Quel sondaggio sull’inclusione scolastica parla chiaro: c’è ancora da lavorare!

«Fino a quando un solo alunno o alunna con disabilità sarà senza un PEI (Piano Educativo Individualizzato) o avrà un PEI redatto “perché va consegnato”, il sistema scuola non avrà garantito quelle pari opportunità sancite dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. E la cultura dell’inclusione resterà una bella favola da raccontare»: è una delle conclusioni tratte dalla Federazione FISH dagli esiti di un recente sondaggio promosso per inquadrare la situazione dell’inclusione scolastica nei primi mesi dell’anno scolastico. Risultati in buona parte non troppo confortanti

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I tanti fronti d’impegno della FISH per migliorare l’inclusione scolastica

Le carenze delle “Linee Pedagogiche per il sistema integrato ‘zerosei’”, evidenziate durante un’audizione in sede ministeriale, poche settimane dopo la presentazione di una Proposta di Legge che garantisca la continuità didattica dei docenti di sostegno, contenendo altre norme che possano rendere la scuola concretamente inclusiva per tutti gli alunni e le alunne con disabilità. E sullo sfondo i risultati di un sondaggio dedicato ai primi mesi dell’anno scolastico. Sono i tanti fronti d’azione della Federazione FISH, costantemente impegnata per il miglioramento dell’inclusione scolastica

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Le Università e la didattica a distanza integrata con quella in presenza

Attivare in maniera permanente la didattica a distanza, integrata con quella in presenza, mettere a disposizione le registrazioni delle lezioni e permettere a una serie di categorie gli esami da remoto, ovvero alle persone con disabilità, ma anche, tra gli altri, ai caregiver familiari, ai genitori single o a chiunque per motivi economici sia discriminato dalla didattica in presenza a proseguire gli studi: questo chiede in sostanza agli Atenei UNIDAD (Universitari per la Didattica a Distanza Integrata), gruppo nato a Torino durante il lockdown e ora attivo anche a Verona

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Ritardi a danno di malati rari e persone con disabilità gravissima: è allarme

13 milioni di visite specialistiche sospese a causa del Covid, 300.000 ricoveri non effettuati, 500.000 interventi chirurgici rimandati e ben 4 milioni di screening oncologici posticipati: sono i dati prodotti dall’OMAR (Osservatorio Malattie Rare) che denuncia come, in una situazione del genere, «i malati rari e cronici e le persone con disabilità gravissima non abbiano certo tempo di aspettare e rischino che la propria situazione si aggravi irreversibilmente». L’OMAR stesso chiede dunque che le risorse vengano riallocate in maniera definitiva, creando percorsi dedicati in tutti i presìdi

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Un glossario da prendere a modello

Già presentato a suo tempo anche dal nostro giornale, sta via via diventando realtà, con la pubblicazione progressiva di varie voci in Facebook, il glossario elaborato dall’ASSI Gulliver (Associazione Sindrome di Sotos Italia), voluto per aiutare i genitori a comprendere le parole che dovranno affrontare nel corso della malattia del proprio figlio o figlia. Un buon modello di comunicazione, fatto di specifiche card visuali, corredate da alcune righe di testo con indicazioni quanto mai semplici e chiare, basate sul contributo degli specialisti vicini all’ASSI Gulliver

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La differenza fra accessibilità e progettazione universale

«Usando una metafora calcistica, l’accessibilità è come avere una buona difesa, pur sapendo che non è facendo catenaccio che si vince. Progettazione universale, invece, vuol dire andare oltre il discorso delle barriere architettoniche, vuol dire avere sensibilità e visione per chi è diverso, cercando di capirne bisogni e desideri, mettendolo in connessione con il resto dei fruitori di un oggetto, spazio o territorio che sia»: a dirlo è Giulio Ceppi, architetto e designer, docente al Politecnico di Milano, direttore di un nuovo corso sulla progettazione universale, che partirà in aprile

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