Molte volte abbiamo sottolineato su queste pagine come la Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni) sia sempre più degna di diffusione e visibilità, per i suoi potenziali effetti dirompenti, come dimostrano anche una serie di pronunciamenti giudiziari che abbiamo di volta in volta segnalato.
L’articolo 4 di tale norma stabilisce tra l’altro quali siano le Associazioni e gli Enti individuati tramite Decreto Ministeriale ad «agire in nome e per conto del soggetto passivo della discriminazione», potendo «intervenire nei giudizi per danno subìto dalle persone con disabilità e ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l’annullamento di atti lesivi degli interessi delle persone stesse». Quelle stesse organizzazioni, infine, sono anche «legittimate ad agire, in relazione ai comportamenti discriminatori, quando questi assumano carattere collettivo».
Nei giorni scorsi la ministra per le Disabilità Erika Stefani ha firmato il nuovo Decreto (non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale), contenente sia le Associazioni e gli Enti di cui viene confermata la legittimazione ad agire in base alla Legge 67/06 (Allegato B), sia le nuove organizzazioni cui viene conferita tale facoltà (Allegato A).
Tra le prime vi sono la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), numerose componenti dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), l’ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi) e l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), tutte organizzazioni aderenti alla stessa FISH, nonché la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della Federazione, mentre tra le seconde vi sono ulteriori componenti dell’ANFFAS. (S.B.)
Ringraziamo l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) per la segnalazione.
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