«Ho subito negli anni una forma di discriminazione multipla subdola e massacrante. Una discriminazione lavorativa, istituzionale, personale, di genere e di malattia…»: con questa testimonianza si apre il Glossario AISM, scaricabile a partire da oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nel sito dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e in quello del progetto I>DEA, iniziativa, quest’ultima, nata due anni fa per impegno della stessa AISM, e realizzata in partnership con l’Associazione Differenza Donna e in collaborazione con Human Foundation e la Fondazione ASPHI, grazie a un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il tutto per occuparsi di tutela, accoglienza e informazione verso quelle donne con sclerosi multipla che hanno conosciuto discriminazione, desolazione e sopraffazione, violenza fisica/psicologica e mobbing negli ambienti di lavoro. A I>DEA – acronimo che sta per Inclusione >Donne, Empowerment, Autodeterminazione – anche il nostro giornale ha dedicato a suo tempo un ampio spazio di presentazione (a questo link).
«Disabilità, discriminazione, mobbing, stalking, violenza di genere – spiegano dall’AISM – sono solo alcune delle parole e definizioni corrette all’interno del Glossario redatto dalle Donne RED [Rete Empowerment Donna, costituita nell’àmbito del progetto “I>DEA”, N.d.R.] ed è uno dei tanti strumenti del progetto I>DEA, nato per mettere in risalto temi, atteggiamenti, pensieri e convinzioni sociali che determinano la discriminazione multipla, ma soprattutto per imparare a riconoscere i mille volti della violenza. Conoscere, infatti, è il primo passo per contrastare e fronteggiare le discriminazioni che le donne con disabilità subiscono e rafforzare la loro consapevolezza riguardo al genere, che spesso viene “coperta” dall’esperienza della propria malattia e disabilità».
«Condividiamo tutte le parole – è l’appello di Rachele Michelacci, vicepresidente dell’AISM -, condividiamo tutti gli strumenti che ci sono e inventiamone anche di nuovi, senza mai più rassegnarci alla discriminazione e alla violenza. Il cammino è ancora lungo, ma non per questo ci dobbiamo fermare! AISM non vuole fermarsi e continuerà nel suo impegno quotidiano verso ogni forma di discriminazione. Facciamolo insieme!».
«Questo Glossario – ricordano ancora dall’AISM – raccoglie anche le storie di tante donne nel capitolo Io sono stata discriminata. Donne con sclerosi multipla che hanno subito una qualsiasi forma di discriminazione, in famiglia, nella società e sul lavoro. Storie di forza per rivendicare il proprio diritto ad essere donna anche se disabile: “Sono stata sposata con un uomo che ha sempre esercitato su di me violenza psicologica, mi ha letteralmente demolito. Chi vuoi che ti si prenda, ridotta così. Mi diceva. L’ho lasciato”. E altre testimonianze questa volta nel mondo del lavoro: “Poco dopo la diagnosi, il mio capo area mi ha suggerito di non dichiarare la sclerosi multipla, poiché nessuno avrebbe mai scommesso su un cavallo zoppo. Avevo 26 anni ed era il mio primo impiego”. L’intento, dunque, è condividere esperienze perché ricordare vuol dire non rivivere certe situazioni e prendere coraggio per affrontarle».
«Abbiamo bisogno di strumenti, di consapevolezza, di formazione – aggiunge Michelacci -, per questo è il tempo di fare insieme una rivoluzione culturale. Bisogna mettere la parola fine a un contesto discriminante, che sin dall’inizio alle bambine fa regalare bambole che lavano, stirano e cucinano in casa, mentre i maschietti hanno aerei, robot, supereroi che se ne vanno in giro a salvare il mondo. Donna deve voler dire, finalmente, autodeterminazione, empowerment, inclusione».
E non a caso autodeterminazione, empowerment, inclusione sono altre parole contenute nel Glossario AISM, per ricordare, come indicato nella Carta dei Diritti delle Persone con Sclerosi Multipla, pubblicata dall’AISM nel 2014, che «tutte le persone con sclerosi multipla hanno diritto alla piena inclusione in ogni momento e luogo e in condizione di effettiva equità, superando ogni forma di discriminazione e rimuovendo ogni ostacolo che sia di impedimento, con particolare attenzione alle condizioni di donna con sclerosi multipla».
La lotta alla discriminazione di genere, del resto, è una delle principali priorità individuate per la costruzione dell’Agenda della Sclerosi Multipla 2022-2025. Ancora oggi la parità tra uomini e donne è un obiettivo non raggiunto, conseguenza di modelli sociali, culturali, economici e organizzativi. Raggiungere l’uguaglianza di genere è uno tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
«La violenza a volte è fisica e duramente visibile – annota Claudia Spadoni dell’AISM di Ancona, giornalista e una delle 117 Donne RED – ma tante altre volte, come i sintomi della sclerosi multipla, può essere subdola, nascosta. A volte è psicologica, a volte è economica, è di tanti tipi. Magari la persona che vedi ogni giorno lancia un messaggio nella bottiglia. E tu devi riuscire a raccogliere la bottiglia nel mare e a decifrare anche le sue parole incerte e rovinate dall’acqua. Ci sono infatti situazioni per cui è difficilissimo tirare fuori quello che si ha dentro: e allora non dobbiamo dare mai niente per scontato e prestare sempre la massima attenzione».
Oggi, 25 novembre, la Rete Donne RED intende anche farsi sentire sui social con #maipiù, ovvero mai più alla discriminazione, mai più alla violenza perché le donne con sclerosi multipla, e più in generale, naturalmente, tutte le donne con disabilità, sono discriminate due volte, una perché donne e l’altra perché persone con disabilità. (B.E. e S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.
Per approfondire ulteriormente la questione riguardante la violenza nei confronti delle donne con disabilità, e in generale il tema Donne e disabilità, oltre a fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, suggeriamo la consultazione, nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), delle Sezioni La violenza nei confronti delle donne con disabilità e Donne con disabilità.