«Prendiamo atto con soddisfazione di questa comunicazione, dopo avere segnalato alle Istituzioni, due settimane fa, le difficoltà per le persone con disabilità cosiddette “non collaboranti” a praticare il tampone rino-faringeo e la carenza di informazioni riguardo alle possibili alternative. Confidiamo quindi che agli impegni seguano fatti concreti e che non si debbano più verificare situazioni come quella di Paolo, da noi denunciata»: a scriverlo in una nota sono la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e la LEDHA Milano, a proposito della comunicazione diffusa nei giorni scorsi dalla Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia, secondo la quale, in merito alla possibilità, per le persone fragili e con disabilità “non collaboranti” di poter eseguire il tampone salivare al posto di quello rino-faringeo, per accertare l’eventuale positività al Covid, «in ogni punto tampone di ASST, ATS e IRCCS pubblici [rispettivamente Aziende Socio Sanitarie Territoriali, Agenzie di Tutela della Salute e Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, N.d.R.], sono disponibili dei tamponi salivari per garantire la fruizione per i soggetti individuati dal Ministero della Salute. Nel caso in cui fosse necessario erogare questo tipo di prestazione, anche in assenza di prenotazione, l’operatore sanitario ha la possibilità di effettuarlo».
Nella nota della Direzione Generale Welfare lombarda, inoltre, si specifica anche che sia «l’operatore sanitario, viste le necessità dei pazienti, a dover valutare l’offerta della tipologia corretta. Dal canto suo, è stato il Ministero della Salute a fornire indicazioni per l’offerta di test salivari a persone fragili».
Della vicenda di Paolo, citata da LEDHA e LEDHA Milano, riguardante una persona con autismo di 53 anni residente a Milano, che insieme alla madre aveva vissuto una vera e propria odissea, avevamo riferito anche sulle nostre pagine. Nel denunciarla, le Federazioni lombarde avevano anche ricordato che già il 17 dicembre dello scorso anno la Direzione Generale Welfare della Regione aveva dato indicazione alle varie ATS di garantire l’uso dei tamponi salivari «in individui (sintomatici o asintomatici) fragili con scarsa capacità di collaborazione». E tuttavia nessuno aveva saputo dare ai familiari di Paolo informazioni certe su dove recarsi per eseguire un tampone salivare con certificazione.
Ora, dunque, la situazione sembra molto più chiara, anche ricordando che nel sito dell’ATS di Milano è stata pubblicata una pagina contenente proprio le indicazioni per usufruire del tampone molecolare salivare: in tal senso, i cosiddetti “utenti fragili” dovranno rivolgersi al proprio medico di medicina generale o al pediatra di famiglia o ancora al medico della struttura che lo ha in carico, il quale attesterà la necessità di effettuare il test salivare, effettuando una ricetta per tampone molecolare e specificando nelle note “test salivare”. A questo punto sarà possibile prenotare l’appuntamento e recarsi in uno dei vari punti tampone. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: ufficiostampa@ledha.it.
Articoli Correlati
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Una buona cooperazione allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità «Se con i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo - scrive Giampiero Griffo, concludendo la sua ampia analisi sulle azioni in questo settore - verrà rafforzata la voce delle persone…