Dapprima, all’inizio di dicembre, vi è stata la presentazione ufficiale da parte della ministra delle Disabilità Erika Stefani, seguita dal relativo Decreto del Presidente del Consiglio, che aveva fissato tutti i criteri e le modalità; mancava quindi solo l’INPS a definire quando si sarebbe potuta richiedere la Disability Card: ebbene, anche quel passaggio si è compiuto, se è vero che da oggi, 22 febbraio, tramite una specifica Sezione dell’Istituto (a questo link), la richiesta può essere effettuata, dopodiché chi ne avrà i requisiti riceverà direttamente a casa la nuova tessera nel prossimo mese di aprile.
«Arriva finalmente oggi a compimento un lungo percorso – commenta con soddisfazione Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – che ci ha visti impegnati negli anni come protagonisti e che consentirà alle persone con disabilità di compiere un importante passo avanti rispetto all’inclusione nella vita sociale della propria comunità di appartenenza. Infatti, con questa tessera sarà più facile accedere ai vari servizi da parte delle persone con disabilità, in un regime di reciprocità con gli altri Paesi dell’Unione Europea. Si tratta di un’innovazione normativa che garantirà più semplicità nell’accesso ad alcuni servizi anche gratuiti. Plaudiamo dunque alla solerzia dell’INPS e del suo presidente Tridico, che hanno mantenuto gli impegni assunti a dicembre in occasione della presentazione ufficiale della Disability Card».
Per capire ancor meglio quel “lungo percorso” cui fa riferimento il Presidente della FISH, e soprattutto cosa sia esattamente la Diability Card, vale certamente la pena fare qualche passo indietro e ripercorrere, seppure rapidamente, quel lungo percorso.
A parlare per prima di una Disability Card europea era stata la Strategia dell’Unione Europea sulla Disabilità 2010-2020, partendo dalla constatazione di quanto fossero difformi e frammentarie, tra i vari Stati dell’Unione, le condizioni per accedere ad agevolazioni tariffarie, sconti e servizi aggiuntivi presso musei e servizi culturali, sistemi di trasporto, eventi sportivi o musicali o di intrattenimento.
Della questione, quindi, si occuparono anche il Parlamento e il Consiglio Europeo, approvando, nel dicembre 2013, il Regolamento n. 1381/2013, che istituiva lo specifico programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza per il periodo 2014-2020, per garantire il quale si previde appunto la realizzazione di una EU Disability Card, coinvolgendo Associazioni e Istituzioni europee, uno strumento da intendersi come uniforme in ogni Paese aderente e da rilasciare sulla base di criteri generali omogenei individuati dall’Unione. Prese quindi il via un “progetto pilota” in otto Paesi (Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Italia, Malta, Slovenia e Romania).
Sin da allora, a lavorare in sintonia con il nostro Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in veste di sponsor dell’iniziativa, sono state la FISH e l’altra Federazione FAND (Federazione tra le Associazioni delle Persone con Disabilità), con l’obiettivo di poter attivare la Carta anche nel nostro Paese.
Già nel 2017, quindi, la FISH aveva condotto una rilevazione preliminare al progetto, per tentare da un lato di descrivere i benefìci più diffusi e i percorsi adottati per riconoscerli, dall’altro per iniziare, assieme ai vari partner, a delineare il funzionamento e le opportunità della Card, le ricadute pratiche e le necessità operative. In tal senso venne realizzato uno specifico sito web, in fase di aggiornamento, e organizzato un pubblico evento di presentazione alla fine di quell’anno.
La rilevazione della FISH confermò per altro tutte le difficoltà da parte dei gestori dei servizi ad orientarsi fra le diverse certificazioni di invalidità, ponendo seri problemi di ricomposizione delle differenti situazioni.
Un’accelerazione alla possibile effettiva adozione della Disability Card in Italia si ebbe poi con la Legge di Bilancio per il 2019 (Legge 145/18, articolo 1, comma 563), che stabilì innanzitutto la necessità di un Decreto Interministeriale per definirne i criteri e le modalità utili a individuare gli aventi diritto, con un relativo finanziamento per i tre anni successivi.
Un salto veloce di qualche anno ci porta allo scorso anno 2021, con importanti e decisive novità sia a livello internazionale che nazionale. Infatti, nella Strategia Europea per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030, resa pubblica in marzo dalla Commissione Europea, si definisce espressamente «la proposta di creare una “Carta Europea della Disabilità” entro la fine del 2023, che dovrà essere riconosciuta in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea», andando oltre, cioè, a quel primo “progetto pilota” di cui si è detto, ottimo punto di partenza che si era limitato però a toccare una serie di vantaggi e benefìci concernenti i settori della cultura, del tempo libero, dello sport e del turismo.
Per quanto riguarda invece l’Italia, uno dei principali ostacoli da superare riguardava i vincoli sulla privacy delle persone, posti dal Garante Nazionale di tale settore che alla fine, però, aveva dato via libera al progetto. E alla fine, come detto inizialmente, i passaggi decisivi del mese di dicembre scorso.
Non resta allora che suggerire, in conclusione, anche la consultazione di un approfondimento curato dal Centro Studi Giuridici HandyLex (a questo link), che aiuta a comprendere in modo chiaro tutte le caratteristiche della Disability Card e di coloro che ne hanno diritto, a seconda della diversa forma di disabilità. (S.B.)
Per tutte le necessarie informazioni sulla Disability Card e su come ottenerla, consigliamo di accedere a questa pagina nel sito del Ministero per le Disabilità (a questo link la sezione dell’INPS ove richiedere la nuova tessera, a quest’altro link l’accesso diretto al servizio).
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