento del nostro diritto di fruire dell’importante mezzo di comunicazione di massa e della Decima Musa.
Dopo diversi anni abbiamo letto che un americano rivendicava la paternità dell’ideazione dell’audiodescrizione per i ciechi, datandola proprio nel 1987: non possiamo certo ipotizzare che fosse venuto a conoscenza della nostra realizzazione, ma neanche noi sapevamo nulla della sua.
Nuovi sport per i ciechi
Un altro settore che ci ha visto come promotori e anticipatori è quello di sport particolari, come lo sci di discesa e di fondo e la subacquea.
La prima Settimana Bianca per sciatori non vedenti risale infatti al 1983, mentre l’attività subacquea dei non vedenti è stata da noi iniziata nei primi Anni Novanta, con poche unità, quando ancora non esisteva una specifica didattica per non vedenti, e ora conta in Italia alcune centinaia di praticanti e un manuale tradotto in tre lingue.
Anche l’escursionismo in alta montagna, la canoa e il rafting sono stati disponibili per i soci del nostro Gruppo Sportivo.
Piccoli strumenti tattili
Un “fiore” che ha invece risentito del passare del tempo ed è quasi appassito, è stato quello delle strumentazioni per non vedenti da noi progettate e realizzate. Infatti, il progresso delle tecniche costruttive e la miniaturizzazione dei componenti elettronici hanno reso sempre più difficile e antieconomica la fabbricazione artigianale dei numerosi apparecchi e ausili prima prodotti dall’ADV. Ma negli Anni Settanta, senza il rosmetro [strumento che misura il rapporto di onda stazionaria in una linea di trasmissione, N.d.R.], il milliamperometro e i tester tattili e poi parlanti, i ciechi non avrebbero potuto fare i radioamatori.
A un certo punto ci siamo limitati a produrre direttamente, tramite accordi con tecnici volontari, solo alcuni strumenti, come i Modulometri Trisound, per la regolazione dei livelli di registrazione di alta fedeltà, e il rivelatore di luce, che segnala acusticamente la posizione delle finestre e ci avvisa se le fonti luminose artificiali sono accese o spente.
Non abbiamo invece abbandonato l’attività di prova e sperimentazione di nuovi ausili, onde poter selezionare fra la vasta offerta del mercato quelli che realmente soddisfano le esigenze di chi non vede.
La fonomatica
L’idea tecnologica non è stata chi scrive, che può invece rivendicare almeno l’ideazione del vocabolo, prima inesistente. Nel 1990, infatti, l’ADV ha per prima in Italia attuato un sistema di interconnessione fra computer e linee telefoniche, da noi battezzato Infotel o sistema interattivo fonomatico, che consentì a migliaia di non vedenti, anche non utilizzatori di computer, di partecipare a vari forum tematici di discussione, oltre a poter attingere notizie varie da una banca dati telefonica.
Dopo più di vent’anni di onorato servizio, il vecchio e glorioso software realizzato con il linguaggio Basic di MS DOS è andato in pensione, sostituito da un moderno ed efficacissimo sistema in interconnessione Voip, che ha sostituito ai tre numeri telefonici prima disponibili, un numero quasi infinito di ingressi contemporanei e una capacità di memoria migliaia di volte superiore. L’abbiamo chiamato Infotel 2.0 ed è aperto alla consultazione di tutti i ciechi italiani, come anche delle persone anziane che non sono capaci di navigare su internet.
Elettromedicali parlanti
Il nostro più grande successo dei primi Anni Duemila è stato l’avere suggerito e promosso la progettazione e la realizzazione di macchine di fisioterapia che incorporano un sistema vocale, permettendo di ascoltare messaggi vocali che consentono di programmare le varie terapie, impostandone tutti i parametri e seguendone gli sviluppi con piena consapevolezza.
Infatti, allo scopo di superare le obiezioni dei dirigenti sanitari rispetto all’uso degli elettromedicali da parte di fisioterapisti non vedenti, l’ADV aveva affrontato già nel 2005 il problema dell’accessibilità autonoma di tali apparecchi in situazione di parità con i colleghi vedenti. A tal proposito aveva suggerito al giovane ingegnere Roberto Franci di esaminare le varie possibilità per un’interfaccia vocale che consentisse al fisioterapista non vedente di poter conoscere i valori elettrici ed elettromagnetici espressi dalle macchine e normalmente leggibili soltanto sui display visivi.
Nel 2006 l’Associazione mise in contatto Franci con una nota ditta produttrice di apparecchiature elettromedicali, che gli commissionò il progetto il quale vide la luce nel febbraio 2007 e fu oggetto di una convenzione fra l’ADV e la ditta, con cui l’Associazione stessa, senza nulla pretendere se non la citazione del proprio nome, si impegnava a promuovere la conoscenza dell’interfaccia.
Il clou di tale promozione fu la dimostrazione del funzionamento dell’interfaccia che ADV ottenne avvenisse nel noto programma scientifico Leonardo su RAI 3.
Le piste e i segnali tattili a terra
Un “fiore” già sbocciato da molto tempo, ma che richiede un grande lavoro per la sua crescita, riguarda la vera e propria battaglia, ancora in corso, per l’attuazione della normativa vigente sull’eliminazione delle barriere architettoniche senso-percettive, con il fine ultimo di garantire ai ciechi che ne abbiano voglia la maggiore autonomia possibile nel settore della mobilità. Ciò è iniziato alla metà degli Anni Novanta, con l’ideazione e il perfezionamento del linguaggio tattile LOGES e la sua diffusione in decine di migliaia di luoghi in tutta Italia e anche all’estero.
Le piste tattili esistevano già in alcuni Paesi europei da diversi anni, ma non erano decollate, rimanendo come pochi tentativi isolati e disparati nelle forme e dimensioni. Solo in Giappone esisteva uno standard unificato, ma estremamente scomodo sotto i piedi, come possiamo personalmente testimoniare. Inoltre noi abbiamo aggiunto altri quattro codici tattili complementari che hanno reso possibile fornire altre informazioni essenziali, rendendolo il linguaggio tattile più completo esistente. Chi scrive ha coniato l’acronimo LOGES (Linea di Orientamento, Guida e Sicurezza) che in breve tempo è diventato un nome comune di cosa, sinonimo di “pista tattile”.
Dal 2013 il sistema, d’accordo con l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), è stato reso ancora meglio riconoscibile nella sua componente tattile, mentre vi è stata aggiunta una componente elettronica, consistente nei trasponder passivi RFG collocati sotto le piastre tattili, per fornire in auricolare ai non vedenti messaggi vocali sui servizi presenti lungo il percorso, sugli orari di apertura, sulle fermate dei mezzi di trasporto, sui nomi delle strade, come guida negli uffici pubblici o negli ospedali o nei centri commerciali, o anche descrizioni di ciò che si trova all’interno dei musei o quant’altro può essere di interesse e che non può certamente essere comunicato con i semplici codici tattili. È diventato così il primo e unico sistema tattilo-vocale al mondo, con la denominazione di Loges-Vet-Evolution, in sigla LVE, per conservare nel nome una traccia del precedente glorioso sistema.
Queste piste tattilo-vocali, ben visibili a tutti nelle strade, nelle stazioni ferroviarie e della metropolitana, negli aeroporti, negli edifici pubblici e in quelli privati aperti al pubblico, che con il passare degli anni renderanno facile e sicuro, per tutti i non vedenti che lo vorranno, muoversi da soli in tutto il tessuto urbano, costituiranno fra l’altro una testimonianza tangibile e permanente della presenza dell’ADV nella società e del nostro diritto ad esserne considerati come componente attiva e titolare degli stessi diritti inalienabili degli altri cittadini.
Un parco marino accessibile
Il primo in Italia è stato da noi attrezzato nel 2004 in Liguria nelle acque dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre. Era dotato di corde fissate al fondo e con postazioni fornite di cartellini in Braille con il nome e la descrizione delle specie vegetali o animali presenti lì accanto e che era possibile esplorare tattilmente.
Unico in Europa, il percorso si snodava a una profondità adatta anche ai principianti e poteva essere seguito dall’inizio alla fine dal subacqueo non vedente anche in totale autonomia e con i tempi conformi alle sue capacità tattili e al suo specifico interesse.
Il simbolo internazionale dell’accessibilità
È notoriamente costituito da una sedia a ruote, cosa che rafforza la falsa credenza, diffusa nell’opinione pubblica, che le persone con disabilità siano da identificarsi quasi esclusivamente con chi utilizza sedia a ruote, dimenticando quindi l’esistenza e i diritti delle altre persone con varie tipologie di disabilità.
Per tale motivo abbiamo partecipato con le Ferrovie dello Stato all’ideazione di un simbolo più comprensivo, proponendolo con un ulteriore perfezionamento al Parlamento Europeo nel corso di
un’audizione cui ho partecipato in qualità di Presidente dell’ADV. Tale simbolo rappresentava ai quattro angoli la sedia a ruote, l’occhio, l’orecchio e il bastone da appoggio che indica la persona anziana. Il tutto, ed ecco l’aggiunta, su uno sfondo su cui sono disegnate le circonvoluzioni cerebrali, ad indicare le persone con problemi mentali e cognitivi.
Abbasso i “sottopancia” muti!
A partire dal 2019 abbiamo chiesto e ottenuto dalla RAI che i nomi e il partito del Parlamentare che presentava in TV le Interrogazioni a Risposta Immediata e che appariva scritto nel cosiddetto “sottopancia”, inaccessibile per chi non vede, fosse letto ad alta voce dal giornalista commentatore, così come a maggio 2020 abbiamo ottenuto che nei TG non fosse più pronunciata la frase discriminatoria «Quelle che vedete sono le coordinate bancarie del conto corrente attraverso il quale…», frase che evidenziava la mancata considerazione dell’esistenza dei non vedenti e degli ipovedenti italiani e che è stata sostituita da uno spot con la lettura dell’IBAN, carattere per carattere.
Si tratta di situazioni che di per sé hanno un’importanza relativa, ma che servono a ribadire il principio generale del diritto delle persone con disabilità all’accessibilità la più completa possibile.
L’accessibilità dello spazio virtuale
Anche il web e tutti i siti delle Pubbliche Amministrazioni, come anche i documenti da esse pubblicati, devono essere accessibili a tutti. Tali obblighi, sanciti fin dalla famosa “Legge Stanca” del 2004 [Legge 4/04, N.d.R.] e poi ribaditi da altre norme e soprattutto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, sono ben lungi dall’essere rispettati.
Negli ultimi anni, la nostra Associazione, con l’appoggio dell’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale), ha dichiarato guerra alle violazioni di legge e ha ottenuto numerosi risultati positivi a beneficio di nostri Associati, come le modifiche ai Registri Elettronici dei Docenti, altrimenti non utilizzabili, l’accessibilità di siti e piattaforme, con pratiche tuttora in corso.
Siamo ben consapevoli che, prima o poi, alcune di queste cose sarebbero ugualmente successe anche senza di noi, ma possiamo essere sicuri di avere almeno anticipato e precorso i tempi, anche in momenti in cui siamo stati guardati con diffidenza e talora con molto scetticismo.
Presidente dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Articoli Correlati
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Per un nostro dibattito scientifico «Urge la nostra fondamentale presenza in qualità di studiosi - scrive Claudio Roberti - perché dobbiamo poter dire: “Niente su di Noi senza di Noi", anche in tale ambito». E…