Nell’àmbito del secondo Global Disability Summit, che si terrà online il 16 e 17 febbraio, a cura dell’IDA (International Disability Alliance) e dei Governi della Norvegia e del Ghana, vi sarà anche un evento collaterale sul tema Persons with Disabilities: from Object of Intervention to Subject of Change for Apply CRPD in International Cooperation, ovvero Persone con disabilità: da oggetti di intervento a soggetti attivi nell’applicazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità in àmbito di cooperazione internazionale, in programma per dopodomani, 16 febbraio (ore 13).
A organizzarlo è la RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), l’alleanza strategica avviata a suo tempo da due organizzazioni di cooperazione allo sviluppo, l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e EducAid, insieme a due organizzazioni di persone con disabilità, quali DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), cui si è aggiunta successivamente un’altra organizzazione di cooperazione allo sviluppo, l’OVCI-La Nostra Famiglia (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale).
«La cooperazione internazionale – spiegano dalla RIDS, presentando l’incontro del 16 febbraio – ha iniziato solo di recente a occuparsi delle persone con disabilità, limitandosi spesso a progetti nel settore sanitario e assistenziale, che sono importanti, ma non esaustivi del modello di disabilità introdotto dalla Convenzione ONU. Tali progetti, infatti, hanno considerato le persone con disabilità soggette a interventi come un target passivo, beneficiario di azioni decise da altri. Partendo dunque dall’approccio culturale e tecnico della stessa Convenzione, la nostra Rete ha impostato i propri progetti considerando le organizzazioni di persone con disabilità dei vari Paesi coinvolti e le stesse persone con disabilità come attori della sostenibilità dell’applicazione della Convenzione, come soggetti capaci di acquisire competenze e attivare strumenti che le rendano protagoniste di processi di tutela verso nei confronti dei Governi e degli altri portatori d’inteeresse, come persone che diventino esperte in iniziative di empowerment (crescita dell’autoconsapevolezza) all’insegna dell’innovazione. In poche parole, come cittadini attivi, capaci di influenzare le Istituzioni e la Società Civile e di supportare i processi di emancipazione e di rappresentanza politica delle persone con disabilità».
L’incontro del 16 febbraio, quindi, punterà a sensibilizzare su questo nuovo approccio, presentando le principali novità contenute nei numerosi progetti attuati. In particolare, verranno presentate le azioni formative delle organizzazioni di persone con disabilità come “organismi ombrello”, capaci di interagire con le Istituzioni nazionali e locali in vari Paesi, la creazione di consulenti alla pari in Palestina, la costruzione di un Centro per la Vita Indipendente a Gaza City, che è stato dedicato alla compianta Rita Barbuto, la ricerca sulla disabilità di emancipazione in Mongolia e in altri Stati, l’intervento diagnostico e riabilitativo precoce sui minori con disabilità, nonché l’empowerment delle famiglie in Sud Sudan. E ogni presentazione di buone pratiche sarà accompagnata dalla testimonianza di una persona con disabilità coinvolta nelle attività presentate.
Interverranno al webinar Giampiero Griffo. presidente della RIDS, sul tema del Nuovo approccio verso le persone con disabilità nella cooperazione internazionale basato sulla Convenzione ONU; Sunil Deepak dell’AIFO (La ricerca sulla disabilità emancipativa), con una testimonianza testimonianza di Tamirhuu della Union Federation della Mongolia; Silvia Cutrera della FISH (La formazione sulla Convenzione ONU, con l’obiettivo di potenziare le capacità di advocacy delle organizzazioni di persone con disabilità), con le testimonianze di Noemi. B. Harris e Daniel Dagbe, presidente e vicepresidente dell’Unione Nazionale delle Organizzazioni di Persone con Disabilità della Liberia; ancora Giampiero Griffo, questa volta in veste di presidente di DPI Italia (Il peer counselling, strumento per l’empowerment delle persone con disabilità, con la testimonianza di Taheer Al-Battran e altri dalla Cisgiordania (Palestina); Yousef Hamdouna di EducAid (Il Centro di Vita Indipendente “Rita Barbuto” a Gaza City), con la testimonianza di Osama Abusafar, presidente del Centro stesso; Luca Rossetti dell’OVCI-La Nostra Famiglia (Diagnosi precoce della disabilità in Sud Sudan), con la testimonianza di Peresi Yabang, nonna di Emmanuel Malish, intervistata da Moju Victoria Wodu, assistente sociale del Centro di Riabilitazione del Sud Sudan. (S.B.)
L’iscrizione all’evento è possibile tramite questo link.
Articoli Correlati
- Una buona cooperazione allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità «Se con i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo - scrive Giampiero Griffo, concludendo la sua ampia analisi sulle azioni in questo settore - verrà rafforzata la voce delle persone…
- L'ONU e le persone con disabilità Si avvicina la sesta sessione di lavoro del Comitato incaricato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite di elaborare una Convenzione sulla Promozione e la Tutela dei Diritti e della Dignità delle Persone…
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…