Si presenta “Come fenici. Donne con disabilità e ’vie’ per l’emancipazione”

Già calendarizzata per il mese di aprile, si terrà in realtà domani, 24 maggio, la presentazione di “Come fenici. Donne con disabilità e ‘vie’ per l’emancipazione”, secondo incontro della rassegna “Storie di donne con disabilità”, promossa dalla FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e realizzata in memoria di Rita Barbuto, punto di riferimento dell’associazionismo delle persone con disabilità e donna molto attiva anche sui temi dell’emancipazione femminile
Rita Barbuto
Rita Barbuto alla quale è dedicata la rassegna “Storie di donne con disabilità”, promossa dalla FISH Calabria

Già calendarizzata per il 15 aprile, come avevamo segnalato anche sulle nostre pagine, la presentazione di Come fenici. Donne con disabilità e “vie” per l’emancipazione (Franco Angeli, 2020) è slittata al pomeriggio di domani, martedì 24 maggio (ore 17.30-19).

All’evento, che si terrà online, parteciperà l’Autrice dell’opera, Arianna Taddei, ricercatrice in Pedagogia Speciale al Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo dell’Università di Macerata, che un paio d’anni fa avemmo l’opportunità di conoscere, rivolgendole una serie di domande proprio sull’opera che verrà presentata domani (se ne legga a questo link).
Con Taddei saranno presenti Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nel ruolo di coordinatrice, e chi scrive la presente nota (Simona Lancioni, responsabile di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli), con un ruolo interlocutorio.

Il saggio di Taddei si sviluppa attraverso le storie di vita di tre donne con disabilità, raccontate e analizzate alla luce della pedagogia speciale.
L’appuntamento rappresenta il secondo incontro della rassegna denominata Storie di donne con disabilità, che prevede la presentazione di quattro libri scritti o che raccontano di loro, ed è dedicata a Rita Barbuto, punto di riferimento della FISH Calabria, già presidente e direttrice di DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e collaboratrice attiva della RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), venuta a mancare il 2 febbraio scorso.
L’iniziativa è promossa proprio dalla FISH Calabria, in collaborazione con la Comunità Progetto Sud e con il sostegno della Fondazione Con il Sud. (Simona Lancioni)

Si potrà partecipare all’evento di domani, 24 maggio (supportato dal servizio di sottotitolazione), accedendo a questo link (piattaforma Zoom). Per ogni ulteriore informazione: fishcalabria@gmail.com.
La presente nota è già apparsa nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripresa – con alcune modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

Rita Barbuto
Scomparsa agli inizi di febbraio di quest’anno, Rita Barbuto costituiva un vero e proprio punto di riferimento, nella sua Regione (la Calabria), nonché a livello nazionale e internazionale, per la tutela dei diritti di ogni persona con disabilità. Oltre infatti ad essere stata protagonista attiva nella FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nella quale ha ricoperto la carica di Consigliera fino alla sua morte, con delega alla Vita Indipendente, è stata presidente e direttrice di DPI Italia (Disabled Peoples’ International), organizzazione per la quale ha anche coordinato lo sviluppo per l’Italia. Ha inoltre collaborato attivamente con la RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), l’alleanza strategica avviata da AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), EducAid, DPI Italia, FISH e OVCI-La Nostra Famiglia (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale). Per la RIDS, tra l’altro, e nello specifico per conto di EducAid, era stata una delle prime persona in carrozzina ad arrivare dall’estero nella Striscia di Gaza, nell’àmbito del progetto We Work, per svolgere attività di consulenza alla pari nei confronti di donne palestinesi con disabilità. Il tutto senza dimenticare il costante lavoro da lei svolto per far cessare le discriminazioni multiple subite da donne e ragazze con disabilità. (S.B.)

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