«In qualsiasi situazione di crisi o di conflitto, le persone con la sindrome di Down e altre disabilità affrontano un rischio sproporzionato di abbandono, violenza, morte e mancanza di accesso alla sicurezza, al soccorso e al sostegno per il recupero. Le donne con disabilità, inoltre, sono a maggior rischio di violenza sessuale e i bambini con disabilità sono più esposti ad abusi e trascuratezza. E ancora, le informazioni cruciali sulla sicurezza e l’evacuazione sono spesso inaccessibili, così come sono raramente accessibili gli stessi centri di evacuazione, il che significa che le persone con la sindrome di Down e altre disabilità sono troppo spesso lasciate indietro»: è pienamente in linea con quella diffusa nei giorni scorsi dal Forum Europeo sulla Disabilità e da noi ripresa su queste pagine, la lettera aperta inviata dall’EDSA, l’Associazione Europea sulla Sindrome di Down, alle Istituzioni Europee, ai Capi di Stato delle varie nazioni, a quelli della Russia e dell’Ucraina, oltreché alla NATO, in cui si chiede «protezione e sicurezza per le persone con sindrome di Down e altre disabilità in Ucraina, rispettando la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che nell’articolo 11 (Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie) fa riferimento alle situazioni di rischio e alle emergenze umanitarie, oltreché la Risoluzione n. 2475-2019 approvata tre anni fa all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nonché il diritto internazionale umanitario e i princìpi umanitari».
«Di fronte a informazioni che ci parlano di una situazione spaventosa per le persone con disabilità in Ucraina [circa 2 milioni e 700.000 persone, N.d.R.] – scrivono dall’EDSA -, rivolgiamo una serie di specifiche richieste ai leader politici e a tutti gli attori umanitari che si occupano di questa crisi, per garantire protezione e sicurezza alle persone con la sindrome di Down e altre disabilità: 1. Pieno accesso a tutti gli aiuti umanitari; 2. Protezione dalla violenza, dagli abusi e dai maltrattamenti; 3. Informazioni accessibili sui protocolli di sicurezza e assistenza, sulle procedure di evacuazione e sul supporto; 4. Pieno accesso ai servizi di base, compresi acqua e servizi igienici, sostegno sociale, istruzione, assistenza sanitaria, trasporti e informazioni; 5. Attenzione e considerazione, soprattutto per chi vive in strutture istituzionali; 6. Pieno coinvolgimento in tutte le azioni umanitarie, attraverso le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie».
«Oltre alle persone con sindrome di Down – concludono dall’EDSA, organizzazione che in Italia è rappresentata dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) -, bisogna prestare particolare attenzione a coloro che sono più a rischio, tra cui donne, bambini, persone cieche e sordocieche, persone con disabilità psicosociali e intellettuali, e persone con elevate esigenze di sostegno. Oggi siamo testimoni di un conflitto su vasta scala sul suolo europeo e di fronte all’escalation della situazione in Ucraina, ricordiamo urgentemente agli Stati le loro responsabilità per garantire la protezione e la sicurezza di tutti. A tal proposito continueremo a monitorare la situazione, rimanendo in contatto con i nostri membri nelle Regioni colpite». (S.B.)
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