Istituita dalla Legge 126 del 2007 come «momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti», in ricordo del geniale sistema inventato nell’Ottocento da Louis Braille (se ne legga ampiamente nel box in calce). la Giornata Nazionale del Braille del 21 febbraio si celebra in tale data anche perché coincide con la Giornata Mondiale della Difesa dell’Identità Linguistica promossa dall’Unesco.
Lo scorso anno, in occasione di tale evento, avevamo dato spazio alla bella iniziativa denominata Paroliamone, ovvero Braille Cup, promossa dall’UICI di Roma (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), con il coinvolgimento di quattro classi quinte delle scuole primarie presenti nel Municipio V della Capitale, sfidatesi nell’interpretazione e nella traduzione del linguaggio Braille, tramite un gioco-evento. «Quell’iniziativa – sottolineano dall’UICI romana – ha sùbito suscitato interesse e un riscontro valoriale importante da parte degli alunni e del corpo docente ben oltre le aspettative, un esito che ci ha spinto a riproporre l’iniziativa, ripensandola anzi come un’edizione allargata a più scuole e in Municipi diversi».
Nella mattinata, quindi, del 23 febbraio (ore 10-12), il presidente dell’UICI di Roma Giuliano Frittelli presenterà su piattaforma web, alla presenza dell’assessora alla Scuola del Comune di Roma Claudia Pratelli, di Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI e di altri rappresentanti istituzionali dei vari Municipi, la seconda edizione del gioco-evento online Paroliamone in cui cinque Istituti Comprensivi si sfideranno per la conquista della Braille Cup 2022, una vera e propria gara supervisionata dall’IRIFOR Provinciale (Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione dell’UICI), con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Scolastiche e Sociali del Comune di Roma.
«L’evento – spiegano i promotori – ha segnatamente lo scopo, attraverso il gioco, di avvicinare e sensibilizzare gli alunni e le alunne alla conoscenza del sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo per non vedenti e ipovedenti, messo a punto da Louis Braille nella prima metà dell’Ottocento».
«La codifica Braille – ricorda infatti Giuliano Frittelli – ha permesso e permette ancora oggi a tanti non vedenti di poter studiare, formarsi e informarsi ed è una bella sensazione quando vieni travolto dall’entusiasmo dei più piccoli, soprattutto se il progetto viene sposato a tutto tondo dalle insegnanti e dalle Istituzioni. Uno stimolo forte per ampliare la platea dei partecipanti, come abbiamo fatto quest’anno, anche se il sogno resta quello di coinvolgere tutti i Municipi di Roma, già per la terza edizione del 2023».
L’allenamento tecnico didattico negli Istituti Comprensivi coinvolti è dunque già iniziato. Si tratta esattamente dell’lstituto Luigi Rizzo (Primo Municipio), dell’Istituto Maria Montessori di Via Monte Ruggero (Terzo Municipio), dell’Istituto di Via Salvatore Pincherle, 140 (Undicesimo Municipio), dell’Istituto Piazza De Cupis, vincitore della Braille Cup 2021 (Quinto Municipio) e dell’Istituto Via Soriso (Tredicesimo Municipio).
Il premio per i vincitori consisterà nella nuova produzione di mattoncini LEGO Braille Bricks accessibili anche ai bambini e alle bambine ciechi o ipovedenti, realizzati appositamente per imparare il Braille. I LEGO Braille Bricks introducono infatti un approccio completamente nuovo, divertente e coinvolgente, per aiutare bimbi e bimbe non vedenti o ipovedenti a sviluppare una vasta gamma di abilità tattili e a imparare il sistema Braille. I mattoncini mantengono la loro forma iconica, ma a differenza di un normale mattoncino LEGO, gli stud (bottoni) nella parte superiore sono disposti in modo da corrispondere alle singole lettere e numeri dell’alfabeto Braille, rimanendo comunque completamente compatibili con il gioco LEGO System. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa UICI Roma (Giovanni Fornaciari), ufficiostampa@uicroma.it.
Louis Braille
Francese di Coupvray, località non lontana da Parigi, Louis Braille vi nacque il 4 gennaio 1809. Il padre era un modesto artigiano che viveva fabbricando finimenti per cavalli.
A 3 anni, giocando nel laboratorio paterno, il bimbo si ferì gravemente ad un occhio con una lesina e nonostante le premurose cure dei genitori, la conseguente infezione si estese rapidamente anche all’altro occhio, portandolo nel giro di un anno alla cecità assoluta.
A 10 anni, Louis fu accolto nell’Istituto Reale per i Giovani Ciechi di Parigi (INJA – Institut National des Jeunes Aveugles), fondato nel 1784 da Valentin Haüy. Lì manifestò molto presto le sue straordinarie qualità, suscitando lo stupore degli insegnanti, soprattutto per la capacità di concentrazione.
In quel momento si guardava con estrema attenzione all’invenzione di Charles Barbier de La Serre, ex ufficiale di artiglieria, che aveva ideato un sistema detto di “scrittura notturna”, costituito da punti in rilievo i quali, a suo dire, avrebbero consentito ai militari di leggere al buio, per non essere individuati dai nemici. Barbier pensò quindi di far testare la sua invenzione proprio agli allievi dell’Istituto per i Ciechi di Parigi.
Quel sistema, però, risultava piuttosto complesso e poco pratico, perché fondato su due colonne parallele di sei puntini ciascuna. E tuttavia, l’esperimento fu accolto con entusiasmo dai giovani allievi, alcuni dei quali – tra cui Braille – iniziarono una corrispondenza con Barbier, utilizzando il suo laborioso metodo.
Rispetto ai numerosi tentativi precedenti per far leggere i ciechi, Barbier aveva introdotto una novità molto significativa per chi avrebbe dovuto leggere con le dita: aveva cioè sostituito i punti in rilievo al tratto continuo (ovviamente in rilievo), utilizzato da Valentin Haüy per stampare i primi volumi per i suoi alunni. A quel punto la speranza di poter trovare un modo per scrivere adatto ai ciechi e un’innata attitudine per la ricerca metodica condussero Braille, pur ancora adolescente, ad intuire il valore che avrebbe potuto assumere, per sé e per i suoi compagni, la disponibilità di un sistema di scrittura semplice e razionale.
Egli, dunque, riconobbe certamente il suo debito verso Barbier de La Serre, ma è esclusivamente a lui che va il merito di essere riuscito ad ottenere risultati definitivi, dopo alcuni anni di studio tenace e sistematico sulla posizione convenzionale di punti impressi su cartoncino. Era il 1825, Braille aveva 16 anni e il suo sistema poteva dirsi virtualmente compiuto.
Nel 1829 pubblicò l’opera Procedimento per scrivere le parole, la musica e il canto corale per mezzo di punti in rilievo ad uso dei ciechi ed ideato per loro, con la quale fece conoscere la scrittura da lui inventata, che è quella ancora oggi utilizzata dai ciechi di tutto il mondo (compresi i dialetti africani, la lingua araba e persino quella cinese).
Braille morì il 6 gennaio 1852 a soli 43 anni.