Ben lieti di essere “ossessionati” dall’inclusione scolastica

«Servono istituti specializzati, escludendo ovviamente i disabili lievi. L’ossessione dell’inclusione è un cattivo servizio reso agli altri scolari e anche a loro, i disabili, poveri, che sono completamente sopraffatti dagli altri»: a dirlo è stato Éric Zemmour, candidato alla Presidenza francese, scatenando furiose polemiche. Da parte nostra, al di là della successiva dichiarazione di Zemmour («sono stato male interpretato»), continuiamo a tenerci la nostra “ossessione” per l’inclusione scolastica di tutti gli alunni e le alunne con disabilità, “nella scuola di tutti e con tutti”

Uomo disperato, con le mani sulla faccia«Servono istituti specializzati, escludendo ovviamente i disabili lievi. L’ossessione dell’inclusione è un cattivo servizio reso agli altri scolari e anche a loro, i disabili, poveri, che sono completamente sopraffatti dagli altri. Servono insegnanti specifici che se ne occupino»: per chi, come «Superando.it», è da sempre ben lieto di essere “ossessionato” dall’inclusione scolastica di tutti gli alunni e le alunne con disabilità, “nella scuola di tutti e con tutti”, non potevano certo passare inosservate queste parole, specie se a pronunciarle pubblicamente è stato Éric Zemmour, uno dei candidati alla Presidenza francese, in vista delle prossime elezioni previste in aprile nel Paese transalpino.sulla successiva rettifica di Zemmour

Sorvolando sui «poveri disabili», oltreché su cosa si possa intendere con il concetto di «disabili lievi», e anche sulla rettifdica di Zemmour, che ha sostenuto di essere stato «male intepretato», molto altro potremmo dire, ma continuiamo a tenerci la nostra “ossessione” per l’inclusione, limitandoci qui a ricordare quanto recita il 24° articolo della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dalla Francia il 18 febbraio 2010 e quindi Legge di quello Stato: «Nell’attuazione del diritto allistruzione, gli Stati devono assicurare che le persone con disabilità non siano escluse dal sistema di istruzione generale in ragione della disabilità».

Quindi ci affidiamo alle parole di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, quando disse che «un popolo si realizza e diventa tale quando è in grado di crescere partendo dalle risposte ai bisogni dei più fragili». A citarle è l’attuale presidente della Comunità, Giovanni Paolo Ramonda, che nel commentare le dichiarazioni di Éric Zemmour, ha sottolineato come «le persone con disabilità siano i nostri esperti di umanità», che hanno diritto come tutti a crescere in famiglia, ad andare a scuola e al lavoro». (S.B.)

Ringraziamo per la collaborazione l’Ufficio Stampa della Comunità Papa Giovanni XXIII (ufficiostampa@apg23.org).

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