«Torino è da sempre la città dei film festival tematici, con rassegne quali Seeyousound, Cinemambiente, Lovers e molte altre. Si sentiva però la mancanza di un focus specifico sulla disabilità. Abbiamo quindi pensato di colmare questa lacuna, con l’obiettivo di fare uscire la tematica dai suoi luoghi tradizionali e istituzionali, portandola a confrontarsi con il mondo esterno, con la città e con i linguaggi espressivi, veri e propri ambasciatori di una rivoluzione culturale possibile»: così l’Associazione torinese Volonwrite aveva presentato sulle nostre pagine, nel settembre dello scorso anno, il primo Disability Film Festival.
Ora, dopo più di sei mesi di pausa, valutazioni e assestamenti dalla chiusura di quella prima edizione, la manifestazione sta per tornare in sala con una nuova iniziativa, che la proietterà direttamente verso il prossimo capitolo, previsto per la primavera del 2023. Dal desiderio infatti di mantenere il contatto con il suo pubblico più affezionato, consolidando le proprie partnership culturali e creandone di nuove, è nata la minirassegna Tag uɘ if you can, «costituita – come spiegano da Volonwrite – da tre eventi, tre proiezioni speciali tra questo 2022 e l’inizio del prossimo anno, tre storie in continuità con il focus identitario che aveva contraddistinto la selezione della prima edizione. Con l’intento quindi di cercare un terreno comune tra i pubblici, le presentazioni saranno in collaborazione con diverse realtà culturali del territorio, per concretizzare un approccio intersezionale necessario a far sì che il confronto sia inclusivo e non settario».
Il primo dei tre eventi è in programma per la serata di domani, 28 maggio (ore 21), quando il Disability Film Festival sarà ospite di uno degli appuntamenti mensili nella Sala 3 “Mario Soldati” del Cinema Massimo di Seeyousound, il festival torinese di cinema musicale giunto quest’anno all’ottava edizione.
Per l’occasione, le due rassegne presenteranno congiuntamente Breaking Out di Michael McCormack, il racconto della vita e della carriera del cantautore irlandese Fergus O’Farrell, leader della band Interference dalla seconda metà degli Anni Ottanta fino alla sua morte avvenuta nel 2016 a soli 48 anni. Una carriera lunga trent’anni, grazie a una voce definita dal collega Glen Hansard, uno dei suoi amici più stretti, come «l’anima regale di un’aquila intrappolata in un corpo limitato», ovvero dalla sua forma di distrofia muscolare diagnosticata da bambino.
«Il documentario di McCormack – sottolineano da Volonwrite – restituisce il racconto di una vita dedicata alla musica, facendo scoprire agli spettatori un differente modo di percepire la realtà e la ricerca della perfezione. Se la perfezione coincidesse con l’apice della fama, infatti, nella storia di O’Farrell sarebbe la partecipazione a una colonna sonora da Oscar (con il brano Gold inserito nel film Once di John Carney); se invece riguardasse la capacità di fare della musica lo strumento per connessioni umane profonde, la carriera di O’Farrell potrebbe essere considerata esemplare».
«Breaking Out – aggiungono – è un viaggio lungo dieci anni al fianco di Fergus, fantasma e angelo custode tra exploit e battute d’arresto di una vita-carriera scandita quanto governata dall’urgenza di raccontare la profondità di un’esistenza fatta di relazioni sociali e affettive profonde. In questo scenario, la musica si erge a strumento di racconto di un universo interiore in cui l’istinto si muove alla ricerca del fiato necessario a cantare ogni verso come fosse l’ultimo, nell’instancabile sforzo profuso nel non alterare il timbro dorato di una voce inspiegabilmente magnetica, medium di una densità di pensiero non comune».
Il consolidamento della collaborazione tra il Disability Film Festival e Seeyousound rappresenta nel migliore dei modi la volontà di “unire le forze”, attivando sinergie in grado di evolversi ed espandersi: «Per noi – sottolinea Carmen Riccato, direttrice Artistica del Disability Film Festival – è un onore essere ospiti di uno dei festival più importanti della nostra città. Infatti, nonostante operiamo in àmbiti diversi della Settima Arte, ci accomuna la convinzione che la normalità non esista, che siano le eccezioni a creare le storie e che lo sguardo dello spettatore sia ciò che completa il lavoro stesso del film nell’offrire una prospettiva non univoca sulla realtà. Come Disability Film Festival siamo felici di poter proporre un film in cui la musica e la voce sono il centro della vita e del destino del protagonista, la cui disabilità non ne scalfisce mai la potenza comunicativa ed empatica di musicista e performer. Ci auguriamo possa essere la prima di altre collaborazioni tutte ancora da costruire». (S.B.)
La proiezione di Breaking Out al Cinema Massimo di Torino sarà resa accessibile attraverso sottotitolazione in italiano e audiodescrizione. Al termine del film è previsto un incontro con il regista Michael McCormack, ospite in collegamento streaming e durante gli interventi saranno disponibili sottotitolazione live e interpretariato LIS (Lingua dei Segni Italiana). Per ogni ulteriore informazione: Marco Berton (direttore organizzativo del Disability Film Festival), dff.volonwrite@gmail.com.