Tommaso è un alunno con disabilità motoria di 6 anni che frequenta l’ultimo anno della scuola dell’infanzia del Comune di Bientina (Pisa). Il 5 maggio scorso è stata organizzata una gita scolastica alla Riserva Bosco Tanali nel Padule, che si trova nell’area comunale, ma mentre gli altri compagni hanno potuto viaggiare assieme sullo stesso pullman, per Tommaso è stato disposto un trasporto separato gestito dalla Misericordia locale, ossia un servizio non inclusivo e discriminatorio. Ciò senza che la famiglia ne fosse informata, visto che aveva dato l’autorizzazione per l’uso del pullman e non per un mezzo diverso.
A tal proposito va ricordata la Nota n. 2209/12 con la quale il Ministero dell’Istruzione ha consolidato la normativa relativa alle gite e visite d’istruzione. Essa prevede, tra gli altri aspetti, anche che i Dirigenti Scolastici, nello stipulare i contratti con le agenzie di viaggio, debbano far sì che siano garantiti itinerari, mezzi di trasporto e alloggi accessibili agli alunni e alle alunne con disabilità.
Il divieto di discriminazione nei confronti degli alunni e delle alunne con disabilità è sancito anche dall’articolo 12 della Legge 104/92, e dall’articolo 24 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18/09). Esistono inoltre delle Sentenze le quali stabiliscono che se un alunno/alunna con disabilità viene escluso, o fruisce con modalità non inclusive delle attività scolastiche (comprese le gite), ciò costituisce discriminazione ai sensi della Legge 67/06.
Caterina, la madre di Tommaso, ha espresso il proprio disappunto, citando anche le parole pronunciate nel 2020 dal presidente della Repubblica Mattarella: «Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche dalla capacità di assicurare alle persone con disabilità inclusione, pari opportunità, diritti e partecipazione a tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica». Ma, al di là delle norme e delle autorevoli parole di Mattarella, a far comprendere quanto sia incivile questa condotta dovrebbe bastare vedere l’espressione di Tommaso nello scoprire di non poter condividere il viaggio con i suoi amici e compagni. «Spiace constatare che la scuola, invece di affrontare e risolvere un problema che esiste da anni – aggiunge Caterina –, si rifugi in un atteggiamento di comodo, non adottando provvedimenti atti ad eliminare gli ostacoli, ma trovando soluzioni lesive della dignità e dello sviluppo psichico del bambino disabile». E conclude: «È impensabile che nel 2022 un Comune non sia attrezzato per il trasporto inclusivo dei bambini disabili». (Simona Lancioni)
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.