È un documento video particolarmente importante, soprattutto in un momento storico come questo, quello diffuso in ben dieci lingue, italiano compreso (a questo link), centrato sulle Linee Guida per l’inclusione delle persone con disabilità nell’azione umanitaria, prodotte nel 2019 dallo IASC (Inter-Agency Standing Committee), Comitato Permanente di partner umanitari delle Nazioni Unite e non, fondato nel 1991 per rafforzare appunto l’assistenza umanitaria. Quelle stesse Linee Guida sono state il frutto di un lavoro che ha coinvolto seicento diversi attori, tra cui anche le organizzazioni internazionali di persone con disabilità, rivolgendosi agli operatori umanitari, per metterli in condizione innanzitutto di raggiungere tutte le persone con disabilità durante qualsiasi situazione di crisi, dovuta a guerre, disastri naturali o creati dall’uomo.
Nella videoanimazione di quasi quattro minuti, fornita di sottotitoli e di interpretariato nella Lingua dei Segni, si riporta in premessa un dato spesso presente anche sulle nostre pagine, ovvero che «le persone con disabilità sono sempre le più colpite da disastri e conflitti, le più escluse dagli aiuti, ma nonostante ciò anche quelle che quasi sempre hanno meno probabilità di essere coinvolte nei vari processi decisionali». Alla luce di questo, si sottolinea che «un partenariato paritario tra operatori umanitari e organizzazioni di persone con disabilità completamente finanziato e stabilito prima delle crisi è fondamentale per garantire che tutte le risposte siano pienamente inclusive».
«Non tutte le organizzazioni di persone con disabilità – si aggiunge – hanno una missione o un’esperienza strettamente umanitaria, ma nonostante questo devono essere comunque coinvolte in modo significativo in tutte le fasi, dalla preparazione, alla risposta, alla fase di recupero, oltreché in tutto il monitoraggio e nelle valutazioni necessarie. Esse, infatti, offrono una moltitudine di soluzioni per affrontare al meglio tutti i punti di una crisi umanitaria, sostenendo l’identificazione delle persone con disabilità nelle loro comunità, istruendo gli operatori umanitari riguardo alla disabilità, attraverso le loro esperienze vissute, rafforzando le campagne di tutela con i Governi Nazionali e Locali, per assicurare che i servizi siano inclusivi. E ancora, sanno individuare le azioni chiave che devono essere svolte ai fini di politiche e pratiche inclusive, oltre a sostenere la raccolta di dati e a monitorare l’inclusione delle persone con disabilità durante la crisi».
Ulteriore elemento non trascurabile evidenziato dalle Linee Guida della IASC, anche in situazioni umanitarie dove non esistono organizzazioni di persone con disabilità, e nel mondo succede purtroppo spesso, quelle stesse persone devono comunque essere «identificate, incluse e consultate».
I video sono stati realizzati nell’àmbito del progetto VIVID:T, acronimo che tradotto dall’inglese sta letteralmente per “Assistenza tecnica nella risposta umanitaria, garanzia di un prezioso volontariato internazionale e inclusione delle persone con disabilità” e alla traduzione di essi in dieci lingue (arabo, bengalese, francese, inglese, italiano, portoghese, spagnolo, swahili e, non certo a caso, ucraino e russo), hanno collaborato i partner del progetto stesso (EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, ASPEM-Associazione Solidarietà Paesi Emergenti, Abilis e CBM Irland), insieme anche a IOM Iraq (International Organization for Migration) e a CBM Global. (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile in italiano la videoanimazione di cui si parla nel presente contributo. Sui temi qui trattati suggeriamo anche la consultazione, sulle nostre pagine, del contributo di Giampiero Griffo intitolato Le emergenze umanitarie e le Associazioni di persone con disabilità (a questo link).