Terzo Settore: rinviato il regime IVA per gli enti non profit

Un emendamento alla Legge di Bilancio votato al Senato ha rinviato l’entrata in vigore di quella norma contenuta nel Decreto Fiscale, in base alla quale anche gli enti non profit che non svolgono attività commerciale dovrebbero essere sottoposti al regime IVA, con un pesante aggravio di costi e adempimenti burocratici. «È certamente una buona notizia - commenta Chiara Tommasini, presidente di CSVnet - e tuttavia è un rinvio e non un’abrogazione, per cui è urgente che le rappresentanze del Terzo Settore vengano coinvolte in un tavolo di confronto con il Governo e le forze parlamentari»

Omino con una lente guarda la parola IVA che è sbarrataCome viene segnalato da CSVnet, l’Associazione Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, «questa notte la maggioranza al Senato ha approvato un emendamento alla Legge di Bilancio, rinviando al 2024 l’entrata in vigore della norma che assoggetta tutto il Terzo Settore al regime IVA».
Su tale questione, come avevamo riferito nei giorni scorsi, proprio CSVnet, insieme al Forum Nazionale del Terzo Settore, aveva lanciato con forza l’allarme, denunciando che «nel Decreto Fiscale approvato alla Camera è stata inserita una norma in base alla quale anche gli enti non profit che non svolgono attività commerciale saranno sottoposti al regime IVA dal 1° gennaio 2022. Questo significa per migliaia di enti l’obbligo di apertura della Partita IVA, sopportando i costi di tenuta della contabilità, ulteriori oneri e adempimenti burocratici». In altre parole, un provvedimento che rischierebbe di mettere letteralmente in ginocchio migliaia di Associazioni.

«Questa è una buona notizia – commenta Chiara Tommasini, presidente di CSVnet – perché è stato scongiurato, per il momento, un provvedimento che avrebbe messo in difficoltà tutto l’associazionismo, con un aggravio di costi e di adempimenti burocratici, senza per altro giovare alla Casse dello Stato, perché la novità avrebbe riguardato gli Enti che non svolgono attività commerciali. Come espresso più volte in questi giorni, ribadiamo dunque la necessità di coinvolgere le rappresentanze del Terzo Settore nelle decisioni che lo riguardano: siamo infatti disponibili e pronti ad ogni dialogo».

«Questa decisione – sottolinea ancora Tommasini – è frutto della larga mobilitazione portata avanti in questi giorni in modo corale dal mondo del Volontariato e del Terzo Settore. Dobbiamo a tal proposito ringraziare tutti coloro che a ogni livello si sono attivati, per chiedere il ritiro del provvedimento inserito nel Decreto Fiscale». «E tuttavia – aggiunge – si tratta di un rinvio e non di un’abrogazione, per cui è urgente aprire un tavolo di confronto con il Governo e le forze parlamentari e lavorare insieme a soluzioni definitive le quali, in linea con la disciplina comunitaria, possano salvaguardare l’operatività delle Associazioni, senza costringerle ad ulteriori e costosi adempimenti burocratici».

«Discutere insieme i provvedimenti riguardanti l’azione delle Associazioni – conclude la Presidente di CSVnet – è un segno di riconoscimento dovuto per coloro che ogni giorno rimangono in prima fila a sostenere chi è in difficoltà e operano per il benessere delle comunità». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa CSVnet (Clara Capponi), ufficiostampa@csvnet.it.

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