Negli anni più recenti, oltre che sugli aspetti più propriamente riabilitativi, la Fondazione ANFFAS di Cagliari (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) si è impegnata a fondo anche sui processi di affermazione dei diritti di autodeterminazione, cittadinanza attiva, autonomia, formazione e lavoro delle persone con disabilità intellettive.
In quest’ultimo àmbito, come avevamo segnalato a suo tempo, ha condotto due nuovi progetti, finanziati dalla Regione Sardegna e derivanti dall’Avviso Pubblico PRO.PIL.E.I. (acronimo che sta per Progetti Pilota di Eccellenza per l’Innovazione sociale), il primo dei quali, denominato Metodologie e strumenti di accompagnamento al lavoro di persone con disabilità intellettive, si sta concludendo in queste settimane.
«Questa iniziativa – spiegano dall’ANFFAS di Cagliari – è stata finalizzata a dar vita a un modello di accompagnamento al lavoro specifico per le persone con disabilità intellettiva e relazionale e con disturbo dello spettro autistico, puntando sulla valorizzazione delle loro competenze, per incrementarne la partecipazione attiva al mercato del lavoro».
Il progetto, dunque, ha coinvolto in totale diciannove persone con disabilità intellettiva e relazionale o disturbo dello spettro autistico nell’attivazione di dieci tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia e alla riabilitazione, oltreché nel supporto al mantenimento del posto di lavoro per nove lavoratori che avevano già avviato percorsi lavorativi e hanno dunque beneficiato di azioni di sostegno in tal senso.
L’iniziativa ha preso il via nel mese di dicembre del 2020 e alla fase di promozione è seguita la selezione dei potenziali candidati al tirocinio tramite colloqui conoscitivi e di valutazione multidimensionale. Contemporaneamente è stata svolta un’azione di sensibilizzazione del territorio, per individuare le aziende disponibili ad accogliere i tirocinanti per tutta la durata del progetto. Sono state esattamente dieci quelle che hanno aderito al progetto, appartenenti a diversi settori lavorativi (ristorazione, uffici, supermercati, commercio).
Gli abbinamenti tirocinanti-imprese sono avvenuti essenzialmente riferendosi a due criteri, vale a dire da una parte la disponibilità delle aziende, dall’altra gli interessi e le aspettative delle persone, emersi durante la fase di orientamento specialistico Una volta definiti gli abbinamenti e condividi gli stessi con i tirocinanti, sono stati attivati i tirocini attraverso incontri preliminari di conoscenza e la stesura di progetti individualizzati di tirocinio, con l’indicazione degli obiettivi, gli orari, i compiti, gli estremi delle polizze assicurative, i tutor aziendali.
I dieci tirocinanti selezionati hanno partecipato quindi a un corso di formazione propedeutico su tematiche quali la sicurezza sui luoghi di lavoro, i diritti e i doveri del tirocinante, la comunicazione e lavoro di gruppo.
Avviati tra aprile e giugno dello scorso anno, con una durata di otto o dieci mesi ciascuno, tutti i tirocini sono stati portati a termine con esito positivo e si sono conclusi nello scorso mese di marzo. Ad ogni tirocinante sono state garantite azioni di tutoraggio e monitoraggio da parte degli educatori dell’ANFFAS, mediante incontri con i colleghi, il datore di lavoro e il tutor aziendale, oltreché momenti di colloqui individuali per monitorare l’andamento dell’esperienza vissuta, in parallelo ad azioni di supporto e sensibilizzazione rivolte al personale dell’azienda, ad attività di raccordo con i servizi sanitari di riferimento e a momenti di confronto con le famiglie.
«Per la valutazione degli esiti dei singoli percorsi di inclusione socio-lavorativa – spiegano ancora dall’ANFFAS di Cagliari – sono stati utilizzati diversi strumenti di valutazione somministrati in tre momenti diversi del tirocinio, ovvero ad un mese dall’avvio, dopo sei mesi e alla conclusione. Ebbene, da una comparazione delle tre somministrazioni è emerso che i tirocinanti hanno mantenuto costante l’impegno e la motivazione al lavoro. Risultati importanti, inoltre, abbiamo rilevato nella capacità di adattamento nel tempo al contesto lavorativo e al gruppo di lavoro, nonché nel raggiungimento di una buona autonomia nello svolgere le mansioni previste dal progetto personalizzato. Tanti esiti positivi, dunque, non solo in termini di acquisizione di competenze professionali spendibili nel mercato del lavoro, ma anche di offerta di “senso” e “valore” per persone con disabilità che si affacciano per la prima volta o si riaffacciano sul mondo del lavoro. Attraverso il ruolo lavorativo, infatti, una persona con disabilità può raggiungere una migliore definizione della propria identità, autostima e indipendenza economica».
Dei questionari di gradimento, poi, sono stati somministrati ai soggetti ospitanti, ossia alle aziende, producendo anche qui risultati positivi. Nonostante infatti l’iter di inserimento sia stato lungo e impegnativo, le aziende stesse hanno sottolineato il miglioramento del clima interno e una maggiore collaborazione tra colleghi, un’aumentata produttività del gruppo di lavoro e la possibilità per il contesto lavorativo di essere parte attiva in àmbito sociale.
Entro breve, dunque, verrà elaborato un report di sintesi dei risultati e delle azioni progettuali e realizzato un opuscolo per le aziende, al fine di informarle e sensibilizzarle sulle tematiche dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. La conclusione delle attività verrà altresì festeggiata con un momento di convivialità e confronto, coinvolgendo tutti coloro che hanno preso parte alle attività, dai tirocinanti alle aziende ospitanti e agli operatori. Durante tale evento verranno consegnati gli attestati di partecipazioni sia ai tirocinanti che alle aziende e proiettato un docuvideo del progetto con le immagini e le interviste dei diretti protagonisti. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: lavoro@anffassardegna.it (Daniela Caddeo).