In questi giorni, attraverso i vari notiziari, articoli e siti web, si sente molto parlare della pellicola “I segni del cuore – Coda, vincitrice del Premio Oscar nelle categorie Miglior film, Migliore sceneggiatura non originale e Migliore attore non protagonista Troy Kotsur, classificato, quest’ultimo, come il secondo attore sordo ad avere vinto l’Oscar, dopo l’attrice Marlee Matlin nel 1987.
Nonostante il film rappresenti per la comunità dei sordi una soddisfacente vittoria dopo ben trentacinque anni dall’ultimo film (Figli di un dio minore), con rammarico ci rendiamo conto che, leggendo tutti gli articoli e i titoli di testo dei vari notiziari, si scopre una forte lacuna nella scrittura dei testi che vengono redatti o pronunciato a voce: i media stanno rivelando la triste realtà di una scarsa cultura della disabilità, del loro modo errato di scrivere o pronunciare importanti articoli correlati alla sordità, senza prima accertarsi sul corretto utilizzo dei termini appropriati.
Infatti, i frequenti termini molto obsoleti che vengono indicati come “sordomuto”, “linguaggio” dei segni, “linguaggio mimico-gestuale”, “non udente” ecc. non rappresentano il vero lessico italiano, ma sono solo la dimostrazione di una carente informazione sul mondo della disabilità, senza esprimere un segno di profondo rispetto e comprensione.
A tal proposito, come organizzazioni di categoria, invitiamo l’Ordine Nazionale dei Giornalisti a documentarsi in modo da divulgare l’informazione corretta a tutti i giornalisti, professionisti e/o pubblicisti, tramite i propri Ordini Regionali, sulla terminologia da adottare nei prossimi articoli e testate giornalistiche, così come di seguito:
° Sordo: grazie alla Legge 95/06 (articolo 1) la persona è definita sorda a tutti i sensi di legge e decàde il termine “sordomuto”, inappropriato, dal momento che il sordo può imparare a parlare, poiché l’apparato fonatorio è integro. I sordi preferiscono il termine “sordo”, invece di “non udente”, perché quest’ultimo è la negazione di un qualcosa che non esiste.
° Lingua dei Segni Italiana: sono errati i seguenti termini: Linguaggio dei Segni Italiano; Linguaggio Italiano dei Segni; Linguaggio mimico-gestuale. La Lingua dei Segni Italiana (LIS, senza i puntini fra una lettera e l’altra) è una lingua che ha una propria struttura, le proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali come una qualsiasi lingua parlata. Ogni Paese ha la propria Lingua dei Segni. Non esiste la lingua dei segni universale, perché sarebbe come dire che tutto il mondo parlasse l’esperanto. Inoltre, non è neanche corretto dire o scrivere Linguaggio mimico-gestuale. I sordi che usano i segni lo fanno senza confonderli con la comune gestualità utilizzata dagli udenti per enfatizzare un discorso e che non ha un significato verbale, mentre i segni hanno un significato proprio e sono formati rispettando regole sintattiche ben precise.
La Lingua dei Segni Italiana è stata riconosciuta ufficialmente con l’approvazione dell’art. 34 ter del Decreto legge 41/21 [convertito con modificazioni nella Legge 69/21, N.d.R.] e permette la comprensione e la produzione di concetti astratti come oggetti e immagini alla pari della lingua vocale, pertanto è una lingua utilizzata dai sordi e udenti bilingui. Questa lingua garantisce pari dignità ai sordi in quanto cittadini dello Stato Italiano.