Ferrara non è ancora una città a misura di persone con disabilità

«Non è più tempo di stare a guardare di fronte alle discriminazioni!»: anche questo suggerisce l’azione intrapresa da alcuni cittadini e cittadine ferraresi, che hanno presentato un ricorso presso il Tribunale Civile di Ferrara, sostenuti dall’Associazione Luca Coscioni, contro il Comune della propria città, per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità, accusando il Comune stesso di avere recentemente realizzato e riqualificato una serie di opere pubbliche senza tenere conto dell’abbattimento delle barriere architettoniche e senso-percettive
Massimo Bucchi per «DM»
Disegno di Massimo Bucchi realizzato in esclusiva per «DM», giornale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Per gentile concessione

«Non è più tempo di stare a guardare di fronte alle discriminazioni!»: anche questo suggerisce l’azione intrapresa da alcuni cittadini e cittadine ferraresi, che il 20 dicembre scorso hanno presentato un ricorso presso il Tribunale Civile di Ferrara, sostenuti  dall’Associazione Luca Coscioni, contro il Comune della propria città, per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità, ai sensi della Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni), norma ben nota agli “addetti ai lavori”, ma ancora troppo poco conosciuta e applicata da parte dei Tribunali.

Nel ricorso, in sostanza, si accusa il Comune di Ferrara di avere realizzato e riqualificato opere pubbliche senza tenere conto dell’abbattimento delle barriere architettoniche e senso-percettive, denunciando in particolare quattro interventi recentemente realizzate all’insegna della mancata accessibilità (costruzione di una rampa arginale di collegamento lottizzazione con il paese di Gaibanella; riqualificazione del percorso sopra mura in Viale Belvedere; riqualificazione di Piazza della Repubblica; manutenzione dei marciapiedi di Via Verona a Pontelagoscuro).
«Queste e altre opere – sottolineano in una nota i cittadini e le cittadine promotori dell’azione -, sono state tutte realizzate in spregio delle norme in materia di accessibilità e fruibilità degli spazi pubblici, e come tali sono state segnalate innanzitutto all’autorità del Garante delle Persone Disabili, senza però avere avuto, da un anno a questa parte alcun riscontro».

I ricorrenti, dunque, e l’Associazione Coscioni si riservano, qualora il Comune di Ferrara venisse condannato per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità, di rivolgersi alle Autorità competenti in materia di responsabilità contabile dei Pubblici Funzionari, al fine di giungere a sanzionare, dal punto di vista patrimoniale e ognuno per le proprie competenze e responsabilità, tutti coloro che hanno progettato, realizzato e collaudato i lavori di cui si è detto. A tal proposito, la prima udienza del procedimento giudiziario è stata fissata per il 23 febbraio prossimo.

«Con questa azione legale – concludono i ricorrenti -, vogliano soprattutto stimolare gli Amministratori, e in particolare i funzionari e i tecnici degli Uffici competenti, a rispettare le norme che evitano condotte discriminatorie nei confronti delle persone con disabilità da parte delle Amministrazioni, nonché degli esercenti di servizi pubblici e privati aperti al pubblico. Esigiamo infatti la rimozione delle barriere fisiche, percettive e sensoriali che ancora oggi impediscono alle persone con disabilità di esercitare i loro diritti fondamentali. E a ulteriore dimostrazione del fatto che Ferrara non sia ancora una città “a misura di disabile”, abbiamo dovuto registrare la recente apertura del nuovo ufficio dell’assessore al Palio, della sede dell’Ente Palio e di un piccolo museo in un luogo non accessibile a tutti». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: cclsorpilli@gmail.com.

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