Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo il ricordo di Nunzia Coppedé, dedicato a Rita Barbuto, scomparsa ieri, 2 febbraio, come abbiamo segnalato in altra parte del giornale.
Ciao Rita, in una mattina di sole, con il vento fresco che mi accarezzava il viso, sono partita da casa con l’idea che sarebbe stata una bella giornata proficua. Il telefono ha squillato e mi accorgo di non poter rispondere perché il mio auricolare non è collegato al Bluetooth, anzi è proprio spento. Non posso rispondere e in macchina i miei movimenti sono molto limitati, ma dall’insistenza con cui mi chiamavano e anche da chi mi chiamava ho capito che era qualcosa di molto importante.
Entrata nella sede della FISH Calabria, finalmente sono riuscita a rispondere al telefono. Che brutta notizia. Il sole si è offuscato dentro di me, l’angoscia mi ha invasa, incredula e profondamente colpita ho avvertito un solo desiderio, quello di venire a casa tua a salutarti. Sì, a casa tua, in quella casa che ti sei fatta costruire per tornare dopo molti anni di esperienza a Lamezia Terme con la Comunità Progetto Sud, nel progetto Abitare in autonomia, per avvicinarti alla famiglia e mettere in pratica la vita indipendente, dove erano le tue origini. Casa che non avevo ancora visto, perché avevo messo in conto di venire a trovarti prima o poi, ma certamente non pensavo di venire a darti l’ultimo saluto.
Solo pochi giorni fa ti ho chiamato ripetutamente durante il giorno perché mi ero svegliata al mattino con l’idea che dovevo sentirti e visto che non mi rispondevi temevo per la tua salute; poi in serata ci siamo sentite e ti ho detto che mi ero preoccupata, pensavo fossi malata. Tu ci hai riso su e mi hai detto che stavi meglio, poi mi hai chiesto se mi fischiassero le orecchie, perché stavi presentando un libro in cui c’era la mia storia e quindi ti capitava molto spesso di parlare di me.
Come al solito abbiamo cominciato a parlare delle attività dell’immediato futuro da proporre al Consiglio Direttivo della FISH Calabria. Abbiamo quindi confezionato la proposta: la presentazione di quattro libri scritti da donne con disabilità o sulla disabilità.
Cara Rita, quanti anni abbiamo trascorso insieme coinvolte in percorsi comuni! Quanta strada, quante lotte, viaggi, progetti! Ricordo ancora il primo incontro, tu giovane studiosa e io che già contavo su di te, sul ruolo che potevi avere in quel percorso comune verso il riconoscimento dei diritti e il desiderio di vivere come volevi tu.
Parlavamo di vita indipendente quando ancora in Calabria, e forse non solo, non si comprendeva nemmeno il significato di questa definizione. Cofondatrice del progetto Abitare in autonomia, con noi della Comunità Progetto Sud per dieci anni hai “lottato” – credo che questo sia il termine giusto – con la Regione Calabria per far passare quel progetto come uno stile di vita continuativo. Ma così non è stato. Sono arrivati i progetti per la vita indipendente sperimentali, che hanno chiuso l’esperienza di Abitare in autonomia, aprendo un’altra tipologia di progetto che non è stata in grado di garantirti la continuità economica e ti ha reso la vita complicata.
Mi lasci e ci lasci un’importante eredità con il tuo impegno nazionale, europeo e internazionale contro ogni forma di discriminazione e di violazione dei diritti umani, in particolare per le persone con disabilità e per le donne con disabilità e anche l’impegno continuo per promuovere l’opportunità per le persone con disabilità di vivere il proprio progetto di vita.
Mi dicevi spesso: «Faccio formazione ad altre persone con disabilità in Italia e all’estero sulla vita indipendente e io non riesco a farla». Come Peer Counseling (“consulente alla pari”) hai aiutato migliaia di persone con disabilità che grazie alla tua capacità di promuovere empowerment, si sono viste migliorare la loro qualità della vita. Sei stata presidente di DPI Italia (Disabled Peoples’ International) che oggi dirigevi ancora. Hai dato molto a DPI Italia ed è davvero difficile pensare al suo futuro senza di te. Con DPI Italia hai imparato a fare progetti nazionali ed europei, hai scritto testi di ricerche sociali prodotte grazie a progetti europei, in particolare sulla situazione delle discriminazioni e violazioni dei diritti umani delle donne con disabilità. Ti sei interessata di bioetica e disabilità. Hai seguito scrupolosamente tutte le reti in cui DPI è coinvolto.
La pandemia ci ha allontanato fisicamente, ma fino a ieri mi aspettavo sempre di vederti arrivare per andare nella sede di DPI Italia, nella casa confiscata alla mafia, data dal Comune di Lamezia Terme in dotazione alla Comunità Progetto Sud, sopra la sede dello Sportello Informativo per le persone con disabilità, che è anche la sede della FISH Calabria.
Sei stata socia del Coordinamento Regionale Alogon, in cui hai ricoperto per molti anni il ruolo di consigliera e delegata alla FISH Calabria. E infine il tuo impegno nella FISH Calabria, una colonna portante, Consigliera da moltissimi anni, punto di riferimento importantissimo nella formazione e nelle attività culturali, delegata alla vita indipendente.
Cara Rita, non posso dimenticare le ore che abbiamo passato insieme per scrivere una Legge sulla vita indipendente per la Calabria e quante schede progetto che sono ancora tutte conservate. Mi dicevi sempre: «Tu porta avanti le azioni politiche perché io non ne sono capace, io mi occupo degli aspetti culturali»; facevamo il gioco delle parti, ma per la verità alcuni tuoi interventi erano fortemente politici.
Ciao Rita, grazie di tutto e accogliendo la tua eredità culturale e politica, ne farò tesoro in tutte le Associazioni che ti hanno vista protagonista.