Nuovi paradigmi per la relazione tra teologia e disabilità

Alla presentazione di “A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità”, curato da Alberto Fontana e Giovanni Merlo, ha partecipato una pluralità di autorevoli voci sia laiche che cattoliche, impegnate ad indagare il rapporto fede-disabilità all’interno del significato teologico dell’uomo nella sua relazione con Dio. Si tratta di un saggio che si propone di contribuire a superare la retorica dell’inclusione sociale, e ad individuare gli elementi che dovrebbero portare ad una nuova teologia della disabilità

Copertina di "A Sua immagine?"Alla presenza di un parterre d’eccezione, la presentazione del saggio A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità (La Vita Felice, 2022), svoltasi presso la sede della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) [se ne legga già sulle nostre pagine, N.d.R.], è stata l’occasione per portare all’attenzione ancora una volta temi di natura complessa, stimolando un dibattito attuale e reso unico per l’aspetto collegiale.
«Essere capaci di riconoscere ogni persona come unica ed irripetibile, al di là del limite fisico»: è il messaggio dell’enciclica di Papa Francesco che introduce risposte alle riflessioni affrontate in A Sua immagine?, guidando guida la ricerca di nuovi paradigmi sulla disabilità.

È stato l’argomento stesso a tenere vivo un dialogo su domande e dubbi della società contemporanea. Padre Giuseppe Bettoni, fondatore e presidente della Fondazione Arché; don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della Carità Angelo Abriani di Milano; suor Veronica Donatello, responsabile della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per la Pastorale delle Persone con Disabilità; Ilaria Morali, docente di Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana; Salvatore Nocera, presidente del Comitato dei Garanti della FISH e socio fondatore del MAC (Movimento Apostolico Ciechi); Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme (Catanzaro) e docente all’Università della Calabria; Matteo Schianchi, storico e ricercatore all’Università di Milano-Bicocca; Vittorio Scelzo della Pastorale delle Persone con Disabilità nel Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e componente dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità: sono stati loro a comporre il coro di voci laiche e cattoliche che, dal loro osservatorio privilegiato, hanno dato il contributo al libro e che si sono confrontati sul rapporto Chiesa e disabilità.
La stesura di A Sua Immagine?, testo pubblicato nell’aprile scorso, è stata curata da Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NEMO (NeuroMuscular Omnicentre) e consigliere della LEDHA, insieme a Giovanni Merlo, direttore della LEDHA.
L’incontro è stato anche l’occasione per presentare gli Autori che hanno contribuito a rendere questo terreno una brillante realtà di confronto e scambio. Un confronto diretto, condotto e moderato da Riccardo Bonacina, fondatore di «Vita Magazine», che da anni è un punto di riferimento per l’informazione della sostenibilità, del racconto sociale e del Terzo Settore.

Ci si è dunque concentrati innanzitutto sul tema che fonda la relazione tra teologia e disabilità. Un nuovo punto di vista, una nuova visione, che vuole evidenziare il rapporto fede-disabilità all’interno del significato teologico dell’uomo nella sua relazione con Dio.
Tutto nasce dalle riflessioni generate dal lavoro cui Justin Glyn si è dedicato, quando, nel giugno del 2019, ha pubblicato il testo “Us” not “Them”. Disability and Catholic Theology and Social Teaching (“Noi”, non “loro”. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica). L’Autore, gesuita non vedente di origine australiana, avvocato e docente di Diritto Canonico presso il Catholic Theological College, General Counsel del Distretto Australiano della Compagnia di Gesù, sostiene la visione di una Chiesa non solo per chi è accanto alle persone con disabilità, ma che diventi essa stessa l’incarnazione di quel “Dio ferito” già fragile e mancante.

"'Us' not 'Them'. Disability and Catholic Theology and Social Teaching" di Justin Glyn
Dal testo di Justin Glyn “‘Us’ not ‘Them’. Disability and Catholic Theology and Social Teaching” (“’Noi’, non ‘loro’. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica”) è nata l’idea stessa del saggio “A Sua immagine?”

All’interno di questa cornice il tema del saggio è quello del cambiamento. Sino ad oggi, le dichiarazioni ufficiali della Chiesa come quelle sulla teologia della disabilità, hanno oscillato fra due posizioni scomode: da un lato disabilità come “colpa” o “peccato”, dall’altro la disabilità come strumento di redenzione. Come superare allora la mera retorica dell’inclusione, per giungere a comprendere una volta per tutte che ciascuno, a prescindere dalle proprie disabilità e abilità, deve essere riconosciuto come essere unico e irripetibile?
«Ciò che ci accomuna non è solamente l’appartenenza alla LEDHA – hanno spiegato Fontana e Merlo –, ma, soprattutto, un’amicizia che dura da sempre e una vita di lavoro e di impegno, spesa all’interno del mondo associativo italiano, per l’affermazione, il rispetto e la promozione dei diritti umani di tutte le persone con disabilità. Siamo sempre molto attenti a quello che avviene nel mondo della disabilità e non solo per quanto riguarda gli aspetti giuridici: siamo infatti costantemente alla ricerca di analisi e riflessioni che possano animare il confronto e la discussione dentro la nostra comunità. Le nostre Associazioni sono per definizione “apartitiche” e “aconfessionali”, ma quello che capita all’interno della Chiesa non ci è certo indifferente, sia come dirigenti associativi, sia sul piano personale. Ecco perché comprare quel numero della rivista “Civiltà Cattolica” e leggere l’articolo di Justin Glyn è stata questione di pochi giorni. Per restarne folgorati sono bastati pochi minuti».

Il primo cambio di paradigma affrontato dal libro, e dal quale prende vita il percorso di riflessione, si fonda sulla visione teologica della vita dell’uomo: creato a immagine di Dio. Porre al centro quell’“A Sua immagine” significa partire dalle ragioni spirituali e teologiche per le quali ha avuto origine la vita dell’uomo. Essendo ad immagine di Dio, l’individuo umano ha la dignità di persona. Ed è proprio in questo percorso di riconoscimento della bellezza di essere stati creati ad immagine di Dio, che si inserisce il valore del limite e della fragilità.
Da qui il secondo cambio di paradigma proposto dal saggio: se la fragilità viene riconosciuta come parte della condizione dell’uomo, allora è possibile superare il dualismo “Noi-loro”, di cui si parla nell’opera di Glyn. Essere fragili non significa essere fermi, ma vuol dire avere il coraggio di fare i conti, ciascuno, con il proprio limite. Ed è da questa consapevolezza che la fragilità diventa risorsa, perché pone alla scoperta di nuove opportunità per tutti. È il cambiamento sociale nel quale l’altro, percepito come “diverso da noi stessi”, diventa parte del nostro stesso percorso di ricerca.
Questa nuova visione sociale introduce il terzo cambio di paradigma, che pone la realizzazione di ogni uomo nella relazione di reciprocità con l’altro. Superando la retorica dell’inclusione sociale, ciascuno potrà essere vissuto come persona di valore e con la quale porsi in relazione. Lasciare spazio, dunque, al protagonismo di ciascuno mette in discussione una visione pastorale paternalistica: dall’aiuto caritatevole, all’impegno reciproco e concreto di costruire, insieme, il bene comune.
Donde il quarto cambio di paradigma del saggio, ovvero il coraggio di introdurre una nuova teologia della disabilità. In questo senso, il percorso di cambiamento che oggi la Chiesa sta vivendo può diventare un’opportunità per introdurre spazi e linguaggi utili a una nuova pedagogia della disabilità.

La scorsa settimana Alberto Fontana e Giovanni Merlo hanno presentato anche il nuovo blog A Sua immagine?, uno spazio voluto per continuare il viaggio con gli stessi Autori, fatto di incontri, riflessioni su temi che toccano il senso e il significato del nostro essere al mondo, a prescindere dalle proprie abilità o disabilità. Aperto per un dibattito interattivo con i Lettori e le Lettrici, il blog è già ricco di articoli che suggeriscono letture, film, camei e, non ultima, l’agenda degli appuntamenti live dove incontrarsi e confrontarsi.
Sono pagine – quelle del libro, così come quelle del blog – che pongono domande e questioni alle quali gli Autori non hanno alcuna pretesa di dare risposte, ma la volontà di aprire domande nuove, per continuare il cammino di ricerca che ogni uomo e donna del nostro tempo è chiamato a fare.

Un’ultima segnalazione: nel pomeriggio del 23 maggio (ore 17.30) è in programma la prima presentazione pubblica del saggio, organizzata dalla LEDHA in collaborazione con la Diocesi di Milano, presso la Parrocchia di San Giorgio al Palazzo (Piazza San Giorgio, 2). Vi parteciperanno Alberto Fontana e Giovanni Merlo, con un dibattito tra il teologo Pierangelo Sequeri e lo storico Matteo Schianchi, moderato da don Mauro Santoro. (Simona Lancioni)

Il filmato dell’evento di presentazione del libro A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità è disponibile a questo link. Per ogni ulteriore informazione: Ufficio Stampa LEDHA (Ilaria Sesana), ufficiostampa@ledha.it; Ufficio Stampa di A Sua Immagine? (Elisa Longo), ufficiostampa@asuaimmagine.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con alcune integrazioni e riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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