«Ribadiamo con forza la necessità, non più procrastinabile, di realizzare una rete integrata di servizi realmente in grado di garantire una presa in carico tempestiva, globale e continuativa sia della persona con disturbo dello spettro autistico che dei suoi familiari»: lo si legge in una nota diffusa dall’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), alla vigilia della Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo di domani, 2 Aprile. «In tale contesto – aggiungono dall’ANFFAS – particolare rilievo, unitamente agli aspetti legati alla salute, al sociale, al lavoro e al tempo libero, assume il percorso educativo, tema al quale l’ONU ha voluto quest’anno dedicare un focus specifico, indicando appunto come focus della Giornata proprio quello dell’“educazione inclusiva”, in attuazione del 4° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, per “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”».
«Come ANFFAS – dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale dell’Associazione – condividiamo il tema scelto dalle Nazioni Unite, perché l’educazione inclusiva, se realizzata garantendo i giusti sostegni sia di natura didattica che educativa e sociale, a partire dalla tenerissima età, contribuisce, senza alcun dubbio, a cambiare le traiettorie di vita delle persone nello spettro autistico. Infatti, unitamente all’aumento delle loro conoscenze e competenze, si riescono a migliorare gli aspetti comportamentali e relazionali che sono alla base di ogni futuro miglioramento anche negli altri e diversi contesti».
«Per fare tutto ciò – si legge ancora nella nota dell’ANFFAS – occorre avere sia un corretto approccio culturale, appunto pienamente inclusivo, sia disporre di elevate competenze e adeguate professionalità da parte di tutti i soggetti che, a vario titolo, interagiscono con le persone nello spettro autistico nel contesto scolastico, agendo sinergicamente e in regime di corresponsabilità con gli operatori dei servizi abilitativi e riabilitativi, con la famiglia e con il territorio di riferimento. Il tutto opportunamente definito all’interno di un adeguato PEI (Piano educativo individualizzato), coerente con il più ampio e complessivo Progetto di Vita Individuale, fissato dall’articolo 14 della Legge 328/00. Auspichiamo dunque che tale sistema – ancor oggi ben lungi dall’essere concretamente realizzato – anche grazie alle previsioni della nuova Legge Delega in materia di disabilità e ai provvedimenti in corso per completare la riforma della cosiddetta “Buona Scuola”, possa rappresentare il comune obiettivo verso cui tutti poter convergere anche all’esito delle celebrazioni per il 2 Aprile».
«Se così fosse – sottolinea Speziale – si darebbe senso a quanto auspicato dall’ONU e significato alla Giornata di domani, non illudendo le persone nello spettro autistico e le loro famiglie che colorando per qualche minuto o per qualche ora qualche monumento o qualche facciata di palazzo di blu questo corrisponda poi a un reale cambiamento dell’assai complicata vita materiale delle persone con disabilità e dei loro familiari». (S.B.)
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