Speravamo che almeno per quest’anno scolastico, dopo quanto avevamo segnalato a inizio maggio in provincia di Pisa, le discriminazioni nei confronti di alunni con disabilità al momento delle gite scolastiche potessero cessare e invece…
Invece è accaduto qualche giorno fa a Firenze che un bimbo di 9 anni con disabilità motoria in carrozzina, causata da una Malattia Rara, sia rimasto da solo in classe con l’insegnante di sostegno (quarta elementare), mentre i compagni e le compagne andavano in gita presso un istituto alberghiero della città. Il motivo? Tra i più semplici, purtroppo: l’autobus utilizzato per il trasporto dei bimbi non aveva la pedana necessaria a far salire la carrozzina.
Possibile che non ci si fosse pensato? Il papà del bimbo ha spiegato così la vicenda al quotidiano «La Stampa»: «La gita era prevista per il 30 maggio e c’era anche un pullman prenotato con una pedana per far salire i disabili a bordo. Ma dato che quel giorno c’era sciopero, la gita è stata rimandata al giorno successivo e a quel punto il pullman adatto a mio figlio non era più disponibile. Le maestre ci avevano allora chiesto se potevamo accompagnare nostro figlio alla struttura, ma per noi era impossibile. Mia moglie non poteva assentarsi dall’ufficio perché la sua collega era assente e io ho aperto da poco un’attività e non ho la patente. Pertanto, quando ho accompagnato mio figlio a scuola, ho spiegato alle maestre che non potevamo assentarci dal lavoro. Riteniamo, questa, una discriminazione inaccettabile e siamo pronti a dare battaglia».
«Purtroppo – ha commentato sempre sulle colonne della “Stampa” Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – casi come questi non sono isolati. Ci sono arrivate infatti altre segnalazioni e in alcuni casi, intervenendo tempestivamente, siamo riusciti a evitare la discriminazione, ma questa volta non è stato possibile e dispiace. Ancora una volta la scuola ha dato prova di non inclusività, pur essendo proprio l’ambiente che dovrebbe invece dare l’esempio. Stiamo lavorando tanto a livello nazionale, ma casi come questo dimostrano che la strada è ancora lunga. Quel che deve cambiare, infatti, è la cultura».
A margine della notizia «La Stampa» ha pubblicato anche un duro commento del giornalista e scrittore Gianluca Nicoletti, intitolato Una lezione di vita al contrario, ove ha scritto tra l’altro che «i gesti eroici non si possono pretendere, però la scuola poteva almeno evitare la vergogna rimandando la gita: quel bimbo non può salire e allora non sale nessuno! Quella sì che sarebbe stata una scelta di grande civiltà, una stupenda lezione sul campo per tutti gli altri bambini, i loro genitori, lo stesso fornitore di pulmini che dovrebbe fornire mezzi attrezzati al trasporto di umani di ogni tipo, compresi quelli che si muovono sulle ruote». (S.B.)