«Questa Sentenza rappresenta una vera e propria lezione di diritto sulla natura regolamentare degli atti amministrativi»: lo dichiara in una nota Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commentando il pronunciamento con cui la Settima Sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Ministero dell’Istruzione contro il TAR del Lazio (Tribunale Amministrativo Regionale), che nel settembre dello scorso anno aveva bocciato con la Sentenza n. 9795 i nuovi PEI (Piani Educativi Individualizzati) e le correlate Linee Guida introdotte dal Decreto Interministeriale 182/20, una Sentenza della quale anche il nostro giornale si era allora ampiamente occupato.
«Siamo sempre stati convinti della bontà dei nuovi PEI – aggiunge Falabella – che avevano coinvolto i docenti, le famiglie, il personale sanitario, introducendo per la prima volta all’interno del mondo scolastico la prospettiva bio-psico-sociale e un nuovo concetto di ambiente di apprendimento che cambia la prospettiva e l’approccio alla stessa inclusione scolastica. Dispiace, tuttavia, che si sia perso un anno di tempo lungo la strada dell’inclusione scolastica e che a pagarne ancora una volta il prezzo siano stati i nostri ragazzi e ragazze, gli studenti e studentesse con disabilità. Il nostro auspicio, quindi, è che con questo pronunciamento si metta finalmente la parola fine ai provvedimenti di tipo emergenziale, cominciando a ragionare seriamente di didattica inclusiva per gli alunni e le alunne con disabilità».
Come avevamo riferito in varie occasioni, la Federazione FISH e le organizzazioni ad essa aderenti avevano accolto positivamente la pubblicazione dei nuovi modelli di PEI, fissata dal citato Decreto 182/20, ritrovandovi alcune conferme rispetto alle istanze presentate in precedenza nell’àmbito di costanti confronti con il Ministero dell’Istruzione. «Per far sì che non si perda ancora tempo – sottolineano oggi gli esperti del mondo scolastico presenti all’interno della FISH – continueremo a percorrere la strada del dialogo costruttivo, senza alcun compromesso e senza mai negoziare i diritti delle persone con disabilità. Si tratta infatti di un confronto che ha già portato all’eliminazione dal Decreto e dalle Linee Guida di aspetti come la responsabilità erariale dei membri del GLO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione) e il divieto alla partecipazione di più di un esperto segnalato dalla famiglia, oggetti di ricorso al TAR, sui quali infatti il Consiglio di Stato non si è pronunciato». (S.B.)
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