«Oggi, come FISH, ricordiamo lo sterminio di centinaia di migliaia di persone con disabilità durante il regime nazista e la seconda guerra mondiale, ma la nostra non vuole essere una semplice rievocazione di ciò che è stato e che mai più dovrà accadere, bensì un monito per i tempi presenti, dove continuiamo purtroppo a registrare parole di odio nei confronti delle persone con disabilità o, ancor peggio, cruenti episodi di cronaca che vedono le stesse persone con disabilità vittime di violenze, minori compresi».
Sono parole chiare, quelle pronunciate da Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in occasione della Giornata della Memoria di oggi, 27 gennaio, per dare in tal modo sostanza all’impegno della propria organizzazione nel ricordare che l’Olocausto delle persone con disabilità servì da “primo tragico esperimento” per quanto avvenne poi per altre fasce di popolazione, lanciando al tempo stesso un messaggio per «un presente e un futuro che vogliamo sia fatto di inclusione, libertà e rispetto per l’altro».
«Seguendo infatti la cronologia delle operazioni di sterminio naziste – come ha scritto qualche giorno fa Domenico Massano su queste stesse pagine -, si può dire che essendo stato l’omicidio delle persone con disabilità il primo, con buona probabilità è servito anche da “prova generale” per i successivi. Il successo dell’operazione convinse infatti i gerarchi nazisti che era possibile indurre uomini e donne comuni a uccidere un gran numero di persone innocenti, con la copertura e la cooperazione delle strutture burocratiche e culturali/scientifiche».
Come raccontiamo ormai da anni in «Superando.it», l’uccisione di tantissime persone con disabilità durante il regime nazista e la seconda guerra mondiale, in nome del famigerato programma Aktion T4, ha incominciato ad avere piena visibilità solo recentemente, per lo più alla metà degli Anni Novanta. Lo ha scritto in varie occasioni anche Silvia Cutrera, vicepresidente della FISH, una delle principali studiose del nostro Paese di quelle atrocità, autrice tra l’altro, con l’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipoendente), del documentario Vite indegne: il piano “Aktion T4” e lo sterminio dei disabili, da noi ampiamente presentato a suo tempo. E per l’occasione Cutrera ribadisce a propria volta i concetti espressi dal Presidente della FISH, sottolineando che «la Giornata della Memoria non dev’essere un semplice rituale, ma un impegno forte, per ricordare che il massacro di tantissime persone con disabilità fu una storia di orrore tra gli orrori, solo recentemente, purtroppo, venuta alla luce». «Una storia – aggiunge – che va resa sempre più visibile e di fronte alla quale non bisogna mai abbassare la guardia perché il pericolo di discriminazioni e violenze è sempre in agguato».
«È proprio di fronte a questo evento dedicato alle tragedie di ottant’anni fa – sottolinea ancora Falabella – che oggi e in ogni altro giorno dell’anno vogliamo ricordare come il virus della discriminazione, dell’odio e del razzismo nei confronti delle persone con disabilità e di chiunque altro venga ritenuto “diverso”, sia ancora sin troppo spesso presente e vada combattuto con forza in Italia e nel resto del mondo». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.
Segnaliamo che a fianco del testo di Stefania Delendati, Quel primo Olocausto (a questo link), è presente l’intero elenco dei numerosi contributi da noi pubblicati sul tema dello sterminio delle persone con disabilità durante il regime nazista e la seconda guerra mondiale.
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